tag:blogger.com,1999:blog-14803898840399243962024-03-14T03:13:03.340+01:00Blogghiamo La Mafia"Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo." [Paolo Borsellino]
"La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine." [Giovanni Falcone]Unknownnoreply@blogger.comBlogger1356125tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-43572016328264476982012-07-20T08:41:00.002+02:002012-07-20T08:43:16.357+02:00Ciao Paolo, ciao Giovanni. VENT'ANNI DOPO.<br />
<div class="MsoNormal">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ciao Paolo, ciao Giovanni,</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">sono passati vent’anni. Mi sembra giusto, doveroso scrivervi
questa lettera. Vent’anni fa avevo dieci anni, i miei ricordi sono offuscati.
Un po’ più nitidi quelli della strage di Capaci, un po’ meno quelli di Piazza
D’Amelio. Ero piccola, la parola mafia era per me sconosciuta. Entrò in quei
giorni nel mio vocabolario, con forza, con prepotenza; tanto che il vocabolario
fu un supporto quasi inutile per capirne il significato. Dentro di me risuonano
le parole di mio cugino dodicenne, che mi disse “Non occuparti mai di queste
cose, perché vedi poi come finisce”. Disse queste parole, o qualcosa di simile.
Ma il senso era quello. Per me era tutto strano, effettivamente non capivo
perché due persone avessero lottato così tanto, quasi a cercarne la morte.
Pensavo che, in fondo, se avessero pensato “ai fatti loro”, ora sarebbero vivi,
felici e con le persone a cui volevano bene. Sapevo che c’erano già troppe
insidie, come le malattie, che qualche anno prima mi avevano portato via un nonno
e uno zio. Per cui se già la morte ti viene a cercare, perché andargli
incontro? Davvero continuavo a non capire le vostre scelte. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH-nA6R2AkLw5eZtWI2J7h7eUSiPtUp3zGouVyPfVxWDsIA2r2XPOZ8Qtv6g67jL0I7BKfQhyphenhyphentZrbkVwxlm-m2-Z6-KBwltRljlfaqhFnNgjZLNVAKCl2tpeCMKBljwboU2fRb_zbvxz4w/s1600/giovanni_paolo03-2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="310" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH-nA6R2AkLw5eZtWI2J7h7eUSiPtUp3zGouVyPfVxWDsIA2r2XPOZ8Qtv6g67jL0I7BKfQhyphenhyphentZrbkVwxlm-m2-Z6-KBwltRljlfaqhFnNgjZLNVAKCl2tpeCMKBljwboU2fRb_zbvxz4w/s400/giovanni_paolo03-2.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Poi sono cresciuta, ho iniziato a conoscere e a lettere.
Sono diventata uno spirito critico, ho attraversato la vita di diverse figure,
che hanno accompagnato il mio “essere”. Da Che Guevara (quale adolescente non
se ne innamora?), a Martin Luther King, passando per Gandhi e perché non San
Francesco D’Assisi. Tutte persone che hanno fatto della loro vita uno strumento
a servizio degli altri. Anche per me, in fondo, era diventato così. Dopo due
viaggi in Africa, avevo capito che ognuno di noi è strettamente collegato agli
altri. Che non puoi tirarti indietro, soprattutto quando capisci che ci sono
tante cose che non puoi capire, che non ti vengono raccontate o che sono
distorte. Quando capisci che, ci sono poteri forti, molto forti; che stritolano
i più deboli, che li riducono a masse non pensanti. Allora ho capito cosa qual
è stato il fuoco, che ha spinto la vostra impresa. Lo hai detto tu, Paolo. È
stato soprattutto un atto d’amore verso una città. L’amore che vuole il
cambiamento, che non si accontenta di soluzioni preconfezionate, che non si
adagia al semplice dire “Si, è così. Va bene”. E’ l’amore che ti spinge a
capire, ciò che viene nascosto, le dinamiche del Potere, quello con la P
maiuscola. Quello che c’è, lo senti, ma non lo vedi. Era la mafia, ma non solo.
Era qualcosa che andava al di là; verità che avrebbero potuto scalfire la
richiesta di “sicurezza” di tutti. Dopo vent’anni non sappiamo ancora chi fosse
il volto della o delle persone che hanno soffocato la vostra (e la nostra)
battaglia per la Giustizia. Sappiamo chi ha schiacciato quei pulsanti, ma non
chi ha voluto che qualcuno lo premesse. È come se ci fosse una linea di non
ritorno, oltre la quale non si può sapere. Una per tutte, dove è finita la tua
agenda rossa, Paolo? Chi l’ha presa? Cosa c’era scritto? È una sola domanda, ma
ne sorgono altre mille, che portano a tanti perché a cui ancora non abbiamo
risposta. State certi di una cosa, forse la Verità non la sapremo, ma il vostro
esempio è stato fecondo. In tutti questi anni sono nati movimenti spontanei,
non “politicamente” – o meglio “partiticamente” identificati -, che hanno
urlato con forza crescente la voglia di Giustizia e di Verità. Persone comuni,
vite normali, che si indignano, che si guardano attorno e che esigono risposte.
Non poteva nascere niente di più bello, e di questo non posso fare altro che
ringraziarvi. Ovunque voi siate, guardateci. Proteggete il nostro spirito e
tenetelo lontano dall’ipocrisia e dalle risposte facili. Solo così, “le vostre
idee continueranno a camminare sulle nostre gambe”.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Un grazie senza fine.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Raffaella</span></div>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-41452077734414813742012-07-20T08:35:00.002+02:002012-07-20T08:35:22.253+02:00Palermo, scout in via D'Amelio e ignoti devastano la loro base<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieEY0kzEQDB7btpYxiRUu41wzUWRhYUIJJOoFMEegsRiAf1Bu0Hzd1Gy4Gha5ZuJOUeVWG54U8kkIALXA3HObfqSz_JukQ6elu6RRbaA6BYfkGuDg92niSc7mBb9y9Sdm2kyP2sngMgifz/s1600/scout_epa_258.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieEY0kzEQDB7btpYxiRUu41wzUWRhYUIJJOoFMEegsRiAf1Bu0Hzd1Gy4Gha5ZuJOUeVWG54U8kkIALXA3HObfqSz_JukQ6elu6RRbaA6BYfkGuDg92niSc7mBb9y9Sdm2kyP2sngMgifz/s1600/scout_epa_258.jpg" /></span></a></div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #393939; display: inline !important; float: none; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 21px; orphans: 2; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">Nel giorno del ventennale della strage di via D'Amelio, un inquietante episodio turba la serenità della base scout di Fondo Micciulla a Palermo.</span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #393939; display: inline !important; float: none; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 21px; orphans: 2; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">La scorsa notte, infatti, ignoti hanno devastato un muro di cinta del podere, confiscato alla mafia, e si sono introdotti devastando la base, e rubando gli zaini di una ventina di ragazzi ospitati all'interno della struttura e provenienti da tutta Italia. Proprio nelle ore del raid, gli scout si trovavano in via D'Amelio per commemorare il giudice Borsellino e i suoi agenti di scorta con un corteo e una fiaccolata.</span></span><br />
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #393939; display: inline !important; float: none; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 21px; orphans: 2; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">"Si tratta dell'ennesimo gesto nei confronti della nostra base scout - ha detto il responsabile di zona Francesco Bonanno -. E' un fatto che ci inquieta, e che ci fa impressione, ma che certamente non ci distoglie da quello che abbiamo programmato per questi giorni di memoria". L'ultimo raid vandalico all'interno della base di Fondo Micciulla risale a circa un anno fa. Sul posto è intervenuta la polizia.</span><br />
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #393939; display: inline !important; float: none; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 21px; orphans: 2; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><br /></span><br />
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #393939; display: inline !important; float: none; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 21px; orphans: 2; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">LINK:</span><br />
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #393939; display: inline !important; float: none; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 21px; orphans: 2; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><a href="http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-07-19/palermo-scout-amelio-ignoti-091138.shtml?uuid=AbSdxDAG">http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-07-19/palermo-scout-amelio-ignoti-091138.shtml?uuid=AbSdxDAG</a></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-34046194915231933422012-07-11T13:45:00.003+02:002012-07-11T13:46:29.869+02:00Posta Post Postiamo<span class="Apple-style-span" style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>pos-TI-AMO:</b></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="lemma" style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #035a9c; font-size: 14pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: bold; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">Postare</span><br style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: black; font-size: 12px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;" /><span class="sillab" style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: black; font-size: 12px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">[po-stà-re]</span><br style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: black; font-size: 12px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;" /><span class="fless" style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: black; font-size: 12px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">(<i>pòsto</i>)</span></span><br />
<div class="acc" id="def_A" style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: black; font-size: 12px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="acc" style="color: #035a9c; font-style: italic; font-weight: bold;">A</span> <span class="gram" style="color: #035a9c; font-style: italic;">v. tr.</span></span></div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="spec" style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: black; font-size: 12px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">raro</span><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: black; display: inline !important; float: none; font-size: 12px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"> Mettere, collocare in un determinato posto.</span></span><br />
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: black; display: inline !important; float: none; font-size: 12px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span><br />
<div style="text-align: left;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px;"><br /></span></span></div>
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: black; display: inline !important; float: none; font-size: 12px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span><br />
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: black; display: inline !important; float: none; font-size: 12px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">POSTIAMOCI.</span></span><br />
<div style="text-align: left;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px;">Collochiamoci nella giusta posizione.</span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px;">Parliamo.</span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px;">Non lasciamo scorrere via.</span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px;">Grazie.</span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1Ir-biaqb1zEBnWovi-2gD4-qZel2g3Y4fyhtJIihiXhziaS2diLH_uliZEV3A5EF1BjSIsnsBsbYlA1T9Ni80R16QfhTm5yEDK9sXfAR8ltDpl2itB9LepJCkBYf6UTWJvabr1_YokHg/s1600/blogger-dilemma-2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1Ir-biaqb1zEBnWovi-2gD4-qZel2g3Y4fyhtJIihiXhziaS2diLH_uliZEV3A5EF1BjSIsnsBsbYlA1T9Ni80R16QfhTm5yEDK9sXfAR8ltDpl2itB9LepJCkBYf6UTWJvabr1_YokHg/s320/blogger-dilemma-2.png" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: left;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px;"><br /></span></span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-37840191125481124792011-10-14T09:06:00.000+02:002011-10-14T09:06:55.199+02:00Sequestrati beni per 450 milioni al clan Bonaffini-Chiofalo<h3 style="color: red; font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">Riciclava proventi illeciti in pesca, ristorazione e edilizia. Il gruppo ha sfruttato i suoi legami con sodalizi criminali mafiosi che controllano le alcune imprese.</span></h3><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> </span></span><div class="sidebar" style="font-family: Verdana,sans-serif;"> <a href="http://palermo.repubblica.it/images/2011/10/13/123648472-f20d4f15-c0f4-4e97-9b40-30145fca7672.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Sequestrati beni per 450 milioni al clan Bonaffini-Chiofalo" border="0" src="http://palermo.repubblica.it/images/2011/10/13/123648472-f20d4f15-c0f4-4e97-9b40-30145fca7672.jpg" title="Sequestrati beni per 450 milioni al clan Bonaffini-Chiofalo" width="300" /></a><span style="font-size: x-small;"></span><br />
</div><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> </span><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Beni mobili e immobili del valore di 450 milioni di euro, riconducibili a quattro persone appartenenti alle famiglie mafiose Bonaffini-Chiofalo, sono stati sequestrati oggi dalla polizia di Messina. Il provvedimento di sequestro comprendente 430 unità immobiliari, nove società, una flotta navale costituita da cinque motopescherecci e tre yacht di lusso, 26 mezzi agricoli pesanti, 13 autovetture e centinaia di rapporti bancari.</span><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Il sequestro, secondo quanto spiegato dalla polizia, è il risultato di complesse indagini di natura patrimoniale che hanno consentito di ricostruire l'ascesa economica del gruppo imprenditoriale Bonaffini-Chiofalo, che nel tempo ha accumulato ingenti ricchezze ottenute attraverso il reimpiego di proventi illeciti in diversi settori economici di Messina.</span><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">In particolare il gruppo ha anche sfruttato i suoi legami con alcuni sodalizi criminali mafiosi che controllano le aree di insediamento imprenditoriale di Messina. In questo modo il gruppo imprenditoriale Bonaffini-Chiofalo riusciva a 'scoraggiare' altri imprenditori concorrenti i quali, non potendo operare liberamente, sono stati costretti gradualmente ad abbandonare i vari settori di mercato, a loro esclusivo vantaggio.</span><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Sono stati documentati, tra le altre cose, tutti gli interessi economici della holding criminale che, nel tempo, aveva diversificato i propri investimenti nel settore della pesca, della ristorazione e dell'edilizia.</span></span><br />
