di Umberto Lucentini - 30 novembre 2010
La caccia ai riscontri è apertissima: conti correnti bancari, libretti al portatore, depositi. E persino la ricerca di un ristorante e del personale che vi lavorava in cui si sarebbe svolto tra il '73 e il '75 il faccia a faccia tra Vito Ciancimino, allora fresco ex sindaco di Palermo, e l'imprenditore Silvio Berlusconi.
La procura antimafia di Palermo ha ricevuto dagli investigatori della Dia i primi esiti dell'indagine nata dalle dichiarazioni di Massimo Ciancimino e della madre Epifania Scardino, la quale ha ricostruito pochi giorni fa due viaggi a Milano fatti col marito per un affare che doveva concludere con Berlusconi. E che, ha raccontato Ciancimino junior, ha dato i suoi frutti economici. Massimo Ciancimino lo ha dichiarato ai pm antimafia di Palermo: il padre Vito, ex sindaco Dc, arrestato nell'84 per i legami con i boss Totò Riina e Bernardo Provenzano, investì nel 1972 un miliardo e mezzo di lire a Milano 2, il centro residenziale costruito alle porte di Segrate dalla società Edilnord del Gruppo Fininvest di Berlusconi. Anni dopo, quando Massimo cominciò a raccogliere i racconti del padre, apprese che quell'operazione c'era stata e che era anche andata a buon fine: Ciancimino senior incassò non solo i soldi versati ma anche i proventi di quell'investimento.
Un tesoro finora sfuggito alle indagini e che adesso gli investigatori della Dia stanno cercando di rintracciare come riscontro alle dichiarazioni del figlio dell'ex sindaco Dc, che ha consegnato ai procuratori antimafia Antonio Ingroia, Paolo Guido e Nino Di Matteo gli appunti del padre (secondo gli esperti della polizia scientifica sono stati scritti tra il 1987 e il 1992).
In quei fogli manoscritti don Vito faceva riferimento a Berlusconi, a Marcello Dell'Utri ad Alamia (Francesco Paolo, imprenditore legato a Ciancimino e di cui parlò Paolo Borsellino pochi giorni prima dell'attentato del 19 luglio del '92 nell'intervista a Jean Pierre Moscardo e Fabrizio Calvi in cui si citavano Vittorio Mangano e Marcello Dell'Utri). L'ultimo fronte di indagini aperto dalla Dda di Palermo sulle dichiarazioni di Ciancimino junior, già bollate come inattendibili dall'avvocato Nicolò Ghedini, difensore di Berlusconi, parte da un punto fermo.
Massimo Ciancimino Massimo Ciancimino Massimo Ciancimino dopo aver ripetuto ancora una volta che suo padre considerava "Berlusconi una vittima della mafia", aveva parlato ai pubblici ministeri antimafia di due costruttori di Palermo utilizzati come tramite per quell'affare di Milano 2: gli imprenditori Franco Bonura (arrestato come uno degli esponenti di spicco di Cosa nostra a Palermo) e Antonino Buscemi (pure lui accusato per mafia e nel frattempo morto).
Pochi giorni fa, la madre di Ciancimino ha confermato quel viaggio e quell'incontro a Milano. La Dia, che aveva già iniziato un controllo a tappeto sui conti correnti, sui libretti al portatore riconducibili a Ciancimino padre e agli imprenditori Bonura e Buscemi, indicati come suoi prestanome, è quindi partita a caccia dei riscontri alle parole della vedova Ciancimino e dei possibili testimoni di quell'incontro meneghino. La pista degli investimenti a Milano 2, di cui il figlio del sindaco-mafioso ha parlato per la prima volta l'1 febbraio scorso deponendo al processo contro il generale Mario Mori, ha trovato quindi nuove conferme pochi giorni fa: Epifania Scardino in Ciancimino, venerdì 12 novembre, ha raccontato ai pm Ingroia, Guido e Di Matteo di aver accompagnato il marito a Milano dove avvennero due incontri con l'allora imprenditore Silvio Berlusconi, tra il '73 e il '75. Il faccia a faccia si sarebbe svolto in un ristorante dalle parti di piazza Diaz, in pieno centro a Milano.
Ciancimino, dopo gli anni del "sacco edilizio" di cui si rese responsabile come assessore ai Lavori Pubblici, nei giorni in cui figlio e ora anche moglie datano l'incontro di Milano con Berlusconi era già stato sindaco di Palermo (dal 25 novembre 1970 al 27 aprile 1971). La vedova, davanti ai pubblici ministeri, avrebbe detto di aver ricordato quella missione a Milano e quell'incontro con Berlusconi dopo che il figlio Massimo ne ha parlato in tv a La7 nel programma "L'infedele" condotto da Gad Lerner.
"Le dichiarazioni di Ciancimino su Milano 2 sono del tutto prive di ogni fondamento fattuale e di ogni logica, e sono smentibili documentalmente in ogni momento" ha sostenuto più volte l'avvocato-parlamentare del Pdl, Ghedini, commentando le dichiarazioni di Ciancimino junior. "Tutti i flussi finanziari di Milano 2, operazione immobiliare che ancor oggi è da considerarsi una delle migliori realizzazioni nel nostro paese, sono più che trasparenti e sono stati più volte oggetto di accurati controlli e verifiche. Tutte le risultanze hanno dimostrato la provenienza assolutamente lecita di tutto il denaro impiegato". L'avvocato del premier ha annunciato azioni legali perché parlare di "finanziamenti mafiosi è evidentemente diffamatorio".
Tratto da: espresso.repubblica.it
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