Reggio Calabria. Cinque persone accusate di essere affiliate alla cosca di 'ndrangheta Lo Giudice di Reggio Calabria sono state arrestate dalla polizia nel corso di un'operazione scaturita dalle dichiarazioni del pentito Nino Lo Giudice, già capo dell'omonimo gruppo criminale. Gli arresti sono stati eseguiti dalla Squadra mobile di Reggio Calabria in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip su richiesta della Dda reggina. Uno dei cinque provvedimenti restrittivi è stato notificato a Luciano Lo Giudice, di 36 anni, fratello di Nino, già detenuto. C'è anche il presunto armiere della cosca, Consolato Romolo, di 52 anni, tra le cinque persone arrestate dalla Squadra mobile di Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione contro la cosca Lo Giudice della 'ndrangheta. Romolo, nella sua armeria di Reggio Calabria, avrebbe custodito 11 kalashnikov per conto della cosca. I mitra erano stati trovati il 15 ottobre scorso dalla polizia dopo le dichiarazioni del pentito Antonino Lo Giudice. A Romolo, in particolare, viene contestato il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso. Oltre a Luciano Lo Giudice e Consolato Romolo, le persone arrestate nell'operazione sono la moglie di Lo Giudice, Florinda Giordano, di 34 anni; il padre della donna, Antonio Giordano (74), e Paolo Gatto (42), cognato di Luciano Lo Giudice.
ANSA
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