<br />
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">LINK: <u style="color: blue;">http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/10/13/news/sequestrati_beni_per_450_milioni_al_clan_bonaffini-23144143/ </u></span></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-7659707412785135392011-10-12T09:49:00.000+02:002011-10-12T09:49:30.142+02:00MAFIE AL NORD: I DATI SULL'INFILTRAZIONE<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl3S94E-d7gNSRO9dRfKogE-v5BOz1uB3UZusKL6IW8zV7scMgph3QLHz-d3ZZwIKXfCH1RbIh0jbWti4OuoJmRZGcTAHnNgFE0s0GMv7IO9XnjtxODhs7_eAIhlDMEfS7SlhM0Ayl5zEp/s1600/001.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl3S94E-d7gNSRO9dRfKogE-v5BOz1uB3UZusKL6IW8zV7scMgph3QLHz-d3ZZwIKXfCH1RbIh0jbWti4OuoJmRZGcTAHnNgFE0s0GMv7IO9XnjtxODhs7_eAIhlDMEfS7SlhM0Ayl5zEp/s320/001.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: none; -webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: black; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font: italic 13px/16px Arial, Helvetica, sans-serif; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: center; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Momento conclusivo della due giorni</span></span></td></tr>
</tbody></table><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: none; -webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 16px; orphans: 2; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">Prendendo in analisi le otto regioni del Nord (Emilia Romagna, Veneto, Friuli, Trentino, Lombardia, Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta) al 1 settembre 2011 sono 1.392 i beni confiscati pari all'11% del totale nazionale, di cui 1144 sono beni immobili pari all'11% del totale nazionale e 248 le aziende confiscate pari al 17% del totale nazionale. La Lombardia con complessivi 984 beni confiscati è la prima regione del Nord, seguita dal Piemonte con 141 ed Emilia Romagna con 107. Nelle otto regioni del Nord si viaggia alla media di 18 reati al giorno contro l'ambiente, uno ogni 70 minuti. Complessivamente sono 6584 illeciti ambientali, pari al 21% del totale nazionale, 5799 persone</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: none; -webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 16px; orphans: 2; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">denunciate e arrestate e 994 sequestri effettuati. Nel ciclo dei rifiuti nelle regioni del Nord sono 1699 gli illeciti che rappresentano il 28% del totale nazionale con 1699 persone denunciate o arrestate e 500 sequestri effettuati. Nel ciclo cemento nel nord la fa da padrone con 1419 illeciti pari al 20% del totale nazionale con 1899 persone denunciate o arrestate e 185 sequestri effettuati. Dalla relazione dell'Unità di informazione finanziaria (UIF) della Banca d'Italia, nel corso del 2010 gli intermediari finanziari hanno trasmesso oltre 36.824 segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio e ben il 47% pari a 17.562 sono provenienti dalle otto regioni del Nord. Primato spetta alla Lombardia con 7805 operazioni sospette segue Emilia Romagna con 3151 e Piemonte con 3030. Sempre nell'ultimo rapporto della UIF nel paragrafo che mostra l'importo dei flussi scambiati con paesi e territori a fiscalità privilegiata, si riscontra una concentrazione della movimentazione nelle regioni dell'Italia del nord dove si concentra il 77% del totale dei flussi nazionali. La regione di maggior peso si conferma la Lombardia, che copre il 49 e il 52 per cento circa della movimentazione rispettivamente in uscita e in entrata.</span></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><img height="63" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl3S94E-d7gNSRO9dRfKogE-v5BOz1uB3UZusKL6IW8zV7scMgph3QLHz-d3ZZwIKXfCH1RbIh0jbWti4OuoJmRZGcTAHnNgFE0s0GMv7IO9XnjtxODhs7_eAIhlDMEfS7SlhM0Ayl5zEp/s320/001.JPG" style="filter: alpha(opacity=30); left: 85px; opacity: 0.3; position: absolute; top: 367px;" width="96" /></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">LINK: </span><a href="http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5283"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5283</span></a>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-73424773476413791342011-10-10T11:39:00.000+02:002011-10-10T11:39:42.975+02:00Tempo.<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Tempo.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">A volte le priorità nel tempo cambiano e a volte non ci accorgiamo neanche quanto tempo sia passato che tutto è stato stravolto.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Questo blog ha una vita, è nato e vogliamo che viva.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Il tempo a volte frega anche noi e quindi, purtroppo, ne perdiamo la concezione.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Vorremmo che questo blog continui a vivere con noi assieme a voi.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Questo post è una richiesta di una mano.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Vorremmo trovare dei volontari che, assieme a noi, condurranno questo blog.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Chiunque volesse mettersi in gioco è pregato di commentare o mandarci un messaggio privato su Facebook! [<a href="http://www.facebook.com/profile.php?id=100001914303554">http://www.facebook.com/profile.php?id=100001914303554</a>]</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Vi ringraziamo di cuore.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"><br />
</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">La staff di BLOGGHIAMO LA MAFIA.</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-82915242205423641992011-03-31T09:48:00.000+02:002011-03-31T09:48:33.471+02:00Mafie al Nord, Grasso minimizza l'allarme<div class="strong" style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: #333333; font-family: inherit; font-size: 12px; font-style: inherit; font-weight: bold; line-height: 18px; margin-bottom: 6px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-transform: uppercase; vertical-align: baseline;"><span class="Apple-style-span" style="color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-weight: normal; text-transform: none;"></span></div><h2 style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; clear: both; color: #5b5b5b; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 2em; font-style: inherit; font-weight: normal; letter-spacing: -1px; line-height: 1; margin-bottom: 30px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline; word-spacing: -0.03em;">Formigoni-Vendola, scoppia la pax (anti)mafiosa ...</h2><div style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-family: inherit; font-size: 12px; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"></div><div class="foto" style="background-color: #f0f0f0; border-bottom-color: rgb(184, 184, 184); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 1px; border-color: initial; border-left-color: rgb(184, 184, 184); border-left-style: solid; border-left-width: 1px; border-right-color: rgb(184, 184, 184); border-right-style: solid; border-right-width: 1px; border-style: initial; border-top-color: rgb(184, 184, 184); border-top-style: solid; border-top-width: 1px; float: left; font-family: inherit; font-size: 12px; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 8px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: left; vertical-align: baseline; width: 140px;"><span id="_ctl0_ColonnaCentrale_foto" style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-family: inherit; font-size: 12px; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"><a href="http://www.liberainformazione.org/img/pignatone_grasso.jpg" rel="prettyPhoto[gallery]" style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: #2f5eb1; font-family: inherit; font-size: 12px; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-decoration: none; vertical-align: baseline;" title="Pignatone e Grasso"><img alt="Pignatone e Grasso" border="0" src="http://www.liberainformazione.org/img/pignatone_grasso.jpg" style="border-bottom-style: none; border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-color: initial; border-left-style: none; border-left-width: 0px; border-right-style: none; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-style: none; border-top-width: 0px; border-width: initial; font-family: inherit; font-size: 12px; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline; width: 140px;" /></a></span><div class="descrizione" style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: #333333; font-family: verdana; font-size: 9px; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 3px; padding-left: 3px; padding-right: 3px; padding-top: 3px; vertical-align: baseline;">Pignatone e Grasso<span id="_ctl0_ColonnaCentrale_lblDescrizione" style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-family: inherit; font-size: 9px; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"></span></div></div>Come era facile prevedere l’onda lunga delle polemiche in merito alla presenza delle mafie al nord e, in particolare, in Lombardia, non offre momenti di pausa, né accenna a smorzarsi anche perché si alimenta di continue dichiarazioni. L’ultima in ordine di tempo è quella del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso che interviene nel dibattito per ridimensionare i contorni della presenza delle cosche nelle regioni settentrionali. «Non sta in cielo né in terra – dichiara da Ascoli Piceno il magistrato – dire che il nord Italia sia diventato mafioso, mentre è più corretto dire che ci sono presenze a macchia di leopardo, in una società che cerca comunque di contrastare questi fenomeni».<br />
<br />
Del resto è stata proprio la relazione annuale della Dna firmata da Grasso a parlare di “colonizzazione” e non più di presenze e infiltrazioni. Grasso quindi riprende solo in parte l’allarme lanciato dalle pagine del Corriere della Sera dal procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, anche per definirne meglio i contenuti, tanto da smentire il collega per quanto riguarda l’inerzia della società civile nel contrasto al crimine organizzato.<br />
Ricordiamo che proprio a partire dalla lettera di Pignatone era nato un confronto serrato, con tanto di insulti a corredo, tra Nichi Vendola e Roberto Formigoni.<br />
<br />
All’indomani della polemica tra i due, in questi giorni il governatore della Lombardia è sembrato voler chiudere la polemica, invitando all’unità nella lotta alla mafia. Nelle dichiarazioni successive allo scontro con Vendola, dopo che quest’ultimo ha ricordato di non aver mai voluto accusare Formigoni, anche l’esponente del Pdl ha smorzato i toni: «Basta con le liti tra noi, la mafia è un nemico di tutti, lavoriamo insieme per combatterla. Lo dico a me stesso, a tutti, e se lo vuole anche a Vendola».<br />
Seppure a denti stretti, Formigoni è stato costretto, finalmente, ad ammettere che la regione che governa ininterrottamente da ormai sedici anni qualche problema con le cosche lo deve pur avere, in ragione della grande attrattiva esercitata dalle enormi possibilità di riciclare gli immensi proventi dei business illeciti. A fronte del pericolo rappresentato dalle mafie, le scelte della sua amministrazione, secondo il governatore, sono funzionali al contrasto sul piano delle infiltrazioni negli appalti e nei contratti di fornitura pubblica.<br />
<br />
Formigoni invece ha glissato, in tutte le dichiarazioni rilasciate, sulle nomine in ambito sanitario e negli organismi di controllo: una profonda amnesia sembra interessarlo quando si evocano i nomi di Pezzano – finito nelle intercettazioni dell’operazione Infinito e oggi alla guida della Asl Milano 1 su indicazione della sua giunta – e di Mori e De Donno – gli ex ufficiali del Ros dei carabinieri sotto processo a Palermo – inseriti nel comitato di vigilanza sui lavori di Expo 2015. Da segnalare, sempre nelle stesse ore, le esternazioni in merito del sindaco di Milano, Letizia Moratti, che si sta avvicinando ad una campagna elettorale al calor bianco, proprio su questi temi, per una volta tanto finiti nell’agenda politica della città.<br />
<br />
A seguito della lettera di Pignatone, il primo cittadino del capoluogo lombardo, ha chiesto diritto di replica al Corriere della Sera che l’ha ospitata nella pagina interna domenicale dedicata alle lettere, anziché rilanciarla in prima pagina come era stato fatto per Pignatone. Il sindaco ha rivendicato innanzitutto orgogliosamente alcuni meriti: il “patto d’integrità” pensato per escludere dagli appalti i fenomeni di corruzione e le infiltrazioni criminali; il riconoscimento di Transparency International all’operato della giunta meneghina; la richiesta di estendere l’obbligo delle verifiche antimafia per appalti pari o superiori a tre milioni di euro; l’istanza per una banca dati nazionale per le aziende in odore di mafia; la proposta di un gruppo interforze per l’Expo – il cosiddetto Gicex – e l’istituzione di una “white list” delle imprese.<br />
