La cattura nella stessa Casal di Principe, come avvenne con il padrino Francesco "Sandokan" Schiavone
dal nostro inviato CONCHITA SANNINOCASAL DI PRINCIPE - Colpo al cuore della cosca di Gomorra: la polizia ha arrestato il latitante numero uno del temibile clan dei Casalesi, Antonio Iovine, conosciuto con il soprannome di 'O Ninno. Il capo della camorra era in fuga dalla giustizia da circa quindici anni ed era tra le priorità investigative nell'azione di contrasto alla criminalità organizzato. Il blitz è stato messo a segno dalla Squadra mobile di Napoli, dalla sezione Criminalità guidata dal vicequestore Andrea Curtale assieme ai colleghi di Caserta che seguivano da tempo le sue tracce.
LINK:
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/11/17/news/antonio_iovine-9224416/
(Nella pagina troverete i collegamenti a foto e video.)
Una frase fa scattare il blitz.L'operazione è entrata nella fase cruciale in seguito a una intercettazione telefonica sull'utenza di una delle persone presso cui il camorrista si era stabilito. Ieri sera è stata infatti intercettata una telefonata in cui si avanzava all'interlocutore una richiesta ritenuta insolita come quella dell'acquisto di un panettone. Sarebbe stata tale circostanza a indurre negli investigatori il fondato sospetto sulla presenza di Iovine nella abitazione di via Cavour a Casal di Principe. Secondo gli inquirenti, Iovine da almeno sei o sette mesi si nascondeva presso la famiglia di Marco Borrata, il 43enne incensurato arrestato per favoreggiamento. Iovine avrebbe trascorso gran parte della sua latitanza nel suo paese, con rari spostamenti, soprattutto in Francia, nonchè in Emilia e in Toscana, regioni dove il clan avrebbe esteso le sue attività economiche.
Il pool. Le indagini sono state seguite dai pubblici ministeri del pool anticamorra Antonello Ardituro e Alessandro Milita. A coordinare il lavoro degli inquirenti il procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho
Il nascondiglio. - Si trovava in un covo di Casal di Principe, nella quinta traversa di via Cavour, in casa di un uomo considerato adesso un suo fiancheggiatore. Iovine si nascondeva in una intercapedine ricavata in una villetta appartenente alla famiglia di Marco Borrata, 43 anni. Il superlatitante era disarmato; nella villetta invece la polizia ha trovato una pistola, regolarmente denunciata, appartenente a Borrata.
La fuga dal terrazzo. Il boss ha tentato di fuggire da un terrazzo ma una volta raggiunta si è lasciato ammanettare senza fare più resistenza, durante il blitz non è stato sparato un solo colpo di pistola.
Il curriculum criminale. Iovine ha quarantasei anni ed è già stato condannato all'ergastolo nel processone alla camorra chiamato Spartacus uno è implicato in indagini che rigaurdano almeno sei omicidi.
Il manager del crimine. Con il superlatitante Michele Zagaria, Antonio Iovine, arrestato oggi dalla polizia, è considerato il capo storico del clan dei Casalesi. Quarantasei anni, nativo di San Cipriano d'Aversa (Caserta), Iovine, soprannominato 'O Ninno, era nell'elenco dei trenta latitanti più pericolosi d'Italia. Latitante da circa 15 anni, Iovine deve scontare la pena dell'ergastolo comminata nei suoi confronti in sede di appello al maxiprocesso Spartacus, nel giugno del 2008. Componente con Zagaria della diarchia che dalla latitanza ha diretto gli affari criminali del clan, Iovine è considerato il 'boss manager', la mente affaristica del sodalizio impegnato tra le altre attività anche nel business della spazzatura. A lui viene attribuita la capacità del clan di espandere i propri interessi ben oltre i confini campani. E' Iovine, per gli inquirenti, a rappresentare per anni la camorra che fa affari e che ricicla i proventi delle attività illecite, droga e racket su tutte, nell'economia pulita e nel business del cemento fino a costruire l'impero di Gomorra, come testimoniato dai continui sequestri di beni disposti da parte della magistratura.
