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domenica 20 febbraio 2011
GA - Il nostro impegno e l'antimafia sociale. Oltre la petizione...
Il Lazio è terra di mafia; lo è già.
Noi di Gioventù Attiva abbiamo scelto di portare avanti un’opera di sensibilizzazione che riguardasse le mafie in generale, ma in particolare la nostra regione, il Lazio. Facendo questo, cercando di far comprendere che la mafia è un problema nazionale, e affermando che non vogliamo la mafia sul nostro territorio, che vogliamo impedire che la situazione precipiti ai livelli delle regioni del Sud, crediamo di farci portatori anche di un messaggio di solidarietà verso i giovani cittadini e le vittime di quelle regioni.
Con LAZIOSENZAMAFIA ci siamo lanciati in un’ opera di informazione e sensibilizzazione che ci ha portati nelle scuole e nelle università di Roma. Abbiamo concretizzato il nostro impegno con una petizione sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, nata dai giovani e provocatoriamente rivolta alle istituzioni. Siamo entrati a far parte di una rete di realtà antimafia che da anni operano sul territorio, che ci hanno accolti ed hanno riconosciuto il nostro impegno. Con loro abbiamo contribuito alla realizzazione di "Riprendiamoci il maltolto", il primo dossier di informazione indipendente sullo stato dei beni confiscati presenti sul territorio di Roma e provincia. Abbiamo creato, tramite il gruppo “LAZIOSENZAMAFIA”, una piattaforma di confronto, scambio di idee ed informazioni sulla lotta alle mafie, che ha come protagonisti i giovani. E andremo avanti.
Durante le molte assemblee alle quali abbiamo partecipato, parlando della situazione del Lazio, abbiamo sempre cercato di passare oltre, di non fermarci ai dati e a descrivere l’attuale. Abbiamo cercato invece, sulla base delle informazioni, di far passare l’idea che tutto questo può anzitutto smettere di peggiorare e, forse, cambiare radicalmente. Che cosa possiamo fare noi giovani? Come possiamo interpretare e, a nostro modo, condurre la “lotta alle mafie” di cui tanto si parla? In fondo, che cosa è veramente la lotta alle mafie e come si fa? Ci appaiono invincibili. Continuano ad apparirci tali nonostante indagini, arresti e sequestri di ogni genere. E il motivo è l’esistenza di un sistema di potere parallelo a quello istituzionale, che è reale e alimentato da corruzione e collusioni. Tutti noi, semplici cittadini, siamo vittime di questo sistema.
In una situazione come questa non possiamo permetterci di perdere le motivazioni e i valori che sono alla base della lotta alla mafia. Allora, perché dobbiamo lottare e dobbiamo farlo insieme?
Il motivo è che le mafie minano la nostra libertà di cittadini. Talvolta, la nostra libertà di persone. Sul territorio in cui le mafie sono presenti non siamo totalmente liberi. Il pizzo non ci permette di condurre la nostra attività normalmente. Le gare d’appalto pilotate non ci permettono di vincere perché siamo i migliori o nemmeno di partecipare.
Non essere liberi significa non avere la possibilità di esercitare i propri diritti e di vivere in base ad essi. Accanto a chi soffre c’è chi, per contro, abusa della propria libertà, e questo pone un problema: c’è una differenza tra di essi nell’esercizio delle libertà. In una società in cui gli individui non sono liberi e non lo sono allo stesso modo, viene meno l’uguaglianza. Dobbiamo combattere contro le mafie per affermare la nostra libertà, in nome dell’uguaglianza dei cittadini.
Quello che dei ragazzi come noi possono fare per portare avanti la lotta alle mafie è sviluppare una cultura della legalità e diffonderla. La prima cosa che ognuno può fare è informarsi, perché lo strumento basilare di cui disponiamo è quello della denuncia. La lotta è una lotta culturale, come abbiamo detto, che mira alla decostruzione di un consenso sociale nei confronti delle mafie. E’ dall’informazione, dalla riflessione su ciò che si è appreso e, soprattutto, dalla diffusione delle informazioni e dalla sensibilizzazione che bisogna partire.
La lotta contro le mafie riassume in sé tutte le nostre convinzioni di movimento. Ha al centro il valore dell’uguaglianza, da cui deriva quello della legalità. E’ una ribellione che deve avere come protagonisti i giovani e sulla quale si gioca per gran parte il riscatto del nostro paese. E’ un’occasione per lo sviluppo di una nuova dimensione sociale pubblica, basata sulla convivenza, sulla condivisione dei beni, sul riutilizzo di ciò che dovrebbe appartenere ai cittadini ed di cui sono stati privati con la forza. E’ un battaglia contro un fenomeno, ma soprattutto, per la libertà e il rispetto dei cittadini, per la tutela dell’ambiente e del territorio, per la salvaguardia dei beni pubblici, per la soluzione dei conflitti sociali.
"Se la gioventù negherà il consenso anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo"
La nostra lotta continua!
(Vai al link per visualizzare il documento completo sull'antimafia secondo Gioventù Attiva http://www.gioventuattiva.com/node/135)
Federico Gennari Santori
Coordinatore Generale di Gioventù Attiva
I ragazzi di Gioventù Attiva
(gioventuattivarm@gmail.com)
http://www.facebook.com/notes/gioventu-attiva/ga-il-nostro-impegno-e-lantimafia-sociale-oltre-la-petizione/10150091013253971?notif_t=note_tag
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