<br />
Esaurito il lungo elenco, la Moratti però ha espresso la sua preoccupazione per gli allarmi ripetuti e anche questo è una novità, viste le continue negazioni del problema fin qui esplicitate: «Per troppi anni il Nord ricco e operoso ha creduto di avere in sé gli antidoti naturali ai fenomeni mafiosi: se c’è lavoro, se c’è mercato non c’è spazio per criminalità che ingrassano là dove il contesto socioeconomico è fragile». Il sindaco di Milano si è accorta solo ora che le condizioni dei mercati, mutate per la crisi internazionale, insieme alle capacità imprenditoriali delle cosche costituiscono una miscela esplosiva. Da qui il richiamo a essere «innovativi nell’immaginare nuovi strumenti di prevenzione e contrasto». Quali siano questi strumenti resta però tutto da capire…<br />
<br />
La lettera al Corsera si è chiusa con la dichiarata disponibilità a collaborare con le altre istituzioni di governo del territorio, con un richiamo all’unità delle forze politiche per contrastare insieme questi fenomeni, salvo smentirsi subito dopo, nonostante la concordia proclamata, con una frecciata polemica all’indirizzo di Vendola: «Chiedo a chi lancia accuse pretestuose e infamanti contro la Lombardia solo per ragioni elettorali di fare un passo indietro».<br />
<br />
Insomma la politica fatica ancora a prendere le giuste misure e il dibattito si avvolge su sé stesso, mentre le cosche continuano indisturbate a riorganizzare le propria fila, dopo le recenti batoste subite ad opera della Dda di Milano.<br />
<div class="strong" style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: #333333; font-family: inherit; font-size: 12px; font-style: inherit; font-weight: bold; line-height: 18px; margin-bottom: 6px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-transform: uppercase; vertical-align: baseline;"><br />
</div><div class="strong" style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: #333333; font-family: inherit; font-size: 12px; font-style: inherit; font-weight: bold; line-height: 18px; margin-bottom: 6px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-transform: uppercase; vertical-align: baseline;">NEWS CORRELATE:</div><ul class="correlati" style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: #222222; font-family: inherit; font-size: 12px; font-style: inherit; font-weight: inherit; line-height: 18px; list-style-image: url(http://www.liberainformazione.org/images/news_icon.gif); margin-bottom: 0px; margin-left: 1.5em; margin-right: 0em; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"><li style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-family: inherit; font-size: 12px; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"><a href="http://www.liberainformazione.org/news.php?newsid=14245" style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: #2f5eb1; font-family: inherit; font-size: 12px; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">Mafie al Nord, scontro Vendola-Formigoni</a> - <em style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-family: inherit; font-size: 12px; font-style: italic; font-weight: inherit; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">di Lorenzo Frigerio</em></li>
<li style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-family: inherit; font-size: 12px; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"><a href="http://www.liberainformazione.org/news.php?newsid=14237" style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; color: #2f5eb1; font-family: inherit; font-size: 12px; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">'Ndrangheta, la Lombardia che reagisce</a> - <em style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-family: inherit; font-size: 12px; font-style: italic; font-weight: inherit; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">di Lorenzo Frigerio</em></li>
</ul><div><span class="Apple-style-span" style="color: #222222; font-size: small;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; line-height: 18px;"><i><br />
</i></span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: #222222; font-size: small;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; line-height: 18px;">LINK: </span></span><a href="http://www.liberainformazione.org/news.php?newsid=14270">http://www.liberainformazione.org/news.php?newsid=14270</a></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-41165766186427412992011-03-31T09:41:00.002+02:002011-03-31T09:41:42.411+02:00Sonia Alfano: ''Dda di Messina eserciti azione penale nei confronti di Cattafi''<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 10px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><img alt="alfano-sonia-web12.jpg" height="100" src="http://www.antimafiaduemila.com/images/stories/personaggi/politici/alfano-sonia-web12.jpg" style="border-bottom-color: rgb(0, 0, 0); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 1px; border-left-color: rgb(0, 0, 0); border-left-style: solid; border-left-width: 1px; border-right-color: rgb(0, 0, 0); border-right-style: solid; border-right-width: 1px; border-top-color: rgb(0, 0, 0); border-top-style: solid; border-top-width: 1px; float: left; height: 100px; margin-bottom: 5px; margin-left: 5px; margin-right: 5px; margin-top: 5px; width: 100px;" title="alfano-sonia-web12.jpg" width="100" /></div><div style="margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 10px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><b>30 marzo 2011</b><br />
Per anni avevo pubblicamente auspicato che cessasse l’impunità goduta dal mafioso Rosario Pio Cattafi e che cessassero le ragioni che avevano garantito quell’impunità. Il sequestro dei beni, provento di attività mafiosa, eseguito stamattina in danno di Cattafi dalla D.d.a. di Messina rappresenta la certificazione che quell’impunità si appresta a diventare un relitto di un torbido passato.</div>Come già fatto in passato, oggi pubblicamente auspico che finalmente la D.d.a. di Messina si decida ad esercitare l’azione penale nei confronti di Cattafi quale elemento di vertice della mafia barcellonese, essendo ormai da anni esistenti i necessari presupposti probatori.<br />
Sono certa che dal percorso che si è avviato stamattina giungerà anche la spinta definitiva per illuminare in modo completo il contesto di alta mafia e di deviazioni istituzionali che hanno fatto da scenario e causale all’omicidio di mio padre. Di quel contesto, indubitabilmente, Cattafi, vero e proprio anello di congiunzione fra mafia e apparati istituzionali deviati, è stato fino ad oggi uno dei perni.<br />
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<b>Tratto da:</b> <a href="http://www.soniaalfano.it/comunicati/2011/03/30/mafia-sonia-alfano-dda-di-messina-eserciti-azione-penale-nei-confronti-di-cattafi/" style="border-bottom-color: initial; border-bottom-style: dotted; border-bottom-width: 1px; color: #006da3; text-decoration: none;" target="_blank"><i>soniaalfano.it</i></a>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-62625428810309659562011-03-31T09:40:00.002+02:002011-03-31T09:40:37.764+02:00Lumia: ''Sequestro beni Cattafi passo in avanti per colpire collusioni''<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 10px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><img alt="lumia-beppe-web3.jpg" height="100" src="http://www.antimafiaduemila.com/images/stories/personaggi/politici/lumia-beppe-web3.jpg" style="border-bottom-color: rgb(0, 0, 0); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 1px; border-left-color: rgb(0, 0, 0); border-left-style: solid; border-left-width: 1px; border-right-color: rgb(0, 0, 0); border-right-style: solid; border-right-width: 1px; border-top-color: rgb(0, 0, 0); border-top-style: solid; border-top-width: 1px; float: left; height: 100px; margin-bottom: 5px; margin-left: 5px; margin-right: 5px; margin-top: 5px; width: 100px;" title="lumia-beppe-web3.jpg" width="100" /></div><div style="margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 10px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><b>30 marzo 2011<br />
Palermo.</b> “Un importante successo nella lotta ai livelli alti della mafia di Barcellona Pozzo di Gotto.<br />
</div><br />
<br />
<br />
Il sequestro di beni a Rosario Pio Cattafi è un passo in avanti per colpire finalmente un sistema di collusioni che dall’omicidio del giornalista Beppe Alfano fino al suicidio del professor Adolfo Parmaliana è rimasto impunito. L’operazione di oggi conferma quanto già avevo denunciato nella relazione di minoranza del 2006 della Commissione antimafia e con l’interrogazione sul mega parco commerciale che rientra, per l’appunto, negli affari di Cosa nostra”. Lo dichiara il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia.<br />
<br />
“Adesso - aggiunge Lumia - attendiamo con operosa speranza che siano valutate le responsabilità penali di chi per diversi anni è stato al centro di una rete di collusioni con l’economia e la politica sia locale che nazionale”.<br />
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<span style="color: red;"><b>ARTICOLI CORRELATI</b></span><br />
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- <a href="http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33594/48/" style="border-bottom-color: initial; border-bottom-style: dotted; border-bottom-width: 1px; color: #006da3; text-decoration: none;" target="_blank"><b>Beni per 7 mln sequestrati da Guardia di Finanza</b></a><br />
<br />
- <b><a href="http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33598/48/" style="border-bottom-color: initial; border-bottom-style: dotted; border-bottom-width: 1px; color: #006da3; text-decoration: none;" target="_blank">Interrogazione parlamentare del Senatore Lumia sul parco commerciale</a></b><br />
<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"><br />
</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"><br />
</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;">LINK: </span><a href="http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33596/48/">http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33596/48/</a>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-7372169330834237522011-03-31T09:39:00.000+02:002011-03-31T09:39:18.533+02:00Gratteri e Scarpinato: ''Mafie non solo fenomeno italiano''<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 10px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><img alt="parlamento-europeo-web5.jpg" height="100" src="http://www.antimafiaduemila.com/images/stories/loghi_terzomillennio/parlamento-europeo-web5.jpg" style="border-bottom-color: rgb(0, 0, 0); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 1px; border-left-color: rgb(0, 0, 0); border-left-style: solid; border-left-width: 1px; border-right-color: rgb(0, 0, 0); border-right-style: solid; border-right-width: 1px; border-top-color: rgb(0, 0, 0); border-top-style: solid; border-top-width: 1px; float: left; height: 100px; margin-bottom: 5px; margin-left: 5px; margin-right: 5px; margin-top: 5px; width: 100px;" title="parlamento-europeo-web5.jpg" width="100" /></div><div style="margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 10px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><b>30 marzo 2011<br />
Bruxelles. </b>I magistrati antimafia lanciano l'allarme davanti al Parlamento europeo. <span style="color: red;"><i><b>SEGUI LA DIRETTA VIDEO</b></i></span></div><br />
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Il continente deve smettere di pensare che le mafie siano un fenomeno solo italiano. «Il crimine organizzato sta comprando pezzi dell'Europa», avverte Nicola Gratteri, procuratore antimafia a Reggio Calabria, a margine dell'intervento nel convegno promosso dall'eurodeputata Idv Sonia Alfano al Parlamento europeo di Bruxelles sulla strategia dell'Ue per combattere il crimine organizzato transnazionale. E Roberto Scarpinato, procuratore antimafia di Caltanissetta, aggiunge: «Il capitale mafioso è diventata una componente strutturale del capitalismo mondiale». Le osservazioni dei magistrati italiani si inquadrano nella proposta di una strategia europea che «prenda esempio dall'Italia». «Gli Stati membri - osserva Gratteri - non hanno percezione della pervasività della mafia in Europa e specialmente nel Nord Europa. Siamo all'anno zero». Quello che manca è un coordinamento delle legislazioni. «Nei 27 Stati - dice la Alfano - andrebbe come minimo riconosciuto il reato di associazione di stampo mafioso per tutti i Paesi. Sarebbe un primo passo». I problemi li esemplifica Gratteri: «In Germania non sono possibili le intercettazioni ambientali. In Olanda, uno dei principali punti di smistamento del narcotraffico, non sono ammessi i ritardati arresti o i ritardati sequestri. In Spagna, addirittura, non si possono compiere perquisizioni notturne se non per reati di terrorismo». Per il procuratore di Reggio Calabria «serve una legislazione europea omogenea» e sarebbe utile «quanto meno poter fare indagini sul crimine organizzato senza passare per le rogatorie internazionali». Per Gratteri i principali nemici da combattere in Europa «sono 'ndrangheta e camorra forti in Germania» come presenza di capitali e «in Olanda e Spagna per il narcotraffico». La rilevanza economica del crimine organizzato è sottolineata da Scarpinato: «Non ci sarà mercato in Europa se non si combatte la mafia».<br />
<br />
<i>ANSA</i><br />
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<span style="color: red;"><b>PER SEGUIRE LA DIRETTA CLICCA <a href="http://www.alde.eu/event-seminar/events-details/article/hearing-towards-an-eu-strategy-to-fight-transnational-organised-crime-29-30-march-2011-37312/" style="border-bottom-color: initial; border-bottom-style: dotted; border-bottom-width: 1px; color: #006da3; text-decoration: none;" target="_blank">QUI</a> </b></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"><span style="color: red;"><b><br />
