
GC. Penso che la paura verso il diverso sia uno dei maggiori freni inibitori del turismo contemporaneo. Inserisco il suo testo La mafia spiegata ai turisti nel più ampio discorso sulla conoscenza del luogo in assenza di pregiudizi. Cosa pensa del turismo contemporaneo?AC. Mi pare di notare, anche sulla base di qualche esperienza personale, una duplice - contraddittoria - linea di tendenza. L'evoluzione positiva è verso un turismo etico, responsabile: con una Ong siciliana sono stato ad esempio a visitare il Brasile evitando gli alberghi lussuosi (dunque sostenendo le strutture di accoglienza di tipo familiare) e visitando associazioni, cooperative, movimenti con cui questa Ong (Cooperazione internazione Sud-Sud) collabora in progetti di sviluppo. Quello che abbiamo risparmiato evitando il lusso superfluo si è trasformato in finanziamento di questi progetti di solidarietà internazionale. Tuttavia sarebbe ingenuo non vedere anche una tendenza involutiva verso un turismo predatorio che gira il mondo per comprare a basso prezzo monili artigianali da rivendere in patria ad un prezzo decuplicato o, peggio ancora, per comprare a costi ridicoli i corpi di adulti e minori. D'altronde un civiltà che non sa guardare, nel senso del silenzioso piacere contemplativo, le bellezze che custodisce nel proprio patrimonio naturalistico e storico, come potrebbe generare turisti in grado di apprezzare e fruire con rispetto i tesori degli altri?

GC. Lo scopo del volume è quello di riuscire a ridurre le diverse forme di pregiudizio nei confronti di una terra molto bella come la Sicilia. Quali altre strategie è necessario adottare sia a livello personale che sociale nei confronti di un luogo come la Sicilia?AC. Bisogna certo abbattere il pregiudizio che vede nella mafia un pericolo immediato per i turisti. Ma senza dimenticare che, sia pure a largo raggio e nel lungo periodo, il sistema di potere mafioso è davvero un ostacolo allo sviluppo della Sicilia. Basti pensare ad un solo aspetto: i governi che si sono succeduti (quasi sempre dello stesso orientamento moderato e filo-mafioso) hanno accresciuto il consenso elettorale concedendo ai cittadini più intraprendenti di deturpare il panorama con costruzioni abusive, poi sistematicamente sanate. Direi dunque che mentre spieghiamo ai turisti di non dover temere la mafia immaginaria (non siamo nel Far West!), dovremmo impegnarci a liberarci dalla mafia reale che sacrifica il bene comune a favore degli interessi privati più sfacciati.
GC. Cosa pensa del turismo siciliano?AC. Vivo in un'isola che per tradizione è stata méta di turismo più che base di partenza. Partecipo quindi di una sorta di memoria collettiva di un turismo che approdava sulle nostre coste con uno sguardo misto di ammirazione per la bellezza e di morbosa curiosità per gli aspetti 'selvaggi' di larghe fasce della popolazione. Negli ultimi decenni mi pare che, lentamente, si stia riuscendo a modificare lo sguardo del visitatore: ancora ammirato per bellezze che mozzano il fiato, ma non più motivato dall'attesa di trovare fra la gente personaggi pittoreschi (figure caricaturali che appartenevano, se mai, ad altri tempi).
GC. Una riflessione breve sulla mafia e sul Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato". Di cosa si sta occupando attualmente?AC. La mafia è un fenomeno complesso (sociale, militare, economico, politico, culturale) in perenne trasformazione. Innanzitutto va dunque monitorato con una conoscenza analitica in costante aggiornamento: ed è questo il compito precipuo che si è assegnato il Centro-studi intestato a Peppino Impastato. Ma poiché il sistema di potere mafioso va anche combattuto togliendogli consenso, nessuna fatica intellettuale sarebbe sufficiente senza quell'insieme di associazioni, gruppi, centri sociali che ogni giorno si spendono nel territorio per convincere i siciliani meno consapevoli della necessità di liberarsi dalla sudditanza attuale.

Per partecipare a una di queste esperienze di turismo alternativo si possono contattare http://www.3.mow.it/sicilia/arciturismo/ o http://www.viaggisolidali.it/
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