25 gennaio 2011Sulla scia delle ennesime dichiarazioni rilasciate ieri dall’ex direttore del DAP Amato a Palermo, noi non abbiamo dubbi che sul piatto della bilancia, per la mafia, lo Stato abbia messo in quel 1993 l’abolizione del “41 bis”.
Resta comunque per noi indiscusso che solo i processi con tanto di sentenze possono dipanare l’intricata matassa del grado di responsabilità di uomini dello Stato in qualcosa che noi solo “trattativa” possiamo chiamare.
Ciò non toglie che se si troverà la parola sostitutiva di “trattativa”, cercando di mitigare l’effetto devastante che la parola stessa comporta pensando a rapporti comunque intercorsi fra mafia e Stato in quel 1993, Amato non può dimenticare mai che i nostri figli sono morti e altri pagano oggi un prezzo altissimo per l’incapacità di prendere le decisioni giuste davanti alle richieste di criminali spaventosi.
Vogliamo giustizia fino in fondo e la perseguiremo con tutte le nostre forze nelle sedi giuste, non accetteremo mai giustificazioni di comodo e cercheremo le responsabilità istituzionali e politiche di chicchessia fino in fondo.
I nostri familiari sono morti in nome e per conto del 41 bis da abolire. Non ci importa che con i trasferimenti dal 41 bis al carcere normale si è inteso fermare le stragi. La strage di Firenze è avvenuta, c’è stata eccome malgrado tutte le strategie messe in atto.
Li ascolteremo in aula gli uomini dello Stato di allora Conso e Amato, auspichiamo che ci convincano che per la strage di Firenze hanno fatto tutto il possibile per fermarla, ma soprattutto cercheremo di capire perché ne parlano solo ora in questi termini e non tanto tempo fa davanti ai magistrati.
Cordiali saluti
Giovanna Maggiani Chelli
Presidente
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili
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