</b></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"><span style="color: red;"><b><br />
</b></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"><span style="color: red;"><b><span class="Apple-style-span" style="color: black;">LINK: </span></b></span></span><a href="http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33602/48/">http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33602/48/</a>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-84250593273300327702011-03-31T09:38:00.000+02:002011-03-31T09:38:02.483+02:00Camorra: a Napoli funerale eccellente per la vedova del boss<span class="Apple-style-span" style="color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"><b>30 MARZO 2011</b></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"><b><br />
</b></span><br />
<a href="http://www.antimafiaduemila.com/images/stories/loghi/funeralecavalli.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="funeralecavalli.jpg" border="0" height="100" src="http://www.antimafiaduemila.com/images/stories/loghi/funeralecavalli.jpg" style="border-bottom-color: rgb(0, 0, 0); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 1px; border-left-color: rgb(0, 0, 0); border-left-style: solid; border-left-width: 1px; border-right-color: rgb(0, 0, 0); border-right-style: solid; border-right-width: 1px; border-top-color: rgb(0, 0, 0); border-top-style: solid; border-top-width: 1px; height: 100px; margin-top: 5px; width: 100px;" title="funeralecavalli.jpg" width="100" /></a><span class="Apple-style-span" style="color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: black; line-height: normal;"><b>Napoli.</b> Otto maestosi cavalli neri hanno attraversato stamattina i vicoli di Forcella per un funerale eccellente: quello di Amalia Stolder vedova del boss Carmine Giuliano, morta a 51 anni per un male incurabile. Un rituale sfarzoso, d'altri tempi, per sottolineare il prestigio della defunta. Se dal punto di vista criminale il clan Giuliano ormai non conta più, nella zona di Forcella la famiglia è ancora molto radicata e temuta; da qui la decisione di organizzare un funerale in grande stile, con carro funebre in stile barocco e cavalli bardati di tutto punto. Sorella del boss Raffaele Stolder, Amalia era la vedova di Carmine Giuliano, fratello del capoclan Luigi, che oggi è collaboratore di giustizia e vive lontano da Napoli. Soprannominato « 'o lione», il leone, Carmine, morto nel 2004, era noto soprattutto per le foto, scattate negli anni Ottanta, che lo ritraggono assieme a Diego Armando Maradona in una vasca da bagno a forma di conchiglia. Carmine era uno degli undici figli di Pio Vittorio Giuliano, il patriarca morto nel 2009 che negli anni Cinquanta aveva creato una fortuna con il contrabbando delle sigarette. Assieme ai fratelli Guglielmo, Salvatore e Raffaele, ha affiancato per anni il primogenito Luigi, « 'o rre», cioè il re di Forcella, alla guida del clan. Un altro fratello, Nunzio, si dissociò e fu poi assassinato nel 2005 per una vendetta trasversale. Acerrimi avversari di Raffaele Cutolo, i Giuliano diedero vita con altri gruppi criminali alla Nuova famiglia. Padroni per decenni di Forcella, alleati di altri sanguinosi clan tra cui la cosca dei Misso, i Giuliano divennero ricchissimi grazie al contrabbando, alle estorsioni, alla vendita di prodotti contraffatti e allo spaccio di droga. Poi, alla fine degli anni Novanta, arrivò il declino, con gli arresti che ne decimarono le fila e la decisione di tutti i fratelli di collaborare con la giustizia. Per il suo pentimento, in particolare, Luigi Giuliano ha dovuto pagare un prezzo altissimo: l'uccisione prima del fratello Nunzio, poi del figlio Giovanni, avvenuta nel 2007. </span></span><br />
<div><span class="Apple-style-span" style="color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: black; line-height: normal;"><br />
</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: black; line-height: normal;"><i>ANSA</i></span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: black; line-height: normal;"><br />
</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: black; line-height: normal;">LINK: </span></span><a href="http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33601/48/">http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33601/48/</a></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-8476713645503041872011-03-31T09:35:00.002+02:002011-03-31T09:35:33.396+02:00Gli arcana imperii e la valle dell'Oliva<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 10px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><img alt="fiume-oliva-web.jpg" height="100" src="http://www.antimafiaduemila.com/images/stories/loghi1/fiume-oliva-web.jpg" style="border-bottom-color: rgb(0, 0, 0); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 1px; border-left-color: rgb(0, 0, 0); border-left-style: solid; border-left-width: 1px; border-right-color: rgb(0, 0, 0); border-right-style: solid; border-right-width: 1px; border-top-color: rgb(0, 0, 0); border-top-style: solid; border-top-width: 1px; float: left; height: 100px; margin-bottom: 5px; margin-left: 5px; margin-right: 5px; margin-top: 5px; width: 100px;" title="fiume-oliva-web.jpg" width="100" /></div><div style="margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 10px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><b>di Alfonso Lorelli - 30 marzo 2011</b><br />
<b>Amantea. </b>Che sulla vicenda delle navi dei veleni e delle scorie radioattive potesse distendersi ancora una volta il silenzio di Stato, non abbiamo mai avuto dubbi;né che i costruttori di verità a tavolino potessero trovare megafoni sempre pronti e velinari sempre disponibili.</div><br />
<br />
La povera gente come noi, che si batte a mani nude per conoscere la verità su problemi enormi come l’affare nucleare, viene sempre zittita attraverso una vasta ed incontrollabile organizzazione dei poteri forti e coalizzati operanti in silenzio, che comprende sia la manipolazione dell’informazione che la somministrazione di una verità ufficiale le cui fonti di prova sono sempre sottratte ai cittadini. Come scrisse Tucidide, 2400 anni fa, “ il mondo è retto dagli arcana imperii… alcune verità vanno nascoste al popolo nel superiore interesse del Principe….”.<br />
Uno dei grandi segreti che oggi il popolo non deve conoscere è quello delle scorie nucleari e della pericolosità delle centrali atomiche esistenti nel mondo; ed anche quando scoppia un incidente catastrofico come quello di Cernobyl o di Fukushima il “superiore interesse” fa scattare subito una valanga di bugie e disinformazioni da parte delle potentissime lobby (governi,industrie, stampa asservita). Queste losche alleanze cercano di minimizzare il pericolo al fine di impedire le rivolte popolari che potrebbero scatenarsi se venissero scoperte le loro terribili bugie come “ il nucleare pulito di terza o quarta generazione” , “ da noi fatti come quelli non potrebbero mai accadere”, “ le scorie non sono un problema irrisolvibile”, e così via cianciando.<br />
Dopo quello che è successo in Giappone tutto è ormai possibile, la catastrofe nucleare è sempre dietro l’angolo, gli effetti di lunga durata sulla salute dell’umanità intera sono imprevedibili, la morte nucleare può arrivare anche dopo cento e mille anni se, oggi, gli uomini non si coalizzano per fermare i pazzi sedicenti scienziati che mettono la loro scienza al servizio del male assoluto, incuranti della distruzione del mondo. In Giappone non hanno retto le tecnologie più avanzate, figuriamoci in Italia; forse neanche le bugie che vengono somministrate quotidianamente possono reggere a lungo.<br />
Il governo italiano, incurante del nostro futuro e della nostra salute, ha scelto il ritorno al nucleare, perciò, ancor più dopo Fukushima, ha bisogno di intorbidire le acque, di mettere fumo nei nostri occhi, di barattare bugie per verità, di impedire che la rabbia montante dei cittadini possa vincere e fermare definitivamente la costruzione delle sei nuove centrali nucleari. Ecco perché chiudere la bocca dei cittadini attivi sulle navi dei veleni e sulle scorie radioattive scaricate nei fondali marini è considerato fondamentale per i nostri “dottor Stranamore” programmatori di morte atomica.<br />
Dentro questo quadro generale va dunque collocato ed interpretato l’uso che viene fatto, proprio in questi giorni, delle sedicenti verità ufficiali sulle navi dei veleni.<br />
Così si sbandiera ai quattro venti che anche le ultime indagini sono state chiuse; che nel nostro mare non vi sono navi affondate con carichi nocivi; che i fusti fotografati in fondo al mare contengono granaglie e portarli alla luce non serve. Si ribadisce che chi afferma il contrario o solleva dubbi dice solo bugie, e se può dimostri il contrario “ altrimenti taccia per sempre”; ma poiché dimostrare il contrario è impossibile perché solo lo Stato ha i mezzi ed i capitali per farlo, bisogna accettare la verità ufficiale e tacere. Bisogna fare come gli struzzi, altrimenti si rischia di essere accusati di lesa maestà, di voler danneggiare le popolazioni, di voler continuare a dire bugie, di essere additato a nemico pubblico, di voler svegliare i dormienti.<br />
Gli “arcana imperii” di cui parlava Tucidide 24 secoli fa hanno vinto ancora una volta.<br />
Che i poteri forti possano ripetere lo stesso copione anche sull’inquinamento del fiume Oliva e sulla necessità della bonifica ci sembra più difficile ma non impossibile. Le centomila tonnellate di rifiuti scoperti possono essere sempre degradati a materiale non pericoloso; cesio, cadmio, piombo, mercurio e quant’altro possono sempre essere ridotti a scarti di lavorazione industriale innocui o ad elementi non pericolosi per la salute della gente; la radioattività artificiale scoperta nel 2004 può sempre diventare “naturale”; Foresta può diventare all’improvviso un’oasi eclogica dove andare a fare pic-nic; gli ambientalisti possono essere sempre rappresentati come pericolosi banditi che vogliono il male della gente; l’Autorità giudiziaria che ha scoperto tutto il materiale inquinante può essere trasformata in un nemico dello Stato che agisce nell’ombra; gli inquinatori, veri pirati dei fiumi, anziché mandarli in galera possono anche essere fatti santi subito.<br />
Al di là di ogni amara ironia, vogliamo ancora una volta denunciare con molta preoccupazione i silenzi ed i ritardi ingiustificati che stanno caratterizzando la vicenda delle analisi sui campioni prelevati nel fiume Oliva circa un anno fa. L’Ispra, organismo statale che deve concludere e sintetizzare le risultanze sui prelievi dopo aver acquisito i dati forniti dalle diverse Arpa regionali incaricate delle analisi sui campioni, a ben otto mesi dalla conclusione delle operazioni di carotaggio del terreno, pare non abbia ancora fatto pervenire alcunché di definitivo all’Autorità giudiziaria. E l’Ispra è un ente tutt’altro che indipendente.<br />
Le risultanze dell’Arpa Calabria, già consegnate da qualche mese alla Procura di Paola, pongono già, di per sé sole, il problema della necessità della bonifica di molti siti inquinati, stante la pericolosità elevata per la salute della gente.<br />
Non vorremmo che i ritardi dell’Ispra dovessero essere collegati alle prossime elezioni referendarie, al panico per Fukushima oppure a qualche altro depistaggio o tentativo di costruire una verità ufficiale edulcorata, in nome della tranquillità sociale spesso tanto invocata a sproposito da qualche organo di stampa ma anche da amministratori comunali poco accorti, sempre più struzzi e sempre meno aquile.<br />
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<div align="right" style="font-size: 11px;"> <b>Alfonso Lorelli</b><br />
<i><b>Comitato Civico Natale De Grazia</b></i></div><div align="right" style="font-size: 11px;"><i><b><br />
</b></i></div><div style="font-size: 11px; text-align: left;"><b>LINK: </b><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: small; line-height: normal;"><a href="http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33603/48/">http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33603/48/</a></span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-72043601841342775842011-03-31T09:34:00.000+02:002011-03-31T09:34:32.079+02:00Processo Rostagno: ''Giornalista incontro' Falcone''<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 10px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><img class="jce_tooltip" height="100" src="http://www.antimafiaduemila.com/images/stories/personaggi/giornalisti/rostagno-mauro-web5.jpg" style="border-bottom-color: rgb(0, 0, 0); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 1px; border-left-color: rgb(0, 0, 0); border-left-style: solid; border-left-width: 1px; border-right-color: rgb(0, 0, 0); border-right-style: solid; border-right-width: 1px; border-top-color: rgb(0, 0, 0); border-top-style: solid; border-top-width: 1px; float: left; height: 100px; margin-bottom: 5px; margin-left: 5px; margin-right: 5px; margin-top: 5px; width: 100px;" width="100" /></div><div style="margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 10px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><b>30 marzo 2011<br />
