15 gennaio 2011
Sentiamo il dovere, per rispetto verso i nostri morti e nostri invalidi, di rispondere al Vice Presidente della Commissione Antimafia Luigi De Sena che ieri ha espresso le sue opinioni su quanto sta accadendo intorno alla presunta trattativa fra mafia e Stato.
De Sena, rappresentante del Pd in Antimafia, ieri ad Enna all’inaugurazione dell’anno accademico all’università avrebbe detto: “L’idea di una trattativa tra lo Stato e Cosanostra mi spaventa, sono molto più propenso sulla linea dell’ex ministro della giustizia Giovanni Conso, che ha detto di aver revocato il 41 bis per alcuni mafiosi senza alcuna trattativa”.
Saranno i processi a dire se realmente ci sia stata la trattativa tra “cosa nostra” e lo Stato. Ad ogni modo, qualsiasi cosa sia stata ciò che è avvenuto il 27 Maggio 1993 a Firenze il suo effetto lo ha già sortito.
Siamo noi siamo ad essere terrorizzati. Perché siamo noi ad aver contato i morti. Siamo noi che tutt’oggi dobbiamo supportare gli invalidi.
Chiarito questo, noi non ci stancheremo mai di porre la stessa domanda. Quella domanda che ormai facciamo da mesi. Se non è stata una “trattativa”, sia pure per fermare le stragi, allora che cosa è stata?
Gli sia dato un nome a quelle azioni, a quel passaggio di mafiosi da 41 bis a carcere normale per fermare le stragi. Non si possono chiamare “senso di responsabilità svolte in solitudine”.
Quegli avvenimenti implicano in primis che lo Stato sapeva esattamente quello che voleva la mafia; secondo, implica che lo Stato non era in grado di far fronte alla situazione se non esaudendo i desiderata della mafia; terzo, che comunque quei passaggi ci sono stati, e non solo il 31 ottobre del 1993 ma molti anche prima. Quegli avvenimenti implicano che la mafia li ha presi per buoni ma visto che non le andava ancora bene, visto che forse non si poteva dire soddisfatta, ha alzato il tiro proseguendo la sua sanguinaria campagna stragista dopo i passaggi da 41 bis a carcere normale del 15 maggio.
Di quale senso di responsabilità stiamo parlando? Si parli di impotenza e sicuramente ci troveranno più d’accordo. E soprattutto si parli di decisioni sbagliate, perché alla mafia non si può fare nessuna concessione, altrimenti, nel bene o nel male, questa entità le concessioni le scambia per favori.
Esattamente come ha fatto nel 1993.
E siamo stati noi a pagare, siamo stati noi ad essere terrorizzati.
Non altri.
Cordiali saluti
Giovanna Maggiani Chelli
Presidente
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili
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