C’è tutto questo e molto altro in “O mia bella Madu’ndrina”, edito da Aliberti, che sarà presentato lunedì 27 dicembre alle 17 presso la Sala Conferenze della Provincia di Reggio Calabria, nel quale Felice Manti e Antonino Monteleone descrivono l’espansione in Lombardia dell’organizzazione criminale più feroce.
Ma non si limitano a scattare un’istantanea dello sterminato hinterland milanese, dove i Brambilla sono messi in minoranza dai Barbaro, Morabito, Aquino, Mazzaferro, Iamonte. Hanno fatto un viaggio ripercorrendo due volte i 1200 kilometri che separano Reggio Calabria dalla sua periferia: Milano.
Ed hanno raccontato come si è trasformata l’organizzazione dalla seconda guerra di mafia in poi. Da dove e perché è cominciata l’ascesa fatta di sangue, droga e politica.
Hanno incontrato poliziotti, magistrati, politici, rampolli di ‘nrangheta, ex 007 per dimostrare come “area grigia” e “borghesia mafiosa” non siano affatto espressioni vuote di significato, ma perni solidissimi attorno ai quali la ‘ndrangheta prospera indisturbata. Lasciando cadere i rami secchi dell’organizzazione nelle mani dello Stato senza perdere terreno grazie ad una capacità straordinaria di riassetto anche dopo maxi operazioni di polizia giudiziaria come quelle degli ultimi mesi.
Ma il racconto è fatto anche delle storie più amare di veleni e sospetti che, a più riprese, hanno coinvolto un distretto giudiziario molto esposto in questa guerra ad armi impari e gettato ombre di discredito su alcuni magistrati.
Le rivelazioni dei nuovi pentiti, ancora troppo acerbe, rappresentano uno spunto per immaginare cosa riserva il futuro ad un Città dove, per fortuna, la società civile sta prendendo coscienza del problema, ma cosa ancora più importante, di sé stessa.
L’appuntamento è per lunedì 27 dicembre al Palazzo della Provincia alle 17.
Tratto da: antoninomonteleone.it
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