Trapani.</b> «Mauro Rostagno si incontrò con il giudice Giovanni Falcone». Lo ha confermato il commissario di polizia Giovanni Pampillonia senza saper collocare temporalmente l'incontro, deponendo come teste in Corte di Assise a Trapani, dove si celebra il processo a carico del boss di Trapani Vincenzo Virga, accusato di essere il mandante dell'omicidio del sociologo-giornalista, e del presunto sicario Vito Mazzara, già condannato all'ergastolo per l'uccisione dell'agente di polizia penitenziaria Giuseppe Montalto. Rostagno fu assassinato a Lenzi il 26 settembre 1988. Dell'incontro, che sarebbe avvenuto mesi prima dell'agguato, avevano parlato alcuni testimoni, ma finora non erano emersi riscontri. «Fu il mio ufficio a verificare l'esistenza di quell'incontro, attraverso il ricordo degli agenti di scorta del giudice. Naturalmente non sono a conoscenza del contenuto». «Renato Curcio - ha detto il teste - parlò di una prova che Rostagno avrebbe avuto su un traffico di armi». Il commissario Pampillonia ha specificato che «Curcio, sentito personalmente dal procuratore di Trapani (Gianfranco Garofalo, ndr) disse che i contrasti tra Francesco Cardella (guru della Saman) e Rostagno non erano legati all'intervista che quest'ultimo rilasciò alla rivista King», nel corso della quale, parlando della comunità, non avrebbe mai citato Cardella«. Il teste, parlando della deposizione di Curcio ha affermato che, ad alcuni atti, »è stato posto il segreto di Stato«. Non ha però detto chi lo ha posto e su che cosa è stato posto. E questo sarà un argomento che approfondiranno i legali nel controesame, rinviato a mercoledì della prossima settimana. Maddalena Rostagno, figlia del giornalista assassinato, in una precedente udienza, aveva asserito che lo scontro tra suo padre e Cardella era legato proprio a quell'intervista. </div><br />
<i>ANSA</i><br />
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<b>''Gladio indagava su Saman''<br />
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30 marzo 2011<br />
Trapani.</b> Gladio indagava sulla comunità terapeutica per tossicodipendenti «Saman» di Lenzi. Lo ha svelato oggi l'ex capo della Digos di Trapani, Giovanni Pampillonia, deponendo come teste, in Corte di Assise a Trapani, nel processo a carico dei presunti autori dell'omicidio del giornalista e sociologo Mauro Rostagno: il boss Vincenzo Virga, accusato di essere il mandante ed il killer Vito Mazzara, accusato di essere l'esecutore materiale. «Fu il maresciallo Vincenzo Li Causi (il sottufficiale dell'Esercito responsabile della cellula Gladio di Trapani, assassinato in Somalia il 12 novembre 1993, ndr) a riferirlo, dopo il delitto Rostagno», ha affermato il teste, aggiungendo che l'indagine era stata avviata «per ordine di un superiore di Li Causi». L'attenzione sarebbe stata rivolta ad un presunto traffico di armi proprio con la Somalia. Pampillonia ha riferito che un ospite della «Saman», Giuseppe Cammisa, «dopo l'omicidio di Rostagno si allontana da Trapani e stringe rapporti con Francesco Cardella, il guru della comunità, 'il padrone indiscussò; su invito di Cardella - aggiunge - si reca in Somalia, ufficialmente per realizzare un'ospedale che non risulta mai costruito». Il commissario Pampillonia è il firmatario di una relazione, consegnata alla magistratura nel 1996, in cui si privilegia la pista interna (quella secondo cui il delitto sarebbe maturato all'interno della Saman) per l'omicidio Rostagno.<br />
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<i>ANSA</i><br />
<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"><i><br />
</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"><i><br />
</i></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;">LINK: </span><a href="http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33604/48/">http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33604/48/</a>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-7018806436537509522011-03-31T09:32:00.002+02:002011-03-31T09:32:47.912+02:00Scrive di mafia, il suo giornale lo caccia. Adesso il giudice ne ordina il reintegro<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 10px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><img class="jce_tooltip" height="100" src="http://www.antimafiaduemila.com/images/stories/personaggi/giornalisti/musolino-lucio-web.jpg" style="border-bottom-color: rgb(0, 0, 0); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 1px; border-left-color: rgb(0, 0, 0); border-left-style: solid; border-left-width: 1px; border-right-color: rgb(0, 0, 0); border-right-style: solid; border-right-width: 1px; border-top-color: rgb(0, 0, 0); border-top-style: solid; border-top-width: 1px; float: left; height: 100px; margin-bottom: 5px; margin-left: 5px; margin-right: 5px; margin-top: 5px; width: 100px;" width="100" /></div><div style="margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 10px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><b>30 marzo 2011</b><br />
Lucio Musolino era stato licenziato lo scorso ottobre da 'Calabria ora', quotidiano regionale diretto da Piero Sansonetti dopo alcuni articoli sul governatore calabrese Giuseppe Scopelliti e dopo una partecipazione ad Annozero. Era stato licenziato con un fax da Calabria ora, il quotidiano regionale diretto da Piero Sansonetti. All’improvviso. Così Lucio Musolino, giornalista di 27 anni, si era trovato da un giorno all’altro senza lavoro. Dopo i suoi articoli sui rapporti tra mafia e politica che parlavano anche del governatore Giuseppe Scopelliti. E dopo la sua partecipazione ad Annozero in cui aveva parlato delle minacce della ‘ndrangheta e dei tentativi del giornale di trasferirlo da Reggio Calabria a Lamezia. Ora, a cinque mesi dal licenziamento, il giudice del lavoro ne ha ordinato la sospensione. E l’immediato reintegro di Musolino, che oggi collabora con Il Fatto quotidiano e con Tg La7.</div><br />
L’ordinanza è stata notificata stamattina ai legali del giornalista, Natale Carbone e Maria Grazia Mammì. Alla luce dei documenti prodotti in aula, la difesa di Calabria ora è apparsa “infondata” sul piano della procedura che non è stata rispettata. Il giudice del lavoro ha, in sostanza, rilevato come gli editori del quotidiano abbiano licenziato Musolino non rispettando l’articolo 7 della legge 300/70 secondo cui “il datore di lavoro che intenda sanzionare condotte indisciplinate, debba preventivamente contestarle all’incolpato”. Cosa che non è stata fatta con Musolino, licenziato senza preavviso con un fax. Così il giudice del lavoro di Reggio Calabria, Patrizia Morabito, ha accolto il ricorso del giornalista sospendendo il licenziamento ed ordinando agli editori e al direttore Sansonetti “di reintegrare immediatamente l’istante nel posto di lavoro in precedenza occupato”.<br />
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Lo scorso agosto, tornando a casa, Musolino aveva trovato in giardino una bottiglia piena di benzina. Accanto un bigliettino: “Questa è per te, non per la tua macchina”. Nonostante le minacce aveva continuato a scrivere di cronaca giudiziaria, facendo i nomi di consiglieri comunali e regionali emersi in alcune inchieste sulla ‘ndrangheta. E aveva raccontato della partecipazione di Scopelliti a un pranzo organizzato da imprenditori poi arrestati per mafia. Poi erano seguite le censure sui sui articoli. “E poi il licenziamento. Mi hanno massacrato moralmente – racconta Musolino -. Oggi il giudice ha accolto il mio ricorso. Sono stato licenziato ingiustamente per aver svolto il mio lavoro come ho sempre fatto. Tanto con il direttore Paolo Pollichieni che con il direttore Piero Sansonetti. Evidentemente era proprio questo il problema”.<br />
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<b>Tratto da:</b> <i><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/" style="border-bottom-color: initial; border-bottom-style: dotted; border-bottom-width: 1px; color: #006da3; text-decoration: none;" target="_blank">Il Fatto Quotidiano.it</a></i><br />
<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"><br />
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<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;">LINK: </span><a href="http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33608/48/">http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33608/48/</a>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-68022967176684443312011-03-31T09:30:00.003+02:002011-03-31T09:31:36.956+02:00Guardia di Finanza e DDA sequestrano beni per 7 mln di euro all'avvocato Rosario Cattafi<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 10px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><img alt="guardia-finanza-conferenza.jpg" height="100" src="http://www.antimafiaduemila.com/images/stories/loghi/guardia-finanza-conferenza.jpg" style="border-bottom-color: rgb(0, 0, 0); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 1px; border-left-color: rgb(0, 0, 0); border-left-style: solid; border-left-width: 1px; border-right-color: rgb(0, 0, 0); border-right-style: solid; border-right-width: 1px; border-top-color: rgb(0, 0, 0); border-top-style: solid; border-top-width: 1px; float: left; height: 100px; margin-bottom: 5px; margin-left: 5px; margin-right: 5px; margin-top: 5px; width: 100px;" title="guardia-finanza-conferenza.jpg" width="100" /></div><div style="margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 10px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><b>30 marzo 2011<br />
Messina. </b>Beni per 7 milioni di euro sono stati sequestrati dal Gico della Guardia di Finanza di Messina all’avvocato barcellonese Rosario Cattafi.</div>Mesi di indagini hanno consentito alla Fiamme Gialle di ricondurre a Cattafi la proprietà della società Dibeca Sas di Corica Ferdinanda & C che avrebbe dovuto realizzare un grande parco commerciale a Barcellona.<br />
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Di Rosario Cattafi le cronache giudiziarie si erano occupate spesso negli ani 80 e 90 per alcune inchieste di mafia. E di lui si era occupata la Procura di Palermo, in un’inchiesta condotta dall’allora sostituto procuratore Guido Lo Forte, per i suoi rapporti con il capo della P2 Licio Gelli. Tutte le inchieste però furono archiviate ma Cattafi nel 2000 è stato raggiunto da una misura di prevenzione personale definitiva, un obbligo di soggiorno per cinque anni nel comune di residenza. Prendendo come punto di partenza questo provvedimento interamente scontato da Cattafi gli uomini del Gico hanno eseguito il sequestro di beni su disposizione della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina.<br />
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Un’inchiesta lunga e complessa coordinata dal Procuratore Capo Guido Lo Forte e dal sostituto della Dda Vito Di Giorgio. L’indagine patrimoniale condotta dalla Guardia di Finanza ha permesso di accertare la sproporzione fra i redditi dichiarati al fisco da Cattafi e dal figlio Alessandro ed i beni posseduti. Basta dire che Alessandro Cattafi negli anni 2005, 2006 e 2008 ha dichiarato meno di 10.000 euro e solo nel 2007 ha dichiarato intorno a 20.000 euro. Però fra il 2005 ed il 2009 ha speso circa 90.000 euro per l’acquisto di beni mobili, in particolare auto e moto. Gli inquirenti hanno così portato alla luce una maxi operazione per la realizzazione di un parco commerciale in contrada Siena a Barcellona. Lo dovrebbe realizzare la Dibeca un’impresa intestata alla madre, alla figlia ed alla moglie di Cattafi ma che, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe senz’altro riconducibile all’avvocato barcellonese che avrebbe preso parte a tutte le fasi della trattativa. La grande struttura, composta da centri commerciali, alberghi, ristoranti, locali per intrattenimento ed attività sportive, doveva servire al riciclaggio di denaro proveniente da altre attività.<br />
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Questa è la convinzione dei magistrati della Dda che hanno ricostruito l’intera vicenda iniziata nel 2005 con l’acquisto da parte della Dibeca di un terreno agricolo di proprietà di un’opera pia salesiana. Costo dell’operazione : 619.800 euro. Il venne poi ceduto all’impresa milanese GDM che riuscì in poco tempo ad ottenere le necessarie autorizzazioni e varianti per la realizzazione del parco commerciale e l’indispensabile approvazione da parte del consiglio comunale di Barcellona. Questo avvenne nel giugno del 2007. Nel maggio 2008 però la GDM rinunciò alla realizzazione del parco e cedette tutto proprio alla Ribeca che sta proseguendo nel progetto. Ora però la magistratura ha sequestrato sia il terreno che l’intera impresa Dibeca e con essi anche quattro autovetture (fra cui una BMW 530 ed un’Audi cabriolet, una moto Kawasaky, quattro appartamenti, conti correnti e titoli.<br />
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<b>Tratto da:</b> <a href="http://www.tempostretto.it/8/index.php?location=articolo&id_articolo=49833" style="border-bottom-color: initial; border-bottom-style: dotted; border-bottom-width: 1px; color: #006da3; text-decoration: none;" target="_blank"><i>tempostretto.it</i></a><br />
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- <b><a href="http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33599/48/" style="border-bottom-color: initial; border-bottom-style: dotted; border-bottom-width: 1px; color: #006da3; text-decoration: none;" target="_blank">Sonia Alfano: ''Dda di Messina eserciti azione penale nei confronti di Cattafi''</a></b><br />
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LINK: <a href="http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33610/48/">http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33610/48/</a>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-65565044659898441472011-03-31T09:29:00.000+02:002011-03-31T09:29:32.818+02:00Delitto Rostagno, quando la mafia imperava e nessuno indagava<span class="Apple-style-span" style="color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"></span><br />
<table class="contentpaneopen" style="-webkit-border-horizontal-spacing: 0px; -webkit-border-vertical-spacing: 0px; border-bottom-style: none; border-collapse: collapse; border-color: initial; border-left-style: none; border-right-style: none; border-top-style: none; border-width: initial; width: 567px;"><tbody>
