
di Aaron Pettinari - 22 novembre 2010
Sarà processato domani, con giudizio immediato, il boss Francesco Tagliavia, imputato per le stragi del '93, quella di Via dei Georgofili a Firenze (27 maggio 1993), di Via Palestro a Milano (27 luglio 1993) e di San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro (28 luglio 1993) a Roma.
La seconda corte d'assise di Firenze dovrà pronunciarsi sulle richieste della difesa a citare come testimoni il boss mafioso Giuseppe Graviano ed altri 13 testi.
Tra questi compaiono i nomi di Massimo Ciancimino, perche' i difensori vogliono che testimoni su contatti con il capitano De Donno nel 1992, e in particolare sull'oggetto degli incontri tra lui stesso, il colonnello Mori e il padre Vito, il boss Giovanni Brusca perSarà processato domani, con giudizio immediato, il boss Francesco Tagliavia, imputato per le stragi del '93, quella di Via dei Georgofili a Firenze (27 maggio 1993), di Via Palestro a Milano (27 luglio 1993) e di San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro (28 luglio 1993) a Roma.
La seconda corte d'assise di Firenze dovrà pronunciarsi sulle richieste della difesa a citare come testimoni il boss mafioso Giuseppe Graviano ed altri 13 testi.
riferire su Cosa Nostra nei primi anni '90 e del ruolo di Tagliavia nella ''eventuale fase ideativa ed organizzativa delle stragi''. Anche i pentiti Pennino, Cannella e Di Carlo compaiono nella lista presentata per loro dichiarazioni circa un interessamento alle stragi
di ambienti politici e della massoneria o addirittura di servizi segreti, anche stranieri. Anche Scalfaro dovrebbe - per la difesa - testimoniare sull'esistenza, tra il '93 e e l'elezioni del '94, ''di manovre politico-massoniche-mafiose''.
Ciampi inoltre potrebbe ricordare se, quando era presidente del Consiglio, vi furono ''pressioni esercitate per la modifica o la revoca del regime detentivo ex art.41 bis'' cioe' lo stesso tipo di testimonianza chiesta agli ex ministri dell'epoca Conso (Giustizia) e Mancino (Interni) al quale i difensori vorrebbero anche chiedere quanto sapesse di ''un progetto eversivo coinvolgente massoneria nonche' politici inquisiti per corruzione e mafia, onde tacitare le indagini di Mani Pulite con la promessa di benefici a mafiosi''. Le dichiarazioni di Di Pietro e D'Ambrosio sarebbero relative invece a minacce ricevute mentre indagavano su Enimont e ai contatti con Falcone e Borsellino per indagini su un sistema nazionale di appalti e spartizione di tangenti.
Tagliavia già in passato stato sfiorato dalle indagini di Firenze per le stragi del ’93 ma poi la sua posizione era stata archiviata.
Lo scorso marzo, l'uomo d’onore della famiglia mafiosa palermitana di Corso dei Mille e figlio del “cassiere” di Brancaccio Pietro Tagliavia, è stato raggiunto da un nuovo ordine di arresto in carcere.
Questi è accusato di strage e devastazione, in concorso, tra gli altri, con Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca, i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, Matteo Messina Denaro, Bernardo Provenzano, Salvatore Riina e Vittorio Tutino, tutti gia' condannati per l'inchiesta fiorentina sulla campagna stragista di Cosa nostra del '93-'94. Reati contestati con l'aggravante della finalita' di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico.
A far scattare il provvedimento emesso dal giudice di Firenze su richiesta della Procura (l’inchiesta è stata riaperta nel 2008) sono state le dichiarazioni di Gaspare Spatuzza, l’ex braccio destro dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano.
Spatuzza ha raccontato agli inquirenti che nel maggio del 1993 durante una riunione tenutasi in un villino, nel comune di Santa Flavia, alla quale parteciparono Gaspare Spatuzza, Giuseppe Graviano, Matteo Messina Denaro, Giuseppe Barranca, Francesco Giuliano, Cosimo Lo Nigro e lo stesso Francesco Ciccio Tagliavia venne pianificata la strage di via dei Georgofili e formalizzata la decisione di colpire i beni del patrimonio artistico cittadino.
Nonostante Tagliavia fosse finito agli arresti il 22 maggio del 1993, quattro giorni prima dell'attentato di Firenze, questi avrebbe messo comunque a disposizione tre suoi uomini (Lo Nigro, Barranca e Giuliano) come esplosivisti per compiere l’attentato, finanziandone anche le trasferte.
Spatuzza, inoltre, ha riferito che mesi dopo l’arresto di Tagliavia, durante una udienza al Tribunale di Palermo, il boss di Corso dei Mille incontrò Spatuzza e il suo picciotto Lo Nigro e in quella occasione Tagliavia disse a Lo Nigro: “Fate sapere a Madre Natura di fermare tutto il Bingo”, che significava: avvertite Giuseppe Graviano di interrompere il progetto di nuovi attentati.
Il procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi che insieme ai sostituti Giuseppe Nicolosi e Alessandro Crini ha seguito la nuova fase dell’inchiesta ha definito Spatuzza “perfettamente attendibile” e le sue dichiarazioni “determinanti” per arrivare all’arresto di Tagliavia.
L'Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, che domani mattina terrà una conferenza stampa proprio fuori della porta del Tribunale alle ore 9, ha più volte ribadito: “Cerchiamo di non mettere in conto grandi aspettative. Se poi - ha aggiunto - potra' uscir fuori qualcos'altro durante il dibattimento...speriamo sia così. Noi stiamo dalla parte della magistratura”.
LINK:
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/31741/78/
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