8 gennaio 2011
Roma. «Oggi sono a Barcellona Pozzo Di Gotto, in Sicilia, per ricordare Beppe Alfano, un giornalista che ha cercato di combattere la mafia e che per questo è stato ammazzato.
In questi giorno si tengono le ricorrenze di tanti altri, come lui, morti ammazzati. Il problema è uno e uno solo: perchè tutto questo è accaduto? Perchè segmenti delle istituzioni, pezzi dello Stato hanno colluso con la mafia. Siccome non voglio apparire come quello che parla senza citare fatti e circostanze, leggetevi la sentenza Andreotti: sette volte presidente del Consiglio, è stato prescritto per mafia. Leggete cosa dice il figlio di Vito Ciancimino, sindaco di Palermo e uomo mafioso. Studiate la storia di Salvo Lima. Questa era la mafia di allora, quella che trattava con lo Stato». Lo scrive sul suo blog Antonio Di Pietro, presidente dell'Italia dei Valori. «La domanda è: ma oggi lo Stato tratta ancora con la mafia? Oggi è peggio, non ha più bisogno di contrattare con essa perchè sta dentro lo Stato. Dell'Utri è stato condannato in appello per fatti di mafia. La Commissione Antimafia, i magistrati, stanno cercando di capire perchè, ad un certo punto, invece di ammazzare, l'organizzazione mafiosa ha preferito votare uomini politici che facessero i suoi interessi. Ecco, per il rispetto che dobbiamo a Beppe Alfano, a Mattarella e a tanti altri, noi dobbiamo denunciare questi fatti e non abbassare mai la guardia».
ANSA
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Sarà possibile seguire la diretta streaming del convegno su soniaalfano.it
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