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mercoledì 8 dicembre 2010

I festini dei reali sauditi e la mafia russa

Mentre i sostenitori di Assange sferrano attacchi informatici anche contro PayPal e Mastercard, il sito continua a diffondere i documenti diplomatici Usa
LONDRA - Mentre i sostenitori di Julian Assange proseguono con gli attacchi informatici - oggi  è toccato al sito della Mastercard 1, 'colpevole'  di aver congelato tutte le transazioni per WikiLeaks - nella speranza di ottenere la liberazione del fondatore di WikiLeaks, arrestato ieri a Londra, il sito continua a diffondere i documenti diplomatici americani, ripresi dai media di tutto il mondo.

Droga e prostitute per i reali sauditi. Eccessi di ogni genere si celano dietro il rigore religioso della famiglia reale saudita, secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche americane rivelate da Wikileaks riprese dal Guardian. Si racconta, per esempio, di una festa di Halloween organizzata lo scorso anno da un membro della famiglia reale, in cui andarono in fumo tutti i tabù della rigida morale islamica del regno wahabita. Nella villa super-sorvegliata di un facoltoso principe della famiglia al-Thunayan l'alcool scorreva a fiumi e non mancarono le prostitute. Il dispaccio, firmato dal console a Gedda, Martin Quinn, concludeva che "anche se in questo caso non ci sono testimoni diretti, l'uso di cocaina e hashish è consueto in questi ambienti sociali". Alla festa, da cui venne tenuta lontana la polizia religiosa grazie alla protezione della famiglia reale, parteciparono circa 150 persone, uomini e donne, in gran parte tra i 20 e i 30 anni.

In Europa mafia russa protetta da
. La mafia russa in Europa rappresenta una nuova 'piovra' che beneficia di protezioni a Mosca. Lo rivelano vari documenti diplomatici americani resi pubblici da WikiLeaks e pubblicati da Le Monde. Il giornale cita a questo proposito alcuni file della diplomazia Usa che riportano le preoccupazioni del procuratore spagnolo Jose Grinda Gonzales, sottolineando come proprio la Spagna sia diventata una delle basi delle organizzazioni criminali russe. Secondo il procuratore, come riportato dalla ambasciata americana l'8 febbraio 2010, la Bielorussia, la Cecenia e la Russia sono quasi degli ''Stati mafiosi'' e ''l'Ucraina lo diventerà''. Per ''ciascuno di questi Stati - afferma ancora il procuratore - non si può fare differenza tra le attività del governo e quelle dei gruppi della criminalità organizzata''. Un'ulteriore conferma è quella del procuratore di Barcellona Fernando Bermejo, impegnato nella lotta alla mafia: il 29 settembre 2009, confida a un diplomatico americano che ''moltissimi'' membri della mafia russa sono attivi in Catalogna.

Lobby americane in Russia per Visa e Mastercard. Diplomatici Usa sarebbero intervenuti per emendare una bozza di legge all'esame del Parlamento russo affinché le nuove norme non risultassero 'svantaggiose' per le aziende americane di carte di credito. Lo rivelano documenti diplomatici Usa diffusi oggi da WikiLeaks e pubblicati dal quotidiano The Guardian. La rivelazione arriva il giorno dopo l'annuncio da parte di Visa della decisione di sospendere ogni pagamento a WikiLeaks. Decisione analoga a quella presa da Mastercard, PayPal e Amazon, che già nei giorni scorsi hanno tagliato i legami con il sito, motivando lo 'stop' con il fatto che WikiLeaks sta agendo ''illegalmente''. I documenti diplomatici Usa, datati 1 febbraio 2010, rivelano che l'amministrazione Obama fece presente la situazione delle compagnie statunitensi a responsabili governativi russi. Mosca aveva annunciato l'intenzione di creare un nuovo sistema nazionale di carte di credito finalizzato alle transazioni interne, cosa che avrebbe privato Visa e Mastercard di una parte notevole di entrate. In uno dei file diplomatici, Matthias Mitman, diplomatico all'Ambasciata Usa di Mosca, sollecitava la commissione presidenziale di Obama sulla Russia a occuparsi della questione. ''La  bozza di legge - è il commento di Mitman secondo quanto riportato dai documenti pubblicati dal Guardian - continua a mettere in una situazione di svantaggio i leader del mercato delle carte di credito Usa Visa e Mastercard''. Il diplomatico esprime quindi la raccomandazione di ''fare pressione'' sui russi per un cambiamento della bozza di legge per assicurarsi che le compagnie statunitensi non siano svantaggiate.

