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lunedì 6 dicembre 2010

‘Ndrangheta in Brianza, assessore leghista vende casa al superboss delle discariche

Si tratta di Giuliano Beretta che non risulta indagato. L'aquirente, invece, è Fortunato Stellitano legato alla cosca Iamonte-Moscato. Il caso è esploso durante una seduta del consiglio comunale di Lissone
Non c’è niente di male nel vendere un appartamento di famiglia. Non c’è nulla di strano se i venditori sono Giuliano Beretta assessore leghista ai Lavori pubblici nel comune brianzolo di Lissone e sua moglie. Tutto regolare anche se poi si scopre che il compratore, Fortunato Stellitano, non è proprio uno stinco di santo e magari è finito in galera per un’inchiesta sulla ‘ndrangheta a Desio.

Da qui si capisce l’imbarazzo del politico padano. La notizia, infatti, viene fuori in un momento in cui fare affari con un calabrese in Brianza ti fa finire dritto sulla lista dei sospetti. Non si dovrebbe preoccupare più di tanto Beretta perché in Brianza c’è gente che per anni ha fatto affari con la parte “malata” della Calabria e ora è sulle barricate della legalità cercando di rifarsi una verginità politica tardiva.

Il caso di Beretta nasce e si alimenta durante l’ultima seduta del Consiglio comunale di Lissone, comune a guida leghista da 15 anni. Quando Ruggero Sala, ex vicesindaco di Forza Italia e ora consigliere di una Lista civica, ha dato dei “collusi con la mafia” ai consiglieri di maggioranza che stavano bocciando la Commissione sulla ‘ndrangheta. Di consiglieri comunali indagati per associazione a delinquere non ce ne sono. Di amministratori neppure. Così quel “collusi” urlato in faccia ai consiglieri di Pdl, Lega nord e Federalismo e Libertà ha suscitato un mare di polemiche, urla e spintoni. Tano che si sono dovuti mettere di mezzo i Vigili. Momento peggiore (se mai dovesse essercene uno migliore) per passare dalle parole ai fatti non poteva esserci.

La benzina sul fuoco l’aveva gettata Ruggero Sala rivangando una cessione di fabbricato a personaggi tutt’altro che raccomandabili da parte di un rappresentante dell’Amministrazione. Nessun nome, ma chiaro il riferimento proprio a Giuliano Beretta. Una sottolineatura che ha dato il là al resto con il lumbard che ha ribadito la necessità “di predisporre un etilometro all’ingresso dell’aula” dando in pratica dell’ubriacone all’ex vicesindaco. Ma è all’esterno del Comune che i due contendenti hanno dato il meglio di sé. La resa dei conti è avvenuta nel piazzale d’ingresso al municipio. Da una parte Sala, dall’altra Beretta, in mezzo un paio di Vigili per smorzare toni ed evitare scambi ravvicinati non proprio edificanti. Tutto attorno, gli altri consiglieri che trattenevano a stento i due contendenti. Dieci minuti buoni di inviti a chiarire la situazione con accessi in perfetto stile “calabrese”, finché Beretta si è allontanato “scortato” dai leghisti e se n’è tornato a casa non con la propria moto, ma accompagnato in auto non essendo in grado di guidare talmente era accecato dall’ira.

di Eleonora Lavaggi

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