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giovedì 25 novembre 2010

Finger: l'incidenza delle 'ndrine in Germania è del 56,5%

Si potrebbe chiamare "'ndrangheta corporation spa" e di essa si potrebbe parlare come di una fra le più potenti, temute e radicate "multinazionali" del malaffare esistenti nel mondo con un fatturato che stando alle ultime stime, supererebbe i 40 miliardi di euro. Impresa leader di un mercato criminale in cui afferma il suo strapotere con il traffico di sostanze stupefacenti ed armi, cui fanno da corollario tutta una serie di attività finanziarie illecite nei settori del commercio, dell'edilizia, dei lavori pubblici. Il tutto poggiato sul pilastro dell'oppressione, della violenza e del controllo strategico della vita politica e sociale dei territori in cui opera.

Parlare di presenza della 'ndrangheta all'estero rientra a pieno titolo nell'alveo delle metodologie di contrasto, sul piano della cultura e della conoscenza, riaffermando a 33 anni di distanza dalla famosa copertina del "Der Spiegel" tutta spaghetti e P38, che oggi è l'antimafia la maggiore espressione della società civile in Italia.
Concetto ribadito già nella giornata inaugurale della manifestazione "La Ferita", nuovo braccio operativo del più ampio progetto del "Museo della 'ndrangheta" in corso in questi giorni alla Provincia. Coordinato da Claudio La Camera, il confronto, ha messo faccia a faccia: Laura Garavini, componente della Commissione parlamentare Antimafia, Bernd Finger, dirigente del settore Polizia criminale di Berlino e Carmelo Casabona, Questore di Reggio Calabria.
Nel codice penale tedesco esiste la definizione di un'organizzazione criminale che però non è specificatamente dedicata alle mafie ma in senso più generale viene estesa a tutte le tipologie, siano esse tedesche o straniere. "La 'ndrangheta – ha però detto Finger – svolge un ruolo senza dubbio centrale nell'ambito dei fenomeni criminosi di provenienza italiana configurandosi come la forza più potente».
Finger ha anche fornito dei dati precisi: «L'incidenza della 'ndrangheta in Germania è stimata al 56,5%, ben al di sopra dunque della camorra attestata al 24,5 e di cosa nostra ferma al 13,5». Precisa anche la localizzazione territoriale su cui il fenomeno è più insistente. «Sono gli stati del Baden-Wurttemberg, l'Assia e la Renania-Westfalia. Le aree di attività in cui registriamo la presenza maggiore sono in primis il narcotraffico, poi il settore delle grandi imprese e ancora azioni delittuose in campo doganale, fino ad arrivare ad illeciti fiscali e alla falsificazione di documenti».
Partita nel 2007 a ridosso della strage di Duisburg, la Garavini ha raccontato di un'esperienza che ha portato in Germania i principi ispiratori di "Addio pizzo". «Sei mesi dopo, nel dicembre, c'è stata una catena di estorsioni che ha interessato ristoratori italiani a Berlino, ma a seguito dell'impegno assunto con l'iniziativa "Mafia? Nein danke!", 44 di loro ha denunciato subito. Ciò dimostra che il ruolo della società civile può essere fondamentale in Italia come all'estero».
Ma se la 'ndrangheta è in grado di globalizzarsi, è fondamentale che anche l'antimafia sappia internazionalizzarsi. «Occorre un'armonizzazione legislativa e una più stretta collaborazione fra le forze dell'ordine. Dallo scorso autunno finalmente, in Germania è possibile attuare in automatico le sentenze di confisca dei beni. Sviluppo di straordinaria importanza ma ancora non esaustivo».
Un invito, infine, a riflettere su tutti gli aspetti che gravitano intorno alle organizzazioni criminali, è venuto da Casabona. «Molti parlano di 'ndrangheta, di mafia o camorra, in riferimento alle manifestazioni di natura prettamente criminale. Credo però che sia importante evidenziare che la mafia gioca un ruolo devastante nell'ambito dell'economia, condizionandone tutti i meccanismi. A rimetterci è la collettività, in termini di mancato sviluppo, disoccupazione, disagio sociale. Questo dato più di ogni altro forse, dovrebbe emergere con chiarezza nell'opinione pubblica».

Luigi De Angelis


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