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martedì 15 marzo 2011

'Ndrine, politica e affari in Lombardia. 35 arresti

di AMDuemila - 14 marzo 2011Si riunivano negli uffici degli ospedali Niguarda e Galeazzi di Milano messi a disposizione da alti funzionari amministrativi.
I boss della 'Ndrangheta arrestati questa mattina nell'ambito dell'operazione “Redux-Caposaldo” avevano scelto un “ambiente neutro”, come lo ha definito il procuratore aggiunto e capo della Dda milanese Ilda Boccassini, per incontrarsi e definire le strategie dell'organizzazione criminale insediata al nord: dal capillare controllo del territorio, al traffico di droga, allo smaltimento illecito dei rifiuti, ai contatti con il mondo politico e imprenditoriale.
35 le persone arrestate dal gruppo di Polizia tributaria della GdF di Milano, dai Carabinieri del Ros e dalla Polizia locale su disposizione del gip Giuseppe Gennari. Tutte legate ai boss Pepè Flachi, Paolo Martino e Giuseppe Romeo rispettivamente punti di riferimento, in Lombardia, delle famiglie reggine dei Pesce e dei De Stefano e delle cosche di Africo.
Come emerso dalle indagini, i soggetti arrestati avevano nel tempo occupato il territorio attraverso la gestione diretta o indiretta di interi settori imprenditoriali e commerciali. In particolare: quello edilizio, il movimento terra, i parcheggi, la gestione di negozi presso le fermate della metropolitana e i servizi di sorveglianza di locali pubblici. All'interno e all'esterno dei quali veniva gestito lo spaccio degli stupefacenti e la riscossione del pizzo dai venditori ambulanti piazzati nei pressi degli stessi locali. Mentre nell'ordinanza emergono anche i rapporti tra il boss Paolo Martino e personaggi dello spettacolo come il tronista Costantino Vitaliano e l'agente Lele Mora. Nonché tra lo stesso Martino e l'avvocato Luca Giuliante, il primo legale che affiancò Ruby-Karima el Mahroug, ma in relazione ad un appalto vinto in seguito da una cooperativa (nessuno risulta indagato).

Inflitrata dalle cosche anche la multinazionale Tnt Express (ex Traco), che aveva aveva dato in subappalto a consorzi e cooperative di trasporto i servizi di recapito dei pacchi postali. Servizi dei quale gli indagati avrebbero assunto il controllo da circa due anni. “L'idea - ha detto il comandante del Ros Sandro Sandulli - era stata quella di far subentrare le cooperative gestite dai calabresi per eliminare quelle composte dai pugliesi”.

In quanto ai legami dei clan con il mondo politico locale il procuratore aggiunto Ilda Boccassini ha parlato di un “tentativo di contatto”, in particolare “per la competizione elettorale del 2008, da parte di Davide Flachi (figlio del boss Giuseppe “Pepè” Flachi ndr.) con persone che si riteneva potessero partecipare alle amministative”. In quel periodo, infatti, Flachi Junior prendeva parte ai cocktail elettorali organizzati da Massimiliano Buonocore del Pdl, figlio di Luciano (esponente della destra milanese) e presidente del centro sportivo Iseo di proprietà comunale che risulta gestito dalla società “Milano sportiva A.s.d” inserito nella zona controllata dal clan dei Flachi.
“Questo non significa – ha proseguito la Boccassini – che le persone 'appoggiate' sapessero di ricevere voti da parte della famiglia Flachi, ma al giorno d'oggi basta smanettare internet per sapere che Davide Flachi è stato condannato per omicidio”.

E se nessuno dei politici risulta al momento indagato nell'inchiesta coordinata dalla stessa Boccassini e dai pm Alessandra Dolci, Paolo Storari e Galileo Proietto, il gip Giuseppe Gennaro non manca di sottolineare, in riferimento alle riunioni organizzate all'interno delle strutture ospedaliere, la gravità di una situazione che si manifesta “nella sostanziale indifferenza (si spera dettata anche da ignoranza) dei vertici amministrativi e politici, che anche dopo le recenti indagini non risulta abbiano assunto alcuna iniziativa”.


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