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giovedì 10 marzo 2011

Per Cosentino ingiuste le accuse contro di lui



Ma il suo nome compare nella relazione della Dnadi Maria Loi – 10 marzo 2011
Caserta.
E’ iniziato stamani il processo in abbreviato a carico di Nicola Cosentino, l’ex sottosegretario all’Economia nel governo Berlusconi e coordinatore campano del Pdl.
L’udienza, appena iniziata, è stata immediatamente rinviata al prossimo18 aprile per un difetto di notifica all’avvocato dello Stato per conto della Presidenza del Consiglio. Il collegio della prima sezione penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), presieduto da Giampaolo Guglielmo, non è riuscito a iniziare il vaglio delle accuse di concorso esterno in associazione camorristica avanzate dai pm della Dda di Napoli Giuseppe Narducci e Alessandro Milita.
Secondo la Procura Cosentino sarebbe stato sin dal 1980 il referente politico-istituzionale dei clan casalesi, grazie ai quali avrebbe ricevuto sostegno elettorale e capacità di intimidazione.
Rispondendo alle domande dei cronisti presenti in udienza Cosentino ha detto di “non sentirsi un perseguitato”, di essere “fiducioso” nella magistratura.
“Sono sicuro e tranquillo, dimostrerò – ha detto Cosentino – l’infondatezza dell’impostazione accusatoria. Ho chiesto il giudizio immediato sottraendomi alle lungaggini dell’udienza preliminare: tanti imputati eccellenti invece parcheggiano lì le loro vicende. La mia condotta è stata cristallina”.
E mentre il deputato del Pdl parla di “accuse ingiuste”, a poche ore dall’inizio del processo nell’ultima relazione annuale della Dna spunta il nome di Nicola Cosentino.
Nel descrivere il “crocevia” di affari tra sistemi criminali, mondo imprenditoriale e ceto politico, la Dna cita due casi: in merito al settore degli appalti fa il nome dell'imprenditore Nicola Ferraro (divenuto poi un esponente politico a livello regionale con l'Udeur), “al quale è stato contestato il concorso esterno nell'associazione camorristica”; sul fronte del ciclo dei rifiuti, la relazione fa riferimento invece all'ordinanza di custodia cautelare del novembre 2009 nei confronti dell'allora sottosegretario Nicola Cosentino, “accusato di concorso esterno in associazione mafiosa” per “un contributo non occasionale, prestato sin dagli anni '90, volto a rafforzare vertici ed attività del gruppo camorrista facente capo alle famiglie Bidognetti e Schiavone, da cui riceveva un significativo sostegno elettorale in occasione delle elezioni amministrative e politiche alle quali partecipava”. L'ex sottosegretario, ricorda la Dna, “è accusato, tra l'altro, di aver realizzato e consolidato, nell'ambito del patto criminale, un vero e proprio monopolio d'impresa in società controllate dalle predette famiglie camorristiche nelle quali - prosegue la relazione - lo stesso Cosentino ha esercitato il reale potere direttivo e di gestione, consentendo in tal modo di alimentare stabilmente un vantaggioso canale di reimpiego di proventi illeciti”.

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