Esultanza in questura. Felicità per il colpo anticamorra messo a segno tra gli agenti della questura di Napoli dove è stato trasferito il superboss. Iovine è sceso da un'auto in compagnia del capo della squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani. Una volta entrati nel garage della questura Pisani ha prelevato personalmente il padrino per condurlo negli uffici investigativi.
Il sorriso del padrino. Iovine, pullover amaranto girocollo, pantaloni a tubo di velluto nero e Timberland chiare, al momento dell'uscita dalla Questura di Napoli, ha guardato con un sorriso abbozzato la folla di cameramen, fotografi e curiosi che si era radunata, girando la testa da un lato e dall'altro a favore dei flash.
Il pool. Le indagini sono state seguite dai pubblici ministeri del pool anticamorra Antonello Ardituro e Alessandro Milita. A coordinare il lavoro degli inquirenti il procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho
Il nascondiglio. - Si trovava in un covo di Casal di Principe, nella quinta traversa di via Cavour, in casa di un uomo considerato adesso un suo fiancheggiatore. Iovine si nascondeva in una intercapedine ricavata in una villetta appartenente alla famiglia di Marco Borrata, 43 anni. Il superlatitante era disarmato; nella villetta invece la polizia ha trovato una pistola, regolarmente denunciata, appartenente a Borrata.
La fuga dal terrazzo. Il boss ha tentato di fuggire da un terrazzo ma una volta raggiunta si è lasciato ammanettare senza fare più resistenza, durante il blitz non è stato sparato un solo colpo di pistola.
Il curriculum criminale. Iovine ha quarantasei anni ed è già stato condannato all'ergastolo nel processone alla camorra chiamato Spartacus uno è implicato in indagini che rigaurdano almeno sei omicidi.
Il manager del crimine. Con il superlatitante Michele Zagaria, Antonio Iovine, arrestato oggi dalla polizia, è considerato il capo storico del clan dei Casalesi. Quarantasei anni, nativo di San Cipriano d'Aversa (Caserta), Iovine, soprannominato 'O Ninno, era nell'elenco dei trenta latitanti più pericolosi d'Italia. Latitante da circa 15 anni, Iovine deve scontare la pena dell'ergastolo comminata nei suoi confronti in sede di appello al maxiprocesso Spartacus, nel giugno del 2008. Componente con Zagaria della diarchia che dalla latitanza ha diretto gli affari criminali del clan, Iovine è considerato il 'boss manager', la mente affaristica del sodalizio impegnato tra le altre attività anche nel business della spazzatura. A lui viene attribuita la capacità del clan di espandere i propri interessi ben oltre i confini campani. E' Iovine, per gli inquirenti, a rappresentare per anni la camorra che fa affari e che ricicla i proventi delle attività illecite, droga e racket su tutte, nell'economia pulita e nel business del cemento fino a costruire l'impero di Gomorra, come testimoniato dai continui sequestri di beni disposti da parte della magistratura.
Esultanza in questura. Felicità per il colpo anticamorra messo a segno tra gli agenti della questura di Napoli dove è stato trasferito il superboss. Iovine è sceso da un'auto in compagnia del capo della squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani. Una volta entrati nel garage della questura Pisani ha prelevato personalmente il padrino per condurlo negli uffici investigativi.
Il sorriso del padrino. Iovine, pullover amaranto girocollo, pantaloni a tubo di velluto nero e Timberland chiare, al momento dell'uscita dalla Questura di Napoli, ha guardato con un sorriso abbozzato la folla di cameramen, fotografi e curiosi che si era radunata, girando la testa da un lato e dall'altro a favore dei flash.
LINK:
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/11/17/news/antonio_iovine-9224416/
(Nella pagina troverete i collegamenti a foto e video.)
Nessun commento:
Posta un commento