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mercoledì 8 dicembre 2010

Grasso: “Nessuna collaborazione col boss Iovine”



La smentita del procuratore nazionale antimafia dopo "criminale" fuga di notizie di un colloquio con il boss dei casalesi
Escludo nella maniera più assoluta qualsiasi ipotesi di avvio di collaborazione da parte di Antonio Iovine, il boss dei Casalesi recentemente arrestato”. E’ categorico il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso: non ci sarà nessuna collaborazione di O’Ninno, arrestato il 17 novembre scorso dopo 14 anni di latitanza. E va oltre “accusando” pubblici ufficiali di tradimento: “Di solito questi incontri si svolgono nella massima riservatezza ma questa volta ignoti, che si spera di identificare, hanno tradito il giuramento di fedeltà prestato allo Stato quali pubblici ufficiali, violando il segreto cui erano tenuti”.

E lo hanno fatto con “cinismo criminale attraverso la diffusione mediatica che lascia intendere scenari di collaborazione in realtà inesistenti, non si sono curati di porre in pericolo l’incolumità di persone che, ovviamente, in mancanza di qualsiasi presupposto di legge non possono godere di alcuna protezione, pur di favorire coloro che eventualmente avrebbero da temere da una collaborazione del boss dei Casalesi”.

Il colloquio investigativo che si è svolto nel supercarcere di Badu ‘e Carros a Nuoro, spiega Grasso, “rientra tra le attività istituzionali che il procuratore nazionale antimafia è solito svolgere ogni qualvolta, per il particolare spessore del detenuto, si reputi necessario fare opera di informazione sui diritti, doveri e benefici che comporta la legge sui collaboratori di giustizia”. E non è vero, aggiunge, che il colloquio sia durato sei ore così come anticipato dalle agenzie. Bensì “è durato meno di due ore in quanto è stato più volte interrotto per la partecipazione del detenuto a un dibattimento in video conferenza”. Di certo, se fosse vero, si tratterebbe di una collaborazione destinata a passare alla storia visto che stiamo parlando di uno dei principali boss del clan dei Casalesi. Ma per ora resta una semplice deduzione giornalistica. Ed è vero che non è affatto inusuale che un Procuratore Nazionale Antimafia si rechi nella cella di un boss del calibro di Iovine. Esattamente come avvenne quando arrestarono Totò Riina e l’allora Procuratore Nazionale Antimafia Piero Vigna andò nel supercare dell’Asinara. Un colloquio che si concluse con un nulla di fatto. Sbrigate le dovute formalità il boss corleonese rispose ad una sola domanda del Procuratore: “Ma allora signor Riina questa mafia esiste o non esiste?”

“Signor procuratore se esiste l’antimafia devo supporre che esiste anche la mafia sennò voi che minchia fate?”. Una notizia che doveva restare segreta. Il fatto che sia trapelata lascia sul terreno molte ipotesi inquietanti tra cui quella che avanza Grasso che la “diffusione della notizia, inesistente e non fondata, di un avvio di collaborazione voleva essere strumentale per l’allontanamento del detenuto dal carcere nuorese di Badu e Carros” Allora si sappia, precisa sempre Grasso, che “Iovine resterà al regime del 41 bis”. Chissà se il boss ha mostrato qualche cedimento psicologico a seguito della durezza del 41 bis a cui è sottoposto: isolamneto diurno, divieto di colloqui con i familiari, niente libri, giornali, posta, niente tv. E chissà se il boss di San Cipriano D’Aversa, condannato defininitvamente all’ergastolo nel processo Spartacus, ha lasciato aperta qualche possibilità. Magari solo nell’offrire qualche spunto investigativo per la cattura dei personaggi chiave, come il boss Michele Zagheria il boss imprenditore della calcestruzzo che ha gestito la ricostruzione post terremoto in Campania, la Tav, la costruzione della terza corsia e Mario Caterino condannato a 4 ergastoli o se invece si è mostrato inflessibile nella sua fedeltà all’organizzazione criminale.

Di certo il Procuratore Grasso è un investigatore esperto. Come dimenticare che è stato l’artefice del pentimento di Gaspare Spatuzza, il boss affiliato al mandamento Brancaccio di Palermo che ha ribaltato la verità processuale sulla strage di Via D’Amelio. Torna in mente l’ultima puntata di Vieni Via con Me quando il Procuratore Grasso, prima di leggere l’elenco delle cose di cui ha bisogno per combattere la mafia ha abbracciato e baciato affettuosamente Roberto Saviano quasi a mostragli gratitudine per aver avuto il merito di aver portato all’attenzione del mondo l’esistenza dei casalesi.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/08/il-procuratore-antimafia-grasso-%e2%80%9cnessuna-collaborazione-col-boss-iovine%e2%80%9d/80758/

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