Gheddafi, eccentrico con pochi collaboratori. Muammar Gheddafi, scrivono i diplomatici Usa nei dispacci riportati oggi dal Guardian, è un personaggio "volubile ed eccentrico" che soffre di diverse fobie, ama il flamenco e le corse dei cavalli, agisce a seconda dei suoi capricci e irrita allo stesso modo amici e nemici. Gheddafi viene spesso ridicolizzato in Occidente, ma è guardato con sospetto e paura in diverse aree del continente africano, dove leader e funzionari si oppongono al suo piano di dare vita agli Stati Uniti d'Africa, si legge ancora nei documenti. Il presidente ugandese Yoweri Museveni teme addirittura un possibile attacco libico al suo aereo. L'inviato Usa in Libia, Gene Cretz, definisce il leader libico "dipendente in modo quasi ossessivo da un piccolo circolo di persone fidate", tra cui un collaboratore con cui parla attraverso un telefono rosso. Nelle sue comunicazioni al Dipartimento di stato, Cretz sottolinea come "Gheddafi sia noto per la sua tendenza a cambiare idea". I diplomatici Usa scrivono molto anche sulla famiglia del leader libico, in particolare sui figli Saif al Islam e Muatassim. Per l'Ambasciatore Usa a Tripoli, la conclusione per gli interessi Usa è chiara: "Sebbene si possa essere tentati di vedere nelle sue eccentricità un segno di instabilità, Gheddafi è un personaggio complicato che è riuscito a rimanere al potere per 40 anni attraverso un abile equilibrio tra interessi e metodi di realpolitik. È importante garantire i contatti con Gheddafi e il suo ristretto circolo di collaboratori".

Lockerbie, Gheddafi minacciò Londra. Il leader libico Muammar Gheddafi minacciò la Gran Bretagna di "enormi ripercussioni" se Abdel Basset al-Megrahi, il responsabile dell'attentato di Lockerbie, fosse morto nella prigione in cui era detenuto in Scozia. Lo affermano altri due cablogrammi americani diffusi dal Guardian. "Senza tanti giri di parole, i libici hanno fatto sapere al governo di Sua Maestà che vi sarebbero enormi ripercussioni per le relazioni bilaterali fra Gran Bretagna e Libia" senza il rilascio in anticipo di al Megrahi, scrive il reggente dell'ambasciata americana a Londra, Richard LeBaron, nell'ottobre del 2008. Nel gennaio del 2009, l'ambasciatore americano a Tripoli, Gene Cretz, precisa che "minacce specifiche includono la cessazione immediata di qualsiasi transazione commerciale, la diminuzione di livello o il blocco delle relazioni politiche e proteste contro i siti ufficiali britannici". Cretz sottolinea che "il regime libico mantiene un approccio essenzialmente criminale". Al-Megrahi fu liberato dalle autorità giudiziarie scozzesi nell'agosto del 2009 per ragioni umanitarie, perché considerato in fin di vita. Decisione fortemente criticata dagli Stati Uniti.

