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sabato 12 febbraio 2011

Mafia: infiltrazioni sul fotovoltaico e truffe, 20 indagini della Gdf



12 febbraio 2011
Roma.
Infiltrazioni mafiose nell'acquisto dei terreni per futuri impianti. Truffe dietro le autorizzazioni, rivendute con plusvalenze milionarie.
       
È lo spaccato che emerge da un'inchiesta di Storiacce di Raffaella Calandra - in onda su Radio 24 ogni sabato alle 13.15. In Sicilia, Cosa Nostra sta comprando ampi suoli, per l'istallazione di pannelli solari: indagano più procure e un monitoraggio è in corso anche da parte della Procura Nazionale Antimafia. «La mafia punta alla gestione diretta dei terreni per l'istallazione dei pannelli fotovoltaici, come avvenuto durante il sacco di Palermo», avverte Maurizio De Lucia, sostituto procuratore della Procura Nazionale Antimafia, secondo cui «le inchieste sull'eolico hanno fatto spostare i clan verso il fotovoltaico, richiamate anche dagli incentivi statali. Sono favorite le organizzazioni con più addentellati nella macchina pubblica». «Trapani, ma anche Agrigento e Enna» le province su cui Beppe Lumia, Pd, in Commissione Antimafia ha segnalato maggiori rischi, anche se «sul fotovoltaico- ha detto a Radio 24- la situazione non è ancora compromessa come sull'eolico».
Nel Siracusano, la Guardia di Finanza ha già sequestrato un centinaio di pannelli di tre impianti ammessi a finanziamenti pubblici, per 10 milioni di euro, ma mai entrati in funzione. Una ventina le indagini sul fotovoltaico, ancora aperte solo dalle Fiamme Gialle nel centro Sud, per una presunta truffa complessiva allo Stato di circa 50 milioni di euro. «Oltre a truffe, evasioni e false fatture, abbiamo scoperto anche irregolarità sulla proprietà dei terreni e l'effettiva destinazione», riferisce a Radio 24 il colonnello Fabrizio Martinelli, del Comando Generale della Guardia di Finanza. In Puglia, c'è stato un boom delle energie rinnovabili e delle inchieste, sia su eolico che fotovoltaico. Una decina tuttora aperte solo nel Salento. «Stiamo valutando sia il rischio di infiltrazioni malavitose che il danno ambientale», dice a Radio 24 il procuratore capo di Lecce, Cataldo Motta, secondo cui «ampie zone della provincia sono coperte da pannelli, messi senza criteri. Manca un'effettiva regolamentazione e senza regole può accadere di tutto, ne abbiamo parlato anche con gli amministratori regionali», riferisce. «Così non si può più andare avanti, rischiamo di trovarci tra 20 anni con colline piene di pannelli non più utilizzati, che hanno prodotto solo danno ambientale».

Adnkronos



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