<tr><td colspan="2" style="font-size: 11px;" valign="top"><div style="margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 10px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><img class="jce_tooltip" height="100" src="http://www.antimafiaduemila.com/images/stories/personaggi/giornalisti/rostagno-mauro-web7.jpg" style="border-bottom-color: rgb(0, 0, 0); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 1px; border-left-color: rgb(0, 0, 0); border-left-style: solid; border-left-width: 1px; border-right-color: rgb(0, 0, 0); border-right-style: solid; border-right-width: 1px; border-top-color: rgb(0, 0, 0); border-top-style: solid; border-top-width: 1px; float: left; height: 100px; margin-bottom: 5px; margin-left: 5px; margin-right: 5px; margin-top: 5px; width: 100px;" width="100" /></div><div style="margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 10px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><b>di Rino Giacalone - 30 marzo 2011<br />
I boss che comandano. </b>Nel 1988 e negli anni a seguire la mafia a Trapani «governava» il territorio, sedeva con i politici e gli imprenditori, si spartiva gli appalti e determinava chi doveva comandare nelle stanze del potere politico ed istituzionale, la mafia era dentro le banche, faceva i suoi riciclaggi, anche internazionali, e nel frattempo decideva ed eseguiva sentenze di morte, sterminava i suoi nemici, uccideva magistrati, giudici, dopo...</div>...avere fatto strage di donne e bambini, attentava ai poliziotti, per riuscire a creare quella sua invisibilità preziosa per essere diventata oggi sommersa, eppure nonostante tutto questo la mafia restava fuori dalle indagini sul delitto di Mauro Rostagno. Nel 2008 a Giuseppe Linares, capo della Squadra Mobile fino a gennaio scorso è riuscito, indagando i mafiosi Virga e Mazzara per l’omicidio Rostagno, quello che fu impedito ad uno dei suoi più lontani predecessori, Rino Germanà, che nel 1988 inquadrò il delitto all’interno della matrice mafiosa, ma non gli fu permesso dalla magistratura dell’epoca di insistere su questo filone, le indagini passarono ai carabinieri. Che di piste ne seguivano una soltanto, quella interna alla Saman, almeno così sono venuti a dire nel processo, anche se c’è altro da dire: perchè nel 1996 quando il procuratore Garofalo fece riemergere quelle indagini andate in archivio due anni prima, gli investigatori dei carabinieri divennero testi nell’indagine e infine «segnalati» alla magistratura di Caltanissetta assieme ai magistrati che avevano indagato all’inizio dell’inchiesta per sospette omissioni. Una anomalia che è aleggiata nel processo in corso davanti la Corte di Assise di Trapani, anomalo che degli investigatori finiscano con l’essere testi e debbano spiegare come mai non sono stati fatti sequestri, intercettazioni e quelle stesse intercettazioni fatte sono sparite.<br />
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<b>Codice Rosso.</b> L’indagine ripartita nel 1996 è quella che fu denominata «Codice Rosso», affidata dalla Procura di Trapani alla Digos. Puntava alla pista interna, vide finire in manette ingiustamente e senza le necessarie prove anche Chicca Roveri, la compagna di Rostagno, Monica Serra, la ragazza che fu testimone del delitto, toccò una serie di soggetti che erano ospiti della comunità o vi orbitavano attorno, qualcuno chiacchierato, lo è ancora, come Giuseppe Cammisa, detto Jupiter, nipote di un narcotraficcante di Campobello di Mazara e che dopo il delitto Rostagno fece carriera, divenendo guardiaspalle di Cicci Cardella e della sua compagna ungherese. Cammisa lo troverà sulla sua strada Ilaria Alpi quando indagando in Somalia sui traffici sporchi della cooperazione italiana finì uccisa in un agguato a Mogadiscio. Una indagine che è finita con l’archiviazione ma che ha aperto le porte all’indagine sui mafiosi e dove sullo sfondo restano le ombre di un traffico di droga e di armi con coperture eccellenti garantite da Cosa nostra e a Cosa nostra.<br />
Ne ha parlato ieri in Tribunale l’ex capo della Digos Giovanni Pampillonia, lui firmò nel maggio 1996 il rapporto, lui ha spiegato che il lavoro investigativo riguardò aspetti non trattati dalle precedenti indagini, ha escluso che la pista mafiosa sia stata presa in considerazione della Digos, «non è la nostra specialità», confermando, indirettamente, che dal 1988 fino al 1996 tranne Germanà, nessun altro investigatore aveva collegato il delitto Rostagno alla mafia. Il vice questore Pampillonia quando ha parlato del delitto Rostagno lo ha definito «raffazzonato», per via di quel fucile esploso, cosa che gli faceva escludere la mafia. Ma tra le cose pure importanti dette, una l’ha sottolineata, a proposito dei riconoscimenti dei possibili killer (ex ospiti della Saman) fatti fare alle sorelle Fonte che abitavano vicino al luogo dell’agguato: «Certo – ha detto – se fossero stati fatti a suo tempo non potevano esserci i dubbi che sono emersi».<br />
Rispondendo alle domande del pm Tarondo (assenti i pm titolari dell’indagine Ingroia e Paci) e alle parti civili (il processo continua il 6 aprile con le difese), il vice questore Pampillonia ha evidenziato quelli che a suo avviso erano punti di contrasto dentro la comunità che non erano stati approfonditi e che sono stati posti non tanto come possibili moventi del delitto ma quanto per spiegare le coperture che a chi ha voluto quel delitto a chi lo ha eseguito sarebbero state garantite. Ma molti sono stati i passaggi in cui ha riferito cose apprese da terzi, a loro volta conosciuti attraverso altre persone, un filo infinito impossibile da ricostruire.<br />
Le cose certe riferite da Pampillonia sono costituite dalle indagini, concluse, da condanne, su falsi corsi di formazione professionale e sul peculato dentro la Saman che ebbero l’ex guru Cicci Cardella come grande manovratore: «Emergeva da queste indagini un quadro squallido» ha detto Pampillonia «perchè il collettivo di volontariato conosciuto non esisteva per niente». Il nome di Cardella è ricorrente in questo processo e non può essere altrimenti nel momento in cui gli stessi pm della Dda di Palermo parlano di lui nella richiesta di custodia cautelare per Virga e Mazzara come di un soggetto che rispetto al delitto non può affermarsi che abbia chiarito ogni cosa. Morto Rostagno, Saman si ingrandisce, diventa una hlding, una serie di scatole cinesi che dall’Italia portano all’etsero e fanno rientrare in Italia ingenti capitali, una situazione che Pampillonia ha descritto facendo riferimento anche ad un maxi sequestro da 61 miliardi di vecchie lire fatto contro la Saman dell’epoca e contro Cardella. Oggi Saman è cambiata, Cardella non c’è più.<br />
<b><br />
Le ingiuste accuse a Chicca Roveri. </b>Contrastata è stata la ricostruzione del ruolo di Chicca Roveri, la compagna di Mauro Rostagno, secondo Pampillonia ordinò ad un ospite della comunità Saman di Lenzi di distruggere il fax inviato da Milano da Francesco Cardella, con il quale veniva ordinato a Rostagno di abbandonare il Gabbiano, la struttura interna alla comunità che ospitava i dirigenti. Circostanza che la parte civile, avv. Carmelo Miceli ha smentito: Come è possibile – ha detto Miceli – che il fax sia stato distrutto se esiste una perizia su questo foglietto. Come è possibile che questo foglio è stato distrutto se esiste in tempi successivi una sua trasmissione via fax? Per Pampillonia "quel fax non è stato mai trovato: Carla Rostagno (sorella di Mauro) disse che era composto da due fogli e che conteneva parole pesanti nei confronti del fratello", ha affermato Pampillonia. "Chicca Roveri e Francesco Cardella hanno sostenuto che il fax era composto di una sola pagina". Da qui la deduzione di Pampillonia scritta nel rapporto e cioè che Chicca Roveri aveva coperto in questa come in altre occasioni Cardella. Ma l’evolversi delle indagini ha portato all’archiviazione per Chicca Roveri, nessuna prova delle coperture, anzi dal processo contro Cardella vennero fuori le minacce che la Roveri subiva da lui.<br />
<b><br />
Il sogno di Renato Curcio. </b>Ma i contrasti tra Cardella e Rostagno ci furono. Su questo tema fu sentito anche l’ex Br Renato Curcio. “Non poteva essere l’intervista a King – ha detto Curcio, indicato tra i 300 testi del processo – dove Rostagno parlava di se stesso e della Saman senza nominare mai Cardella, cofondatore, l’origine della lite. Doveva esserci altro”. Curcio non fu ricco di particolari nelle sue risposte ma lasciò di stucco il procuratore Garofalo e il vice questore Pampillonia quando disse loro, salutandoli, che aveva fatto un sogno, quello su un traffico di armi che aveva Trapani come scenario, una descrizione che combaciava con altro che magistrati e investigatori avevano in mano. Una teste, Alessandra Faconti, riferì di un incontro organizzato a Palermo chiesto da Rostagno al giudice Falcone, un altro, Sergio Di Cori, parlò del traffico di armi che «Rostagno era riuscito a filmare», del traffico di armi venne a parlare con i pm anche il faccendiere dei servizi segreti Francesco Elmo, che però quando doveva essere sentito a Palermo dal pm Ingroia non parlò più vedendosi dinanzi il maresciallo Ciuro, collaboratore di Ingroia e che anni dopo fu arrestato per essere una delle «talpe» al Palazzo di Giustizia di Palermo. E Ciuro fu il consegnatario, lo ha detto Pampillonia, della voluminosa documentazione delle indagini. Infine il capitolo Gladio. «Fu su Saman l’unico rapporto informativo presentato». E Gladio qui doveva fronteggiare il pericolo libico.<br />
<b><br />
L’anima nera.</b> La matrice del delitto da cercare nell’attività giornalistica? «Continui gli attacchi che faceva alla politica, alla massoneria, l’on. Canino (ex deputato regionale della Dc, arrestato per mafia, processo oggi sospeso per le sue condizioni di salute parecchio gravi ndr) mi risulta era nel suo mirino come anima nera di un sistema politico clientelare con connessioni mafiose».<br />
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LINK: <span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; font-family: 'Times New Roman'; font-size: small;"><a href="http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33611/78/">http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33611/78/</a></span></td></tr>
</tbody></table>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-5796420377468107452011-03-31T09:10:00.000+02:002011-03-31T09:10:05.556+02:00Comunicato stampa: Rimini 103esima in classifica sul reddito. Il Gap invita ad una riflessione<span class="Apple-style-span" style="color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"></span><br />
<div style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 1.5em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><strong>CO</strong><strong>MUNICATO STAMPA</strong></div><div style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 1.5em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><br />
</div><div style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 1.5em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;">Abbiamo letto dalla stampa nazionale e locale che Rimini si è classificata la 103 posto su 119 nella classifica dei redditi denunciati nel 2009 dai soggetti tenuti a versare l'Irpef, l'addizionale comunale, scendendo di cinque posizioni rispetto all'ultima rilevazione. </div><div style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 1.5em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;">Come <strong>Gruppo</strong> <strong>Antimafia</strong> <strong>Pio La Torre</strong> siamo allarmati da questi dati perchè indicano inequivocabilmente che il fenomeno dell'<strong>evasione fiscale</strong> è ancora molto forte nel nostro territorio, nonostante gli sforzi fatti per poter ovviare a questa metastasi della nostra economia. Sorprende difatti notare come Rimini risulti una città povera dal punto di vista dei redditi, mentre si classifica al secondo posto tra le provincie italiane per sviluppo territoriale. </div><div style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 1.5em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><br />
</div><div style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 1.5em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><a href="http://profile.ak.fbcdn.net/hprofile-ak-snc4/41798_116293615098986_4486014_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="G.A.P. Gruppo Anti-Mafia Pio LaTorre" border="0" src="http://profile.ak.fbcdn.net/hprofile-ak-snc4/41798_116293615098986_4486014_n.jpg" /></a>Non si tratta perciò di episodi sporadici legati al malcostume di qualche contribuente furbo, ma di una cancrena che sta infettando tutto il territorio riminese senza alcuna distinzione, erodendo quei principi di legalità e onestà che dovrebbero essere alla base della democrazia. Al di là delle letture che possono essere fatte dei dati riportati da “Il Sole 24 Ore”, <strong>vogliamo richiamare</strong><strong> </strong> <strong><strong>tutte le forze istituzionali a non limitare il proprio campo di azione ad </strong> <strong>azioni repressive, quanto piuttosto ad promuovere i valori della legalità a </strong> <strong>Rimini, perchè una città che in silenzio permette un arricchimento disonesto è </strong> <strong>una città che non saprà reagire alle infiltrazioni della criminalità </strong> <strong>organizzata, come sembrano provare le ultime operazioni eseguite dalla DDA</strong>.</strong> </div><div style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 1.5em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><br />
</div><div style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 1.5em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;">I controlli a tappeto e magari anche a sorpresa, specie nel <strong>periodo estivo</strong>, dove il fenomeno dell'evasione è lampante e sotto gli occhi di tutti, sarebbero sicuramente un buon inizio, specie se promossi dal futuro sindaco; il compito di una cittadinanza attiva e vigile è andare oltre, instillando nelle coscienze di ognuno di noi uno dei principi cardine di una democrazia partecipata: pagare tutti per pagare meno, pagare tutti per stigmatizzare i disonesti. I cittadini riminesi sono sicuramente in grado di farlo.</div><div style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 1.5em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><br />