Tunisia, la "quasi-mafia" di Ben Ali
. In dispacci datati giugno 2008 e luglio 2009, l'ambasciatore americano a Tunisi, Robert F. Godec, denuncia la corruzione in Tunisia, soffermandosi poi sulla famiglia del presidente Ben Ali in un capitolo apposito. "E' spesso citata come il nexus (connessione) della corruzione tunisina - scrive Godec - Definita come una quasi-mafia. Dire 'La Famiglia" basta per intendere a chi ti riferisci". In un altro cablo un paragrafo è titolato: "Il problema: un regime sclerotico e una corruzione crescente".

Tunisini da Guantanamo, scontro diplomatico.
Riad Nasri e Adel Ben Mabrouk, i due tunisini provenienti dal carcere Usa di Guantanamo 'affidati' all'Italia e giunti a Milano il 30 novembre 2009, nel giugno di quell'anno furono al centro di un serrato confronto tra ambasciatori occidentali a Tunisi. Lo si legge in un altro dispaccio dell'ambasciatore Godec, che il 22 giugno del 2009 incontrò gli ambasciatori Kerll (Germania), Antonio D'Andria (Italia), Chris O'Connor (Gb), Serge Degallaix (Francia) e Bruno Picard (Canada). "L'ambasciatore italiano - si legge nel cable - dice che l'Italia ha avuto pochi problemi in passato con individui trasferiti in Tunisia. Perché il governo tunisino dovrebbe maltrattare o torturare i prigionieri trasferiti da Guantanamo?". Contro le certezze del legato italiano si espressero lo stesso Godec e l'ambasciatore canadese, affermando di avere in mano rapporti e prove di torture sui detenuti provenienti da Guantanamo nelle carceri tunisine.

Siria a Iran: "Guerra a Israele, non contate su noi". Secondo informazioni raccolte in ambienti politici siriani dall'ambasciata Usa a Damasco, trapelate oggi attraverso Wikileaks e riprese dal giornale israeliano Yediot Ahronot, la Siria informò l'Iran di non essere disposta a farsi coinvolgere direttamente in una guerra con Israele in caso di attacco contro le installazioni nucleari di Teheran. Le informazioni sono contenute in un dispaccio riservato dell'ambasciata Usa datato 20 dicembre 2009. La posizione siriana sarebbe stata comunicata all'inizio di quello stesso mese a una delegazione iraniana giunta a Damasco con la sicurezza che l'attacco di Israele all'Iran "non è questione di se, ma di quando". Per tutta risposta, la leadership siriana avrebbe avvertito gli ospiti di non aspettarsi una partecipazione delle forze siriane, né delle milizie sciite libanesi di Hezbollah o degli islamico-radicali palestinesi di Hamas. L'Iran, pare sia stato il messaggio, "è forte abbastanza" per difendere il suo programma nucleare ed eventualmente combattere contro Israele. Non solo: la Siria avrebbe escluso anche una propria partecipazione in caso di nuova guerra in Libano fra gli israeliani e Hezbollah.

Spagna offrì a Usa aumento forza militare
. Il governo socialista spagnolo offrì agli Usa nel 2008 di ospitare in Andalusia, vicino a Cadice, il comando militare americano per l'Africa (Africom), stando alle rivelazioni di WikiLeaks pubblicate oggi da El Pais. L'esecutivo di Josè Luis Zapatero fece di tutto per ricucire con l'amministrazione americana dopo lo strappo del 2004 provocato dal ritiro unilaterale dei soldati di Madrid dall'Iraq, confermano i messaggi riservati dei diplomatici Usa. "Tutte le porte sono aperte per voi. Ho detto ai miei che l'ambasciatore degli Stati Uniti e rappresentante di Obama non è un altro ambasciatore, ma qualcuno di speciale", disse il premier al nuovo capo della missione diplomatica Usa in Spagna Alan Solomont, sempre secondo i dispacci dell'ambasciata a Madrid. Washington preferì non spostare da Stoccarda, in Germania, il nuovo comando per l'Africa.
Mosca
(08 dicembre 2010)

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