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sabato 29 gennaio 2011

Scarpinato su indagini Stragi: ''Ci vuole sintonia apparati''



29 gennaio 2011
Caltanissetta.
«È ormai nella pubblica cognizione che le indagini della Procura di Caltanissetta sulle stragi del '92, in uno a quelle della Procura di Palermo sulla cosiddetta trattativa, le quali talora interagiscono con le audizioni che contemporaneamente si stanno svolgendo dinanzi alla Commissione parlamentare antimafia, hanno aperto alcuni significativi spiragli nel muro del silenzio che ha sinora blindato i retroscena dello stragismo del 1992-1993». Lo ha detto, intervenendo all'inaugurazione dell'anno giudiziario, il procuratore Generale di Caltanissetta, Roberto Scarpinato, parlando delle stragi di Capaci e di via D' Amelio. «Proprio per l'estrema difficoltà di tali indagini - ha auspicato Scarpinato - è indispensabile che si crei una costante e perfetta sintonia istituzionale tra tutti gli apparati statali chiamati, con compiti diversi, a collaborare. Una sintonia che purtroppo non sempre è rimasta costante, come quando nel giugno 2010 la Commissione centrale del Viminale, per la definizione e l'applicazione delle misure speciali di protezione, ha deliberato di non ammettere al programma di protezione Gaspare Spatuzza, nonostante tale collaboratore sia stato la chiave di volta per scoprire i depistaggi e smascherare falsi collaboratori, con la motivazione che lo Spatuzza non aveva reso le sue dichiarazioni entro il termine di sei mesi previsto dalla legge». «La decisione - ha concluso - è stata assunta contro il parere unanime delle Procura del Caltanissetta, di Palermo e di Firenze, nonchè contro il parere della Procura Nazionale Antimafia, i cui componenti fanno parte di quella commissione».

ANSA

Scarpinato: ''Da Caltanissetta lotta racket per coraggio imprenditori''

29 gennaio 2011
Caltanissetta.
A Caltanissetta c'è stata «la rottura di un blocco di potere che condizionava l'intera vita economica e sociale del territorio» e che ha reso la città un modello da esportare nella lotta al racket. È quanto ha affermato il procuratore generale di Caltanissetta, Roberto Scarpinato, che, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, ha indicato nella «classe imprenditoriale» il motore del cambiamento. «La novità storica, il motore sociale che ha segnato una discontinuità rispetto al passato, che ha messo in moto una nuova storia possibile è stata la rottura di un blocco di potere che condizionava l'intera vita economica e sociale del territorio. Questa rottura - ha affermato il magistrato nella sua relazione - si deve all'iniziativa di una componente sociale che costituisce una delle spine dorsali della classe dirigente: la classe imprenditoriale». La frattura di cui parla Scarpinato «si è verificata quando nel 2004 un gruppo di giovani imprenditori, figli di questa terra, ha preso coraggio e, alzando la testa, ha espulso da Confindustria alcuni loro potentissimi colleghi: imprenditori che avevano rivestito ruoli apicali negli organi associativi regionali, e che, grazie al metodo mafioso e a protezione politiche, avevano creato - ha proseguito il magistrato - un sistema di potere di portata regionale se non nazionale, che aveva i propri referenti e terminali all'interno della mafia militare, nonchè all'interno del mondo politico, di quello amministrativo e di quello bancario». L'esperimento è stato «clonato con successo nella Camera di Commercio dove pure sono stati rinnovati i direttivi, mettendo fuori gioco presenze che in passato avevano svolto ruoli nefasti», ha rilevato il procuratore generale che ha poi citato la decisione di Confindustria e della Camera di Commercio di costituirsi parte civile nei processi per reati di mafia, anche nei casi nei quali i loro iscritti sono direttamente vittime dei reati. «Il modello di legalità e di sviluppo nato a Caltanissetta è stato poi esportato - ha affermato ancora - anche in altre province siciliane, in altre regioni italiane, candidandosi a divenire modello nazionale grazie all'instancabile opera di promozione svolta dal presidente di Confindustria di Caltanissetta Antonello Montante e dal presidente di Confindustria siciliana Ivan Lo Bello, uomini simbolo - ha concluso Scarpinato - di una rinascita interna alla classe dirigente isolana che hanno costruito una testa di ponte per saldarsi ai ceti produttivi nazionali. Una rinascita alla quale ha preso parte anche Marco Venturi che oggi ricopre il ruolo di assessore regionale».

Adnkronos



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