</div><div style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 1.5em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;">Gruppo Antimafia Pio La Torre</div><div style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 1.5em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><br />
</div><div style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 1.5em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;">gap.rimini@gmail.com</div><div style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 1.5em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;"><br />
</div><div style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 1.5em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: left;">LINK: <span class="Apple-style-span" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: small; line-height: normal;"><a href="http://www.facebook.com/notes/gap-gruppo-anti-mafia-pio-latorre/comunicato-stampa-rimini-103esima-in-classifica-sul-reddito-il-gap-invita-ad-una/182016498501499">http://www.facebook.com/notes/gap-gruppo-anti-mafia-pio-latorre/comunicato-stampa-rimini-103esima-in-classifica-sul-reddito-il-gap-invita-ad-una/182016498501499</a></span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-9202786096765592402011-03-31T09:07:00.002+02:002011-03-31T09:07:56.903+02:00Maniaci: ''Per fermare Telejato colpiscono i miei collaboratori, ma non ci riusciranno''<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 10px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><b><span style="color: maroon;"><img class="jce_tooltip" height="100" src="http://www.antimafiaduemila.com/images/stories/personaggi/giornalisti/maniaci-pino-web13.jpg" style="border: 1px solid #000000; float: left; height: 100px; margin: 5px; width: 100px;" width="100" />Nuova ondata di intimidazioni a Partinico</span>di Aaron Pettinari - 28 marzo 2011</b><br />
Una rapina nell'appartamento di una stagista fiorentina che collabora da qualche mese con la redazione di Telejato, con i ladri che portano via computer e cellulari lasciando altri oggetti di valore. Il vetro anteriore della Fiat Marea in dotazione all'emittente utilizzata spesso, frantumato appena qualche giorno fa durante la notte.</div>Quindi in una villetta, sempre di proprietà di un collaboratore, all'interno della quale è parcheggiata la famosa Bmw grigia di Pino Maniaci i ladri si sono introdotti mettendo fuori uso il quadro elettrico e la rete di protezione. E' questa la lunga serie di intimidazioni compiute a Partinico nelle ultime settimane. Stavolta però i mafiosi, o chi per loro, non hanno puntato direttamente al direttore di Telejato Pino Maniaci, ma ai suoi più stretti collaboratori. Un tentativo per scoraggiare tutte quelle persone che a lui si avvicinano per dare una mano e lottare accanto a lui in questa lotta quotidiana contro mafia e malaffari. Un tentativo per far sentire lui e la sua famiglia, colpiti più volte da pesanti minacce, più soli.<br />
Secondo Pino Maniaci “Qualcuno allo scopo di mettere il bavaglio alla nostra libera informazione, sta tentando di mettere paura a quanti collaborano quotidianamente con me. Una mossa subdola che mi ricorda i primi anni del duemila. Un tentativo di scoraggiare non tanto i ragazzi che si avvicinano e che ancora oggi sono qui al nostro fianco, ma le loro famiglie che ovviamente si preoccupano per i propri figli. Ebbene io a questa gente rispondo che noi non siamo soli. Che con noi c'è la società civile, ci sono le autorità. Al nostro tg sono intervenuti magistrati, politici e rappresentanti dell'associazionismo antimafia”. “A Partinico non si respira una bella aria – continua Maniaci - L'operazione 'The End' che ha rimandato in galera alcuni dei 'Fardazza' non basta a dire che è finita qui. Ci sono altri familiari dei Vitale che sono qui, nelle loro abitazioni e da lì fanno valere il proprio potere. Poi ci sono i giovani rampolli che vorrebbero emergere ed accrescere il proprio prestigio. C'è vento di guerra a Partinico. Nei mesi scorsi hanno rubato diverse macchine Fiat Uno per commettere degli omicidi o delle operazioni criminali, per poi bruciarle. Ora giusto l'altro giorno hanno rubato una nuova Fiat Uno. Solo un caso? Staremo a vedere”. Quindi conclude con una considerazione: “Noi continueremo a fare il nostro dovere e portare avanti il nostro lavoro. I mafiosi noi li chiamiamo PDM: Pezzi di Merda. Questo a loro da fastidio, ma non ci fermiamo e continueremo a denunciare. L'importante però è che si continui sempre a tenere alta l'attenzione, non solo su di me, ma anche sui ragazzi che ogni giorno collaborano con Telejato”.<br />
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<b>La redazione di </b><i>ANTIMAFIADuemila</i><b> esprime tutta la propria solidarietà e vicinanza a Pino Maniaci e a tutti i collaboratori di Telejato.</b><br />
<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"><b><br />
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<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"><b>LINK: </b></span><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Verdana, 'Lucida Grande', Tahoma, Arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 16px;"><b><a href="http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33576/">http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33576/</a></b></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-42728513299936270592011-03-25T17:03:00.000+01:002011-03-25T17:03:08.312+01:00Omicidio Bosio, chiesto giudizio per boss Nino Madonia<b style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img class="rg_hi" data-height="194" data-width="260" height="194" id="rg_hi" src="http://t3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSZjTFc_eQXvrlPYHIcM845HBnhNmUGuXef7KmnFzI--mo_ToKZaw" style="height: 194px; width: 260px;" width="260" /></b><br />
<b>25 marzo 2011<br />
Palermo.</b> A quasi trent'anni l'omicidio di Sebastiano Bosio, il primario della Chirurgia vascolare del Civico assassinato il 6 novembre 1981 la Procura ritiene di aver individuato uno degli assassini: il pm della Dda Lia Sava ha chiesto il rinvio a giudizio per il boss del quartiere Resuttana, Antonino Madonia, dopo la perizia dei carabinieri del Ris sui proiettili utilizzati dai sicari. L'arma che fu usata per uccidere Bosio, una calibro 38, sarebbe infatti la stessa che sette mesi dopo, il 5 giugno 1982, fu utilizzata dal killer per uccidere due meccanici di Passo di Rigano, Francesco Chiazzese e Giuseppe Dominici. Per quel duplice omicidio, Madonia è stato condannato. Il boss era già stato indagato per l'omicidio sulla base delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia ma non si trovavano riscontri e l'inchiesta stava per essere archiviata l'anno scorso. Iil gip ha chiesto nuove indagini e sono venuti fuori i proiettili del delitto rimasti dentro una cassaforte dell'istituto di Medicina legale del Policlinico. Le indagini sul caso Bosio erano state archiviate negli anni '80 e riaperte tra il '95 e il '96, per essere poi di nuovo archiviate. Il pm Sava le aveva riaperte nel 2005, «incrociando» le dichiarazioni dei pentiti Francesco Di Carlo e Francesco Marino Mannoia, che avevano indicato fra i killer alcuni dei componenti della famiglia mafiosa dei Madonia di Resuttana. Secondo la tesi dei collaboranti Bosio, considerato inavvicinabile dai boss, sarebbe stato ucciso per avere trattato senza il dovuto rispetto alcuni mafiosi. <br />
<br />
<i>ANSA</i><br />
<div style="clear: both; text-align: left;"><br />
<hr /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-81756647548654425522011-03-25T17:01:00.002+01:002011-03-25T17:01:55.141+01:00Gratteri: ''Da anni la mafia ha interessi nel traffico dei migranti''<b style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img class="rg_hi" data-height="265" data-width="190" height="265" id="rg_hi" src="http://t0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQ9DJ6DjytHtvj2vr_oOImwFKkZNQWKOlystpT_pb_N3oN4sxUgTQ" style="height: 265px; width: 190px;" width="190" /></b><br />
<b>25 marzo 2011<br />
Firenze. </b>L'interesse e l'ingerenzà delle mafie nel traffico dei migranti «avviene da tempo. È da decenni che c'è il controllo delle coste per la regolamentazione di questi sbarchi». Lo ha detto Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Repubblica del tribunale di Reggio Calabria, a margine di un incontro a Firenze sul tema delle mafie, rispondendo ai giornalisti sui rischi di possibili interessi delle cosche mafiose nel possibile business provocato dalla fuga dei migranti dal Nordafrica. Gratteri ha anche ricordato che «le mafie utilizzano manovalanza di extracomunitari a basso costo proprio come sfruttamento». <br />
<br />
<i>ANSA</i><br />
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<br />
<b>''Mafia investe dove c'e' denaro per mimetizzarsi''<br />
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25 marzo 2011<br />
Firenze.</b> «Il problema delle mafie non è solo un problema dell'Italia meridionale, ma riguarda l'Italia intera, riguarda l'Europa. Le mafie investono dove c'è denaro, per mimetizzarsi meglio». Lo ha detto Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Repubblica del tribunale di Reggio Calabria, nel corso di un incontro sul tema delle mafie in Palazzo Medici Riccardi a Firenze. «C'è bisogno che i giovani prendano subito coscienza di questo problema - ha aggiunto Gratteri -, perchè le regioni del nord, i territori del nord sono invasi da soggetti che hanno grande liquidità, provento del traffico di cocaina: quindi possono venire qui a comprare immobili e poi condizionare e controllare l'economia». Gratteri è intervenuto oggi ad una lezione sulle mafie nell'ambito del progetto 'Campionato di Giornalismò, concorso-laboratorio di scrittura giornalistica, organizzato da anni dal quotidiano 'La Nazionè. Al dibattito hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci e il giornalista e scrittore, Antonio Nicaso.<br />
<br />
<i>ANSA</i><br />
<div style="clear: both; text-align: left;"><br />
<hr /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-48637952019638464982011-03-25T17:00:00.002+01:002011-03-25T17:00:38.625+01:00Camorra: faida villa Literno, 11 arresti<strong style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img class="rg_hi" data-height="194" data-width="259" height="194" id="rg_hi" src="http://t3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTHjLrerfOliW9NyGpX67gWqJLJuS8Q04x8wLeFD7XfAKwYAEtX0g" style="height: 194px; width: 259px;" width="259" /></strong><br />
<strong>25 marzo 2011<br />
Napoli. </strong>Figura anche Raffaele Bidognetti, figlio del capoclan Francesco, tra gli undici affiliati e fiancheggiatori al clan dei «Casalesi» del gruppo Bidognetti arrestati oggi dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta. <br />
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Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dell'omicidio, commesso nel maggio del 2004 di un 19enne affiliato a un gruppo camorristico contrapposto a quello dei «Bidognetti». In particolare, Raffaele Bidognetti, di 37 anni, è ritenuto dagli investigatori il mandante dell'assassinio del giovane. L'uccisione del 19enne era stato preceduto, pochi giorni prima, da un ulteriore agguato nei suoi confronti, non andato però a buon fine. L'omicidio si inserisce nel contesto della guerra intestina consumatasi nel clan «dei Casalesi» tra i gruppi Tavoletta-Ucciero e Bidognetti, che si contendevano la supremazia nella gestione delle attività criminose a Villa Literno (Caserta). Una faida protrattasi dal 1997 al 2005 che fece numerose vittime in entrambe le fila. <br />
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<i>ANSA</i><br />
<div style="clear: both; text-align: left;"><br />
<hr /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-66926171819592886632011-03-25T16:59:00.000+01:002011-03-25T16:59:09.638+01:00Castelvetrano: quando secondo alcuni i giornalisti sono peggio della mafia<b style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img class="rg_hi" data-height="194" data-width="259" height="194" id="rg_hi" 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<b>di Rino Giacalone - 25 marzo 2011</b><br />
