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giovedì 24 marzo 2011

Arresti per truffa nel salento dopo le segnalazioni di Angelo Vassallo


di AMDuemila – 24 marzo 2011
Salerno.
E’ il 22 luglio 2010 quando Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica, segnala alla Guardia di Finanza (che verbalizza il tutto) le anomalie per la realizzazione della strada provinciale 108 che collega il comune di Casalvelino con la frazione di Celso nel comune di Pollica.


Quarantacinque giorni dopo, il 5 settembre, Angelo Vassallo viene ucciso a colpi di pistola in circostanza ancora da chiarire. Il procuratore capo di Salerno, Franco Roberti, toglie ogni dubbio su possibili collegamenti fra l’appalto e la morte del sindaco. “Non sono emersi collegamenti fra l’appalto e la morte del sindaco” chiarisce Roberti.
Dalla deposizione di Vassallo ha preso il via però un’inchiesta della procura salernitana che si è conclusa con gli arresti domiciliari per tre imprenditori (Eduardo Sale, procuratore dell’Ati che si aggiudicò l’appalto, Paolo Riccelli, rappresentante legale della società appaltatrice e Mario Bamonte, legale rappresentante di una società che avrebbe emesso fatture false) e tre dirigenti pubblici della provincia di Salerno (Angelo Cavaliere, Gennaro Rizzo e Paolo Riccelli). Le accuse: peculato aggravato e continuato, tentato peculato, falso in atto pubblico, truffa.
Fra il 2008 e il 2009 Angelo Vassallo scrive ben sette volte agli uffici amministrativi chiedendo chiarimenti sulla vicenda della strada fantasma.
La prima nota è del 2 dicembre 2008. Ma la risposta non soddisfa Vassallo che il 22 gennaio successivo in qualità di consigliere provinciale invia una seconda missiva in cui sottolinea che in caso di mancata risposta avrebbe fatto ricorso alla Procura. Il 10 marzo 2009 spedisce la terza segnalazione e il 31 marzo la quarta. Il 12 maggio 2009 Vassallo scrive al presidente della provincia e all’assessore ai lavori pubblici per sollecitare l’avvio di una indagine perché quanto dichiarato nella contabilità non è stato realizzato. Il 28 luglio e il 25 settembre il sindaco manda la sesta e settima lettera. In seguito ai sospetti del primo cittadino il 16 novembre 2009 si insedia la commissione che conclude il lavoro nel giugno 2010 inviando un esposto alla Procura in cui veniva l’intervento della magistratura.
Per quei lavori la provincia aveva liquidato 615 mila euro alle imprese che si erano aggiudicate l’appalto anche se i lavori realizzati per 150mila euro si erano fermati a quelli di sbancamento. Restava da incassare il saldo, 76mila euro, ma l’intervento di Vassallo aveva bloccato la liquidazione della terza tranche.


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