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domenica 28 novembre 2010

Lombardo spezza il fronte antiracket

La vedova di Libero Grassi si schiera con il governatore contro Addiopizzo: "State sbagliando, siamo di fronte alla migliore delle giunte possibili"

Dalla Sicilia ancora una volta arriva la notizia dell’ennesima divisione del fronte antimafia, secondo la buona tradizione che da vent’anni a questa parte inocula il virus della frammentazione nelle migliori energie spese contro Cosa Nostra. E ancora una volta il casus belli è sempre lui, il governatore siciliano Raffaele Lombardo. A dividersi questa volta è l’antiracket, dopo che Addiopizzo ha chiesto al governatore, con una lettera aperta, di dimettersi dall’incarico per via dell’inchiesta di mafia della Procura di Catania che lo coinvolgerebbe pesantemente. All’iniziativa dell’associazione, che da anni combatte sul campo il fenomeno delle estorsioni, ha subito risposto con ferma critica Pina Maisano, la vedova dell’imprenditore Libero Grassi, ucciso dalla mafia nel 1991 perché non voleva pagare gli esattori delle cosche. Andiamo ai fatti.



Antimafia di parole e di fatti
Un paio di giorni fa i ragazzi di Addiopizzo scrivono a Lombardo queste parole: “Signor Presidente, come si fa a convincere gli operatori economici che oggi sia importante ed opportuno affrancarsi dal fenomeno del racket e da rapporti di connivenza con la mafia, se sussistono ombre su chi ricopre attualmente la carica di governatore, di una terra peraltro per decenni e per certi versi ancora adesso martoriata dalla mafia? Questa è una delle principali difficoltà, nonché una delle più frequenti domande che ci pongono molti imprenditori e commercianti con cui entriamo in contatto e che ci confidano di pagare il pizzo, ma che hanno difficoltà a maturare la forza e il coraggio di denunciare”. Difficile confutare la logica di questi ragazzi, ma ci ha provato da par suo il governatore in persona, accusando in sostanza l’associazione di essersi fatta strumentalizzare “dal bombardamento politico-mediatico che da nove mesi siamo costretti a subire a fronte di un’indagine giudiziaria che non riguarda il Presidente della Regione”. Poi c’è stata l’uscita molto meno attesa della vedova Grassi: “Questa volta Addiopizzo ha sbagliato. La presenza in giunta di due magistrati come Massimo Russo e Caterina Chinnici e dell’ex prefetto antiracket Giosuè Marino è una garanzia di credibilità. Quello di Lombardo è il migliore dei governi possibili”. Quasi non crede a queste parole Claudio Fava, giornalista e coordinatore nazionale di Sel, interpellato dal Fatto quotidiano sulla vicenda e se le fa ripetere: “Non saprei cosa dire, avrà preso un abbaglio. Parliamo di una persona che non fa parte della politica politicienne e probabilmente sarà stata ingannata dai titoli dei giornali siciliani, tutti proni davanti al governatore Lombardo”.


“Bersani annulli il Pd siciliano”
Fava spiega: “Parliamo di antimafia dei fatti, per dirla con il senatore Lumia, il quale però fa inciuci con Lombardo, batte cassa e piazza i propri amici e per restare ai dati concreti per l’appunto, ci sono fatti documentati gravissimi, come le feste alle quali partecipava da ambasciatore il fratello Angelo, che mettono in cattiva luce Lombardo. Io al suo posto andrei a nascondermi e sulla base di questi fatti Bersani dovrebbe chiedere l’azzeramento del gruppo dirigente del Pd siciliano”. L’atteggiamento della Procura di Catania, però, riguardo alla questione Lombardo non e’ chiaro. “Beh ci sono due procure”, sottolinea Fava,” quella del procuratore D’Agata che per decenza avrebbe dovuto astenersi dall’inchiesta perché fortemente compromesso sul piano delle affinità personali e poi ci sono dei magistrati che vorrebbero considerare Lombardo un cittadino come tutti gli altri”. Per la verità è stato lo stesso Procuratore D’Agata, in conferenza stampa e davanti ai titolari dell’inchiesta nella quale è indagato anche il governatore, a negare qualsiasi spaccatura in Procura e anzi ad evidenziare come anche le decisioni sul governatore siano state prese all’unanimità. Ma nessuno può negare le frequentazioni quantomeno disinvolte del governatore siciliano, da lui stesso candidamente ammesse in conferenza stampa, ma derubricate a semplici relazioni acquisite nel mondo della politica.


Le frequentazioni disinvolte
Frequentazioni che amplificano ancora di più il clamore che suscitano le dichiarazioni di Pina Maisano Grassi a difesa della sua giunta. E se da un lato lo stesso senatore Lumia dà il suo pieno appoggio alla vedova Grassi e replica con queste parole su Blogsicilia alle critiche che gli vengono mosse per l’appoggio dato a Lombardo: ”Non è un mistero che ci sono partiti, frange di partiti ed esponenti del centrosinistra le cui posizioni di contrasto nei confronti del governo regionale e del Pd, ben alimentate da certa stampa, coincidono con quelle del centrodestra berlusconiano, dell’utrista e cuffariano. Il piccolo obiettivo – rosicchiare voti al Pd e tornare all’Ars – può giustificare tutto, anche ragionare come il centrodestra e bloccare la migliore lotta alla mafia fatta in Sicilia, Rita Borsellino è in totale dissenso con l’ex parlamentare dei Verdi: “Ci sono comportamenti che, anche se non costituiscono reato, rendono comunque il politico che li ha commessi inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. E’quanto sosteneva Paolo Borsellino. Parole che mi sembrano più che appropriate per condannare il sistema clientelare su cui si regge il sistema del governatore Lombardo”. Parole sulle quali in altri casi non si erano mai registrate divergenze di vedute così nette dalle parti del centrosinistra siciliano.


Da Il Fatto Quotidiano del 27 novembre 2010

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