Documento del Consiglio comunale di Castelvetrano. <i><b>Il Consiglio Comunale di Castelvetrano in riferimento al servizio televisivo </b></i><i><b>andato recentemente in onda nel corso della trasmissione Exit di La 7, </b></i><i><b>esprime il suo rincrescimento per un simile tendenzioso modo di fare informazione, tutto teso a presentare in modo distorto la realtà di questa città; ribadisce la sua ferma condanna, a tutti i livelli, del fenomeno mafioso, la sua fiducia nelle forze dell’Ordine e nella Magistratura, il suo intendimento a promuovere i valori della legalità e della partecipazione democratica. Se questa, nostro malgrado e senza nostra colpa, è la città di Messina Denaro, essa è pure la città che ha voluto edificare il suo nuovo Municipio e le sue nuove caserme della Polizia di Stato e della Finanza sui terreni strappati alla mafia, per volere plasticamente significare la rivincita dello Stato sui frutti del malaffare e della violenza; questa è la città che ha voluto affidare molti e molti ettari di terreni confiscati a Cosa Nostra ad associazioni e cooperative, che oggi permettono a tanti giovani di riscattarsi da un passato difficile; questa è la Città dove ha sede il Consorzio Provinciale per la Legalità, in uno stabile, confiscato anch’esso alla mafia e che ha assunto il nome di “Casa Falcone e Borsellino”; questa è la città che nel corso di una delle tante carovane dell’antimafia ha voluto che sulle sue mura gli artisti di strada, i cosiddetti writers, lasciassero tangibili e duraturi i segni della rivolta alla mafia e della volontà di riscatto; questa è la città in cui i giovani sono stati protagonisti di innumerevoli iniziative, tra cui, a maggio scorso, un significativo corteo della legalità; questa è la città dove le scuole, a parte i progetti per così dire curriculari di educazione alla legalità, si sono rese protagoniste di tantissime manifestazioni che sarebbe qui lungo enumerare; questa è la città dove oggi anche la direzione del neonato Parco Archeologico ha avvertito la sensibilità di iniziare, d’intesa con la civica amministrazione, il primo dei suoi incontri culturali al Baglio Florio, con una manifestazione contro la mafia. Il Consiglio Comunale è ovviamente consapevole che, come in tante altre parti della Sicilia e dell’Italia, la pianta del malaffare alligna anche in questo territorio, ma vuole anche sottolineare quanto importanti siano stati i colpi inferti, alla organizzazione mafiosa; e di quanto sia rilevante, nel contempo, la crescita nell’opinione pubblica, e soprattutto nei giovani, di una nuova sensibilità civica fondata sui valori della libertà e della giustizia. Il Consiglio Comunale auspica che tali segnali siano doverosamente raccolti anche da parte degli operatori dell’informazione che, a volte, sembrano più alla caccia della notizia sensazionale o del “caso” da sbattere in prima pagina, piuttosto che tesi a cogliere dal di dentro le dinamiche di una società che vuole cambiare.</b></i><br />
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Questa è la reazione del Consiglio comunale di Castelvetrano. Invece di prendersela con chi, tra i propri concittadini, dinanzi a chi ai microfoni de La 7 ha detto che Matteo Messina Denaro, il super boss latitante, condannato a decine di ergastoli, autore delle peggiori stragi, è una persona perbene e che dovrebbe fare il sindaco della città, attacca i giornalisti. Nemmeno una parola sul sindaco di Castelvetrano, Pompeo, che intervistato si è augurato che il boss si costituisca così da potere affrontare i processi, dimenticando che i processi già ci sono stati e le condanne sono diventate definite. Ma ovviamente non essendosi mai costituito parte civile certe cose non le può sapere. L'unica cosa che i consiglieri hanno saputo i consiglieri belicini fare è stata quella di attaccare i giornalisti. E così il Consiglio comunale di Castelvetrano ha approvato un documento contro Exit (trasmissione su Messina Denaro) e i giornalisti. Al solito si rivendica che i giornalisti non si occupano delle belle cose. Ma non si riflette che se si mette la campana del silenzio sopra le cose che non vanno queste non saranno mai denunciate e non c'è fiducia da concedere a questa classe politica belicina che il malaffare non lo ha mai denunciato. Il lungo documento omette di ricordare le mancate costituzioni di parte civile del Comune nei processi contro Messina Denaro e soci, omette di ricordare come mai in un battibaleno fu permesso a Grigoli di costruire il suo maxi centro commerciale non dice del silenzio calato, da tutti i fronti, sull'incendio della casa dell'arch. Calamia e sul suo coraggio. Non parla di un imprenditore oleario che per avere creato un consorzio tra i produttori interrompendo una parte di catena del prezzo controllato dai mafiosi subì un attentato incendiario.... Potrei continuare ma queste sono le contraddizioni di chi predica bene e razzola male.....e allora speriamo che Exit torni perchè di cose da fare uscire fuori ce ne sono ancora tante alla faccia di chi dice che va tutto bene madama la marchesa.<br />
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<hr /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-16125057180725164002011-03-25T16:56:00.002+01:002011-03-25T16:56:40.829+01:00Mafia: uccise rivale, nuova ordinanza custodia a boss Messina<b style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img class="rg_hi" data-height="186" data-width="270" height="186" id="rg_hi" 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style="cursor: move; height: 186px; width: 270px;" unselectable="on" width="270" /></b><br />
<b>25 marzo 2011<br />
Messina.</b> Una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere con l'accusa di omicidio con l'aggravante della premeditazione e del metodo mafioso è stata notificata dalla polizia di Messina al presunto boss mafioso Gaetano Barbera, 41 anni, detenuto nel carcere di Terni al regime del 41 bis. Secondo gli investigatori La Barbera, il 18 febbraio del 2005, avrebbe ucciso insieme con un compice un esponente di un clan rivale, Stefano Marchese. L'agguato avvenne a Messina, all'interno dell'area di servizio Esso sul viale Annunziata. L'indagine si è basata anche sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Salvatore Centorrino, Tommaso Marchese, Santo Balsamà e Nunzio Bruschetta. Secondo la polizia l'omicidio sarebbe da inquadrare nei contrasti maturati tra i clan criminali di Giostra per il predominio del territorio e la gestione delle attività illecite. In particolare ci sarebbe stata una contrapposizione tra il gruppo capeggiato da Giuseppe Minardi, di cui Stefano Marchese era amico fraterno, e il clan di Gaetano Barbera. <br />
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<i>ANSA</i> <br />
<div style="clear: both; text-align: left;"><br />
<hr /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-34223686364625821442011-03-24T23:23:00.002+01:002011-03-24T23:23:29.685+01:00Omicidio Ingarao: cinque ergastoli, tra i condannati i Lo Piccolo<b style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img class="rg_hi" data-height="225" data-width="225" height="225" id="rg_hi" src="http://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRF1pXJLS-B6gZpyOACZdyA8M4u5rlyKuf7T21hQU8teczZDaTMxQ" style="height: 225px; width: 225px;" width="225" /></b><br />
<b>24 marzo 2011<br />
Palermo.</b> I giudici della prima sezione della Corte d'Assise di Palermo hanno condannato all'ergastolo cinque mafiosi imputati dell'omicidio del boss Nicola Ingarao ucciso a Palermo il 13 giugno 2007. Carcere a vita per i boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, padre e figlio, Francesco di Piazza, Andrea Adamo e Vito Palazzolo. La Corte d'Assise ha così accolto le richieste avanzate dai pm del processo, Francesco Del Bene e Roberta Buzzolani. Secondo i giudici i Lo Piccolo sarebbero stati i mandanti del delitto, gli altri tre avrebbero svolto invece un ruolo operativo. Già in precedenza due pentiti rei confessi, Andrea Bonaccorso e Gaspare Pulizzi, sono stati condannati a dieci anni e mezzo di carcere. I due ammisero di essere stati i killer di Nicola Ingarao, uomo di fiducia del boss Nino Rotolo, acerrimo nemico dei Lo Piccolo. Ingarao durante alcune intercettazioni ambientali aveva parlato male dei due Lo Piccolo che, quando lo vennero a sapere, decretarono al sua morte, come ha raccontato il collaboratore Pulizzi. <br />
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<i>Adnkronos</i> <br />
<div style="clear: both; text-align: left;"><br />
<hr /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1480389884039924396.post-44055725460719508862011-03-24T20:46:00.000+01:002011-03-24T20:46:27.966+01:00Una nuova ombra sul governo Berlusconi<span style="clear: left; color: maroon; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img class="rg_hi" data-height="193" data-width="261" height="193" id="rg_hi" src="http://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcStJAm5zQYQfLv0xMEwAZWUhD4HbpMfkawz2NakoOT3RTErr2FL" style="height: 193px; width: 261px;" width="261" /></span><b></b><br />
<b><span style="color: maroon;">Le riserve del Quirinale sulla nomina di Saverio Romano a ministro dell'Agricoltura</span></b><br />
<b>di Roberto Morrione - 24 marzo 2011</b><br />
L’ombra della mafia ha varcato la soglia del Quirinale, lontana, forse volatile, ma pur sempre minacciosa e incombente. <a $included="null" href="http://www.liberainformazione.org/news.php?newsid=14230" target="_blank"><i></i></a> <br />
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L’ha portata con sé, ancora una volta, il presidente del consiglio Berlusconi, che ha costretto Giorgio Napolitano, nonostante le serie riserve da lui espresse per più giorni, a firmare la nomina a ministro dell’Agricoltura di Saverio Romano, su cui pendono due inchieste, una per corruzione aggravata e una per concorso esterno in associazione mafiosa. Per quest’ultima il pubblico ministero Di Matteo aveva chiesto l’archiviazione, per mancanza di prove, ma il Gip ha mantenuto aperta l’inchiesta, fissando la decisione al 1mo aprile. Subito dopo la firma della nomina, decisa perché non sussistevano “impedimenti giuridico-formali”, Napolitano ha diramato una dura nota senza precedenti in cui ribadisce le sue riserve e auspica un chiarimento sulle “gravi imputazioni” giudiziarie di Romano nei procedimenti in corso.<br />
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E’ evidente, in questa vicenda, che il Capo dello Stato ha voluto evitare, accordando la firma, un conflitto istituzionale di più vaste proporzioni, nonché le inevitabili accuse sulla presunzione di innocenza di un politico indagato, ma non imputato, che sarebbero venute dalla maggioranza, ribadendo però la sua fiducia nell’iter giudiziario e rivendicando nel pieno rispetto della Carta costituzionale l’autonomia di valutare alla fine se e come Romano uscirà innocente dalle inchieste ancora aperte. E’ altrettanto evidente che il premier ha forzato la mano, sfidando così apertamente il Capo dello Stato perché indotto dal diktat dei cosiddetti “responsabili”, che chiedono di riscuotere con posti al governo il prezzo del loro appoggio al governo. Proprio subito dopo la notizia della avvenuta nomina, nella Giunta per le Autorizzazioni a Procedere hanno salvato per un voto di scarto la decisione di far passare il conflitto di attribuzione al tribunale dei ministri nel processo Ruby.<br />
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Questa sorta di ricatto cui Berlusconi è sottoposto da coloro che ha faticosamente acquisito sul “mercato” degli acquisti in cui si è trasformato nei mesi scorsi il Parlamento, è per lui vitale soprattutto in vista di quel “processo breve”, rispolverato con l’emendamento “ad personam” sulla prescrizione riguardante gli imputati incensurati (costruito appositamente per lui) che approderà fra pochi giorni in Parlamento e che, se approvato, annullerà di fatto il processo Mills e quelli Mediatrade e Mediaset, già moribondi per le precedenti leggi “ad personam” su misura del premier.<br />
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E’ però del tutto aperta e vale la pena di approfondire la posizione di Saverio Romano, siciliano rampante formatosi alla scuola di potere della DC, poi passato all’UDC al fianco di Cuffaro e ora capofila dei “responsabili”, divisi peraltro nella caccia ad altri posti nel rimpasto di governo. Già nella richiesta di archiviazione della Procura di Palermo per l’accusa di concorso esterno, si parla di una sua “contiguità” con ambienti mafiosi. Elementi emersi anche dalla sentenza definitiva di condanna che ha portato in carcere Totò Cuffaro e relativi a frequentazioni e scambi elettorali con il pentito di mafia Francesco Campanella, che ha chiamato in causa la potente famiglia mafiosa di Villabate. Non prove, ma certo consistenti dubbi, se il Gip ha tenuto aperta l’inchiesta e lo stesso Capo dello Stato ha voluto prendere clamorosamente le distanze dalla nomina.<br />
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C’è poi l’accusa di corruzione aggravata, lanciata da Massimo Ciancimino e che riguarda una mazzetta che Romano avrebbe ricevuto – secondo la testimonianza - nell’ambito di un’azione di intermediazione su affari della metanizzazione in Sicilia. Infine può investire Romano la vicenda del comune natale di Belmonte Mezzagno, suo feudo elettorale, amministrato dallo zio Saverio Barrale, su cui pende la minaccia dello scioglimento per infiltrazioni mafiose. L’imbarazzato silenzio del ministro Maroni, che ha inviato in quel paese 3 ispettori, è stato eloquente quando gli hanno chiesto un commento sulla nomina di Romano…<br />
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E’dunque ancora una volta la questione morale, con pesanti risvolti giudiziari, che investe il premier , richiamando altri casi di ministri e uomini di governo o essenziali nella maggioranza, indagati, processati, proposti per altisonanti carriere e ritirati o costretti alle dimissioni dopo le inchieste della magistratura o le resistenze costituzionali del Capo dello Stato, da Bertolaso a Verdini, al centro delle indagini sulla “cricca”, da Dell’Utri, pluricondannato per concorso esterno alla mafia, all’ex ministro Scajola e al suo successore Brancher, fino al sottosegretario Cosentino, che sarebbe stato da tempo arrestato per camorra se non fosse stato salvato inopinatamente in Parlamento.<br />
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Un’ombra lunga e pesante, dunque, alla quale devono opporsi con ben maggiore forza, incisività e unità tutte le forze di opposizione e i cittadini nel Paese che vogliono difendere la Costituzione, riaffermare il principio che “la legge è eguale per tutti”, esigere che chi governa l’Italia non possa avere scheletri nell’armadio o calpestare impunemente i principi che sono alla base della libertà della Repubblica.<br />
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Tratto da:</b> <a $included="null" href="http://www.liberainformazione.org/news.php?newsid=14230" target="_blank"><i><span style="color: #006da3;">liberainformazione.org</span></i></a><br />
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