Ciao Benny, un altro anno è passato.
La sensazione è che siamo sempre più vicini alla verità anche se ancora non sappiamo quanto tempo, quanta rabbia, quanto dolore dovremo vedere passare prima di poterla assaporare veramente.
Ma è grazie a lei ed a i ragazzi come lei che sappiamo che il sacrificio di tuo zio Paolo e di tuo nonno Peppe non è stato vano.
Così come è grazie a te che loro, in qualche modo, sono ancora vivi.
Di seguito il ricordo di Serena e, in fondo, il post sul tuo blog del 6 Luglio di quest'anno con il commento di tua madre.
Di famiglia siciliana, nacque a Lucca Sicula il 15 febbraio 1938. Fu costretto dal mondo e dalle situazioni a maturare in fretta e iniziò a lavorare giovanissimo, mettendo su famiglia a soli 18 anni. Aveva tre figli, Antonella, Pasquale e colui che condivise il suo destino, Paolo, insieme al quale gestì, nell'ultima parte della sua vita, una piccola impresa di calcestruzzo. Paolo e Giuseppe erano uomini coraggiosi, uomini d'onore veri, lavoratori che credevano nel significato profondo del sacrificio che si compie ogni mattina quando ci si sveglia presto per andare ad aprire le saracinesche della propria impresa, costruita non con la bacchetta magica, ma col sudore e con lo sforzo. Loro non guadagnavano intimidendo le persone e rifiutandosi di fare qualsiasi sorta di sacrificio. È questa la profonda differenza che intercorre tra uomini e i cosiddetti uomini d'onore: da una parte Paolo e Giuseppe, che ricavavano i propri soldi da un lavoro più che onesto, lavorando ogni giorno, difendendo la propria Libertà e i propri inviolabili e sacro santi diritti; dall'altra parte l'angheria, l'ingiustizia, l'imposizione, la forza bruta della mafia che conquista consensi e soldi con il ricatto, con le minacce, con le richieste di pizzo.
Serena Verrecchia
martedì 6 luglio 2010
Un ricordo di mio nonno e mio zio
Pubblico, con un pizzico di commozione, questo ricordo di mio nonno e di mio zio, Giuseppe e Paolo Borsellino, che un loro compaesano mi ha spedito via mail. Nonostante la delegittimazione subita dopo la morte, ancora c'è qualcuno che ha il coraggio di raccontare chi erano davvero.
Caro Benny, vedere le foto nel sito di Paolo e dello "zu" Peppe mi hanno commosso profondamente, mi hanno riportato alla mente la spensieratezza della prima adolescenza. Mi hanno ricordato i coni gelato alla granita del bar di tuo nonno consumati all'ombra degli alberi della villetta con la statua della primavera.
Ricordo il camion carico di sabbia scaricato dallo zio Peppe davanti la porta di casa per i soliti lavoretti di manutenzione cui mio padre, seppur contadino, si prestava con una buona manualità. Ricordo tuo zio che era più grande di noi e che ascoltavamo scherzare con gli altri ragazzi più grandi da Totò dell'officina. Lo scherzo si alternava con qualche imprecazione per i contrattempi, i guasti e le seccature che il lavoro con i vecchi camion comportava. Quella era la Lucca Sicula della mia adolescenza che per gli adolescenti è sempre piena di avventure con le ragazzine e scorribande di ragazzi.
La sera che hanno ucciso tuo zio Paolo noi eravamo seduti sugli scalini del viale e ancora ricordo lo sgomento e l'incredulità che si sono diffusi in piazza. Non sembrava possibile che un giovane padre di famiglia, sorridente e scherzoso, nonostante i debiti e le fatiche, fosse stato ucciso in quel modo orribile. Lucca Sicula da quel giorno non è stata più la stessa, almeno per me e per molti dei ragazzi della nostra compagnia.
Ricordo benissimo tuo nonno Peppe vestito di nero, con la barba lunga e la morte negli occhi. Ricordo come sia invecchiato di dieci anni in pochi giorni. La sua fine l'ho sentita raccontare in frammenti da alcuni che hanno avuto la sventura di assistervi ricordandola sempre con un senso di terrore indelebile. Da quel giorno il terrore mafioso si è scatenato nel territorio, sono innumerevoli gli episodi di intimidazione subiti dai contadini nelle loro campagne, per non parlare dei numerosi furti di mezzi agricoli subiti in silenzio.
Caro Benny, a Lucca molti volevano bene a tuo zio e a tuo nonno. E' per colpa di alcuni mostri e di molti vigliacchi che è stata così cruenta la loro fine. Questa nostra Sicilia è una terra bella ma terribile, tutti in paese e nei dintorni conoscevano i tuoi cari e sapevano che erano brave persone, miti e laboriose.
[...] I lucchesi, tanti ma non tutti, purtroppo, sono gente perbene e grandi lavoratori. Se vi siete sentiti abbandonati non è stato per malevolenza o indifferenza ma per puro terrore. La strage mafiosa dei vostri cari ha sprofondato il paese nel terrore. Oggi sono genitore di due bambine e spero di educarle ai valori in cui io credo: giustizia sociale e libertà. Sembrano cose scontate ma la lotta per farli affermare in Sicilia è titanica. Stiamo sprofondando, sia a livello economico che sociale e la classe politica che ci rappresenta sembra brancolare nel buio. C'è di buono che la lotta alla mafia, grazie all'impegno di molti magistrati e agenti delle forze dell'ordine, ha fatto grandi progressi. Mai come oggi la mafia è stata così debole. Sono guardinghi e hanno paura. Se si facessero massicci investimenti governativi sulle dotazioni organiche delle procure e delle forze dell'ordine questo malefico fenomeno potrebbe anche essere debellato. Ma non se ne fanno, come mai?
La memoria ritorna alla Lucca Sicula dell'adolescenza quando una sera vidi alcuni soggetti in odor di mafia attaccare i manifesti di un partito che non sembrava un partito. Ricordo un amico che esclamò - "ma chi minchia 'mpicicanu au muru? chi c'è scritto... forza chi?". Sembrava una burla, ma ha cambiato lastoria d'Italia.
[...] Concludendo, sono contento e commosso per questo sito. E' importante ricordare i cari Paolo e lo zu Peppe Borsellino (come lo chiamavamo quando andavamo ad acquistare, con i pochi spiccioli di cui disponevamo, un cono, una granita o un cartoccio con la crema gialla) sia come vittime dell'orrore mafioso ma sopratutto come le brave persone che tutti conoscevano e tutti rispettavano.
Con affetto, anche se non ci siamo mai incontrati, ti porgo i più affettuosi saluti e i più sentiti auguri.
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