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martedì 22 febbraio 2011

Corte dei Conti: ''Intercettazioni essenziali a lotta corruzione''



22 febbraio 2011
Roma.
Non appare «indirizzato a una vera e propria lotta alla corruzione il disegno di legge governativo sulle intercettazioni».
       A rilevarlo è la Corte dei Conti che, nella relazione del Pg Mario Ristuccia, indica nelle intercettazioni «uno dei più importanti strumenti investigativi utilizzabili» nel contrasto alla corruzione. La procura generale della magistratura contabile, nella parte della relazione dedicata al fenomeno della corruzione nella pubblica amministrazione, critica una serie di scelte legislative anche del passato. Tra cui la legge Cirielli del 2005 che, nell'aver dimezzato i termini di prescrizione per il reato di corruzione da 15 a 7 anni e mezzo, ha avuto come risultato che «molti dei relativi processi si estingueranno poco prima della sentenza finale, sebbene preceduta da una o due sentenze di condanna e con conseguenze ostative per l'esercizio dell'azione contabile sul danno all'immagine». Dal 2009, infatti, il danno all'immagine perseguito dalla magistratura contabile è stato circoscritto ai soli reati contro la pubblica amministrazione (corruzione, concussione, peculato etc) ed è perseguibile solo in caso di sentenza penale definitiva. E ancora: la Corte dei Conti auspica che il ddl sul processo breve «non costituisca un ulteriore ostacolo alla lotta contro la corruzione» : «da rispettosi osservanti delle norme varate dal Parlamento - aggiunge il pg - si resta perplessi di fronte a recenti leggi che consentono una profonda alterazione di principi di certezza del diritto». «Anche i positivi risultati connessi allo svolgimento di incisive ed estese indagini giudiziarie - afferma la procura generale della Corte dei Conti - sono assolutamente temporanei ed effimeri, se non accompagnati da una adeguata politica di prevenzione che miri a cambiare il quadro di riferimento che ha reso possibile i comportamenti corruttivi». Per questo governo e Parlamento vengono sollecitati a dare corso a serie di interventi: il ddl anticorruzione del marzo del 2010 che, «sebbene appaia per molti aspetti carente», è ancora fermo al Senato; la ratifica della Convenzione europea di Strasburgo sulla corruzione, già da tempo sottoscritta dall'Italia, ma ancora non ratificata.

ANSA


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