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sabato 27 novembre 2010

Carabiniere arrestato a Sturla: era una talpa della ’ndrangheta

I colleghi varcano l’ingresso della caserma e non vorrebbero mai farla, quella domanda: «Dov’è Luciano, Carmelo Luciano?». Luciano ha 46 anni, è originario di Palmi in provincia di Reggio Calabria, è un appuntato scelto in servizio al comando regionale Liguria, la cui sede - alloggi compresi - è sistemata nei grandi edifici di via Brigata Salerno a Sturla. Carmelo Luciano è ufficialmente in malattia, ma a Genova vive e lavora e a Genova si chiude probabilmente il capitolo più nero della sua carriera. Gli uomini che indossano la stessa divisa lo arrestano per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione; perché, secondo la Procura di Reggio Calabria che ha chiesto di metterlo in carcere, è una “talpa” della ’ndrangheta di Rosarno, la stessa che all’ombra della Lanterna ha un bel po’ di sostenitori come hanno dimostrato le inchieste dei mesi scorsi. Il militare paga in primis la collaborazione con le cosche andata in scena durante il suo periodo di servizio in meridione; ma anche la permanenza nel capoluogo ligure, insistono i giudici reggini, «non è sicura», non mette al riparo dalla possibilità che in un modo o nell’altro possa ri-entrare in contatto con la piovra. Ed è per questo motivo che dall’altro ieri - sebbene la notizia fosse passata in città sotto silenzio - si trova detenuto nel penitenziario di Marassi. Una soluzione all’apparenza atipica, poiché spesso gli esponenti delle forze dell’ordine sono trattenuti nel più “discreto” istituto di Chiavari. E però per lui è stato disposto un rigido isolamento, in attesa di capire che piega prenderà l’inchiesta e se sarà comunque necessario un trasferimento al Sud.

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