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venerdì 3 dicembre 2010

Sicario a 12 anni. Piccoli boss crescono nell'inferno messicano

di Jean Georges Almendras - 3 dicembre 2010La notizia viene dalla città di Morelos, in Messico. Un bambino di 12 anni, soprannominato “El Ponchis” si è trasformato in un sicario del Cartello del Pacifico del Sud, e riscuote 3.000 dollari per ogni omicidio.
   


Sempre in Messico, Marisol Valles, di 20 anni e madre di un bambino di pochi mesi, è il capo della polizia della località di Práxedis Guadalupe Guerrero: un centro sferzato dalla violenza, attualmente uno dei transiti più usati dai cartelli per introdurre droga negli Stati Uniti. Entrambe le notizie si stanno ormai diffondendo in tutto il mondo. Il male, riflesso nell’orrenda novità di un bambino quasi adolescente trasformato in un assassino a pagamento, e il bene, rispecchiato dalla giovane età di una funzionaria della polizia disposta ad affrontare i narcos della regione in cui vive perchè desidera che suo figlio viva in una comunità diversa, nella quale poter crescere senza paura.

Non si conosce il vero nome del precoce sicario e secondo le autorità locali questo adolescente è un vero problema, in un contesto di sfrenata violenza, dentro al territorio dominato dal Cartello del Pacifico Sud. Da una pubblicazione del sud ovest messicano che si chiama “Diario del Norte” apprendiamo che il ragazzo porta avanti i suoi crimini sotto il comando del capo del Cartello che opera nello Stato di Morelos, il narco Julio Jesús Radilla, la cui giurisdizione si trova in una zona molto vicina alla città di Cuernavaca. Sono più di 28 mila i morti addebitabili alla feroce attività dei narcos messicani nel proprio territorio, sicuramente alcuni di questi delitti si possono ascrivere all’adolescente. È trapelato inoltre che il minore, prima di commettere gli omicidi, tortura egli stesso le sue vittime. Non bisogna dimenticare che nel perfetto stile degli attacchi coordinati dai narcos, molti dei corpi delle persone uccise sono stati trovati ai lati delle strade o nei campi.
La figura di “El Ponchis”, secondo quanto riferisce il “Diario del Norte”, si è ingigantita al punto che attraverso Internet sono state diffuse fotografie agghiaccianti, in alcune delle quali si vede l’adolescente – con le sue supposte vittime - mentre sta sgozzando un uomo o ne sta colpendo uno con un palo. Si è anche appreso che il ragazzo-sicario sarebbe accompagnato da un gruppo di donne – soprannominate Las Chavelas – alcune delle quali sue sorelle, che guiderebbero i camioncini con i cadaveri degli avversari.
Secondo l’intelligence militare gli appartenenti al Cartello del Pacifico Sud sarebbero considerati gli eredi del Cartello dei fratelli Beltràn Leyva, a Morelos, alla testa del quale ci sarebbe niente meno che il capo Héctor Beltrán Leyva, denominato “El H” e considerato il leader dell’organizzazione dopo la caduta di suo fratello Arturo nel dicembre del 2009.
Nel sottomondo della malavita messicana dei nostri giorni il ragazzino di 12 anni avrebbe acquistato notorietà nel mese di ottobre di quest’anno quando durante un’operazione militare si era sul punto di catturarlo insieme al suo capo diretto Julio Jesús Radilla.

In Messico si sta vivendo una escalation della violenza, ci si trova di fronte ad inimmaginabili atti distruttivi contro la vita umana a causa del narcotraffico, atti che colpiscono sia le persone coinvolte sia gli innocenti. E pur tuttavia in questo stesso Messico emergono ancora i più inimmaginabili gesti di valore. Un esempio che ha nome e cognome: Marisol Valles, studentessa di criminologia e capo della polizia di una città di diecimila abitanti, al comando di 19 agenti di ambo i sessi. Una città, la sua, Práxedis Guadalupe Guerrero, Stato di Chihuahua, al confine con gli Stati Uniti e vicina a Ciudad de Juarez che sorge sulla riva del rio Bravo, e il cui sindaco è stato ucciso nel mese di giugno.

Messico dei nostri giorni. Giorni in cui i bambini sono violentati dalla criminalità organizzata. Violentati nella loro vita innocente, per essere trasformati in macchine della morte e nel volto del male.  Veramente viene da ribellarsi.


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