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venerdì 3 dicembre 2010

MAFIA: GASPARRI-CICCHITTO,CHIEDEREMO AUDIZIONE ALFANO SU VICENDE '92-'93

(ASCA) - Roma, 3 dic - ''Nessuno sa bene se c'e' stata veramente una trattativa tra Stato e mafia nell'epoca delle grandi tensioni stragiste del '93, ma chi poteva condurla erano solo coloro che stavano sul campo da gioco, chi era allora al governo ed a capo delle istituzioni, non certo chi venne solo piu' tardi''. A riaccendere i riflettori sulla questione delle rivelazioni dell'allora ministro della Giustizia, Giovanni Conso in merito alla sospensione ed alla revoca del 41 bis ''per 140 e poi altri 140 e forse anche di piu''' esponenti della criminalita' organizzata scendono in campo i capigruppo Pdl di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri in una conferenza stampa, con la quale annunciano la richiesta formale di audizioni in Antimafia dell'attuale ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ''affinche' possa fornire una ricostruzione storica di quei fatti,'', sottolineando anche l'esigenza che sulle vicende striste vengano auditi anche i 'protagonisti' del tempo, come Scalfaro (allora Capo dello Stato), Ciampi (capo del governo), Mancino (ministro dell'Interno), Violante (capo dell'Antimafia) , oltre che, nuovamente, lo stesso Conso.

''Su quei fatti permane un silenzio che noi vogliamo 'bucare''' ha sintentizzato ancora Cicchitto.

''Si tratta di una vicenda ancora largamente sottovalutata e che va esaminata. Vogliamo capire le inerzie assai preoccupanti ed inquietanti di cui si sono resi responsabili i governanti del tempo, che nulla hanno a che fare con Berlusconi e con il governo attuale'' sottolinea Gasparri.

''Le vicende del '93 toccano evidentemente il dibattito in corso su chi ha trattato o meno con la mafia'' chiarisce ancora Gasparri che non esita a puntare il dito contro l'''inerzia di interi settori della politica'' o piu' precisamente ''di un fronte del centrosinistra, nei confronti del 41 bis'' e che sono proprio quelli ''che ora salgono in cattedra''. ''Ma noi - rivendica ancora il presidente dei senatori Pdl - siamo docenti in questa materia, non discenti''.

''Non nascondiamoci dietro ad un dito'' invita apertamente Cicchitto, ricordando ''le ipotesi che in quelle vicende ci fosse la mano di Berlsuconi e che la nascita di Forza Italia derivasse da quel periodo''. ''Peccato che alla fine del '93 - aggiunge - Berlusconi stava ancora pregando Segni e Martinazzoli perche' dessero vita ad una formazione politica.

Chi lo spinse a scendere in campo in prima persona fu uno studio di Urbani. Questa partita poteva essere giocata solo da chi stava sul campo da gioco, da chi allora stava al governo. Non vanno mai dimenticati gli organigrammi''.

Gasparri invece sottolinea come le dichiarazioni di Conso, a cui sono seguiti i silenzi, i 'non ricordo', le vaghezze di tanti altri esponenti delle istituzioni, da l'allora capo di gabinetto, Pomodoro, al capo del governo, Ciampi, e che rappresentano ''un fatto gravissimo, inquietante'' siano state accolte da un ''silenzio di tomba''. ''Mi chiedo solo che cosa sarebbe successo se a parlare fosse stato non Conso ma un rappresentante del centrodestra - ha concluso Cicchitto -. Quel silenzio si spiega con la volonta' di non mandare al macero la vicenda della supposta trattativa Dell'Utri e Berlusconi con la mafia, ma se tra Stato e mafia c'e' stato qualcosa, questo qualche cosa non c'entra con chi e' arrivato dopo''.

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