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giovedì 10 febbraio 2011

Mafia: inchiesta sulla trattativa tra Stato e boss resta a Palermo



10 febbraio 2011
Palermo.
Resta a Palermo l'indagine a carico dell'ex ufficiale del Ros Giuseppe De Donno coinvolto nelle vicende relative alla trattativa tra Stato e mafia che vede indagati, tra gli altri, anche l'ex comandante del raggruppamento speciale dell'arma Mario Mori e i capimafia Riina, Provenzano e Cinà. Lo ha deciso la Procura generale presso la Corte di Cassazione respingendo la richiesta di spostare la competenza dell'indagine dal capoluogo siciliano a Roma. L'istanza già respinta dalla Procura di Palermo era stata appellata dall'indagato in Cassazione. De Donno è accusato di attentato a corpi politici dello Stato. Secondo i Pm l'ex ufficiale, protagonista insieme a Mori dei contatti con l'ex sindaco mafioso Vito Ciancimino, avrebbe condotto, per conto delle istituzioni la trattativa con le cosche finalizzata a far cessare le stragi. La Procura generale della Cassazione, contrariamente a quanto ritenuto da De Donno, che sosteneva che le condotte a lui contestate si erano svolte a Roma, e che quindi Palermo sarebbe stata incompetente a indagare, ha stabilito che dagli atti di indagine trasmessi dalla Dda si evincono una serie di condotte poste in essere dagli indagati non riducibili solo al colloquio, citato nel ricorso da De Donno, tra l'ex ufficiale e l'allora direttore degli Affari penali del ministero della Giustizia Liliana Ferraro. Durante l'incontro, avvenuto nella Capitale, De Donno disse a Ferraro di avere preso contatto con Ciancimino. Inoltre, secondo la Procura generale della Cassazione l'ipotesi di reato di associazione mafiosa contestata ad alcuni indagati dello stesso procedimento «incardina» la competenza ad indagare nella Dda di Palermo anche in presenza di fattispecie criminose diverse dall'associazione mafiosa, comportando una deroga ai criteri di competenza territoriale fissati dal codice di procedura penale.

ANSA



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