Libera Reggio Calabria aderisce alla manifestazione del 7 gennaio in difesa dei diritti degli africani di Rosarno

Intorno alle ore 11 e 30 circa 200 migranti africani provenienti da Rosarno arrivano a Piazza Indipendenza di Reggio Calabria. Scendono dagli autobus con ordine. Ad attenderli pochi reggini. Impressiona la loro età media che probabilmente non supera i 25 anni. Tanta compostezza durante il corteo che si snoda sulle vie principali del Corso Garibaldi e arriva davanti al palazzo della Prefettura. Libera ha aderito alla Rete Radici Rosario che, insieme alla CGIL piana di Gioia Tauro ed alla comunità migranti di Rosarno e Drosi, ha organizzato questa manifestazione ad un anno dalla tristemente rivolta scoppiata lo scorso dicembre a Rosarno. A qualche giovane immigrato domandiamo la provenienza, lo stato in cui vivono a Rosarno e nella Piana di Gioia. Mali, Burkina Faso, Gambia, Guinea. Sono solo alcuni dei paesi di provenienza dei cittadini africani di Rosarno. Sono solo alcuni dei paesi di provenienza dei cittadini africani di Rosarno. Paesi in cui i diritti sono sistematicamente negati, dove la guerra e la fame continuano ad uccidere: ecco perché molti di loro sono tornati in Calabria, anche dopo la rivolta scoppiata a causa delle disumane condizioni di vita e di sfruttamento nei campi di raccolta degli agrumi. Ad un anno di distanza dalla rivolta ci fanno capire che le condizioni di vita non sono migliorate: continuano a vivere nello sfruttamento, in case diroccate, spesso senza alcuna assistenza. Uno di loro nei giorni scorsi è morto per una bronchite non curata. Marciano per chiedere il riconoscimento dei diritti essenziali e dei documenti per lavorare e vivere con dignità, affittare una casa e vivere in terra calabrese, oggi più soggetta a controllo sul fronte della prevenzione del lavoro nero. Oggi i giovani dell'Africa hanno dato una lezione di vita ai reggini ancora troppo lontani dall'assumersi la parte di responsabilità per un cambiamento che non può aspettare oltre.