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giovedì 2 dicembre 2010

Omicidio Giuseppe Di Matteo: mamma; ''Nessun perdono''

2 dicembre 2010
Palermo.
Di fronte alla parole pronunciate in aula da Spatuzza, che ha detto di sentirsi «moralmente responsabile della fine di quel bellissimo angelo...
    



...a cui abbiamo stroncato la vita», la mamma del piccolo Giuseppe Di Matteo non riesce a trattenere la commozione: «È vero, mio figlio era un angelo - ripete tra le lacrime - ma loro lo hanno ucciso. Non hanno avuto alcuna pietà per quel bimbo innocente». Franca Castellese, moglie del pentito Santino Di Matteo, che Giovanni Brusca cercò di convincere a ritrattare proprio con il rapimento del figlio, vive ancora ad Altofonte. «Da 17 anni - dice singhiozzando - il mio cuore sanguina, penso continuamente a mio figlio e sto male. È impossibile rassegnarsi, così come è impossibile perdonare. Dovevano pensarci prima, quando il 'mostrò disse 'uccidete il 'cagnolinò, riferendosi a mio figlio, e nessuno di loro si ribellò a questo ordine».
 La mamma del piccolo Di Matteo piange, mentre pronuncia la sua «sentenza», che sembra essere senza appello: «Devono marcire tutti in galeria, a cominciare da quel 'mostrò di Giovanni Brusca. Gli auguro di provare lo stesso dolore che ho provato io». Poi aggiunge, lasciando quasi intravedere uno spiraglio per Spatuzza: «Al momento non posso perdonare. Voglio capire. Perchè non ha aiutato mio figlio? Cosa gli aveva fatto? Perchè non se la sono presa con mio marito? Le colpe dei padri non possono ricadere sui figli». E commentando le parole accorate pronunciate in aula dal pentito, Franca Castellese conclude: «Non so se è davvero sincero, non ero presente al processo. Forse lo fa per ottenere dei benefici: per questo motivo chiedo che gli assassini di mio figlio non escano mai dal carcere, poi se la vedranno con la loro coscienza. Di sicuro io non posso perdonarli».

ANSA

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