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venerdì 14 gennaio 2011

Comitato Addiopizzo

Il Comitato Addiopizzo è un movimento antimafia siciliano impegnato sul fronte della lotta al racket delle estorsioni mafiose ("pizzo").
Nato a Palermo nel 2004, il comitato “Addiopizzo” ha segnato, per Palermo, il risveglio dalla lunga acquiescenza al racket delle estorsioni. Nella città infatti nessuno, da tempo, parlava più di pizzo, sebbene i dati della procura confermassero che l'80% dei commercianti lo pagasse.

La storia

La mattina del 29 giugno 2004, il centro di Palermo si trovò tapezzato di adesivi listati a lutto con la scritta: “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. L'iniziativa suscitò grande curiosità, oltre all'interessamento di mass media, forze dell'ordine, Procura della Repubblica.
L'iniziativa era stata ideata da alcuni ragazzi, che, a partire da ciò decisero di creare un'associazione contro il fenomeno del pizzo. Le prime attività del movimento Addiopizzo furono contraddistinte dall'anonimato dei promotori. Dal 2006, con la presentazione ufficiale della campagna Contro il pizzo, cambia i consumi, si conclude la “clandestinità” delle azioni del comitato.

La campagna Contro il pizzo, cambia i consumi

Nel maggio 2005 il Comitato Addiopizzo, con la pubblicazione del manifesto e dei suoi primi 3000 sottoscrittori, presenta ufficialmente la campagna “Contro il pizzo, cambia i consumi”.
La campagna si propone il duplice scopo di stimolare i cittadini ad una responsabilizzazione, mostrando quale sia il potere dei singoli nel far valere il proprio diritto di spendere soldi presso esercizi "puliti" e liberi dalla mafia; al contempo, cerca di stimolare gli imprenditori a prendere le distanze da ambienti mafiosi.
Si tratta della prima esperienza di consumo critico legata all'estorsione: consumatori che orientano i propri consumi verso un'economia legale, premiando coloro che si oppongono al racket.
Il 18 febbraio 2006 la FAI (Federazione Nazionale delle Associazioni Antiracket e Antiusura) organizza a Palermo un'iniziativa di promozione a sostegno della campagna di consumo critico del comitato Addiopizzo, distribuendo ai commercianti del centro di Palermo dei depliant informativi della campagna, con una lettera di Tano Grasso, presidente della FAI, che invita gli imprenditori ad aderire all'iniziativa.
Il 2 maggio 2006 la campagna “Contro il pizzo cambia i consumi” giunge al suo primo traguardo. Alla sala Magna di palazzo Steri, viene presentata la lista di consumo critico. Cento commercianti che non pagano il pizzo lo dichiarano pubblicamente, forti del supporto di oltre settemila cittadini-consumatori. Con l'occasione viene presentata la giornata Pizzo Free, che si sarebbe tenuta il 5 maggio a piazza Magione. Esibizioni delle scuole di Palermo e provincia, incontri, concerti, e la fiera del consumo critico, con i prodotti dei commercianti aderenti alla lista.
Il 29 giugno 2006 gli attacchini del Comitato festeggiano il loro secondo compleanno affiggendo adesivi per le vie dei quartieri di Palermo interessati – poco più di una settimana prima – dall'operazione “Gotha”, tra i quali: Uditore, Passo di Rigano e San Lorenzo. Viene intrapresa una iniziativa analoga da un gruppo di cittadini di Catania dove, due giorni prima, è stato arrestato un estorsore affiliato al clan dei Santapaola.
Nel gennaio 2007, il Comitato Addiopizzo è formato da più di 50 persone.
Secondo dati forniti dal Comitato, nel giugno 2008 i commercianti di Palermo e provincia che hanno aderito all'iniziativa sono 280, ed i consumatori 9325.
Nel marzo 2008, in Corso Vittorio Emanuele a Palermo è stato inaugurato il Punto Pizzo Free "L'Emporio", che vende solo prodotti di artisti, artigiani e commercianti che aderiscono al comitato Addiopizzo, oltre a prodotti biologici delle cooperative che gestiscono i terreni confiscati alla mafia.

L'adesione alla lista

Le richieste di adesione all'iniziativa da parte degli operatori economici devono essere vagliate da una commissione di garanzia, con il supporto di documenti (processuali, giudiziari, amministrativi, giornalistici) e/o altri elementi obiettivi di qualsiasi natura che possano sostenere la valutazione della Commissione in merito alla sua inclusione nella lista.
La Commissione richiede all'interessato la sottoscrizione di una dichiarazione formale e scritta di solenne impegno, di fronte ai cittadini/consumatori, al non pagamento del pizzo in forme dirette o indirette e al rispetto della legalità nell'esercizio della propria attività economica, come condizione necessaria per l'inserimento e la permanenza nella lista degli operatori economici da sostenere. La lista viene diffusa e fatta circolare tra tutti i consumatori aderenti all'iniziativa. Il successivo eventuale accertamento da parte della Commissione del mancato rispetto dell'impegno assunto è motivo di cancellazione dalla lista.

La sensibilizzazione nelle scuole

Dal 2005 il Comitato ha intrapreso, nelle scuole di ogni ordine e grado della città, un lavoro di sensibilizzazione sui temi dell'antiracket e di promozione della cultura della legalità. Ivolontari del Comitato hanno finora incontrato gli alunni di più di 100 istituti, portando nelle classi magistrati e commercianti a testimoniare la loro esperienza, a informare i ragazzi, e a promuovere la prassi quotidiana del consumo critico, come strumento di esercizio del proprio potere di cittadini e consumatori. Le attività nelle scuole si concludono ogni anno il 5 maggio, a Piazza Magione, con la Festa Pizzo-Free.

Il processo Gotha

Nel maggio del 2007 il Comitato si è costituito parte civile al processo Gotha, che vede tra gli imputati presunti fiancheggiatori del boss mafioso Bernardo Provenzano.
Nel luglio 2007 viene riconosciuto al Comitato un primo risarcimento. L'associazione si è costituita parte civile anche nel corso di altri processi di mafia.

Libero Futuro

Il 10 novembre 2007, in un affollato Teatro Biondo, viene presentata la prima Associazione Antiracket palermitana composta da imprenditori, allo scopo di tutelare e difendere gli imprenditori taglieggiati: "Libero futuro - associazione antiracket Libero Grassi", dal nome dell'imprenditore ucciso per essersi ribellato al pizzo.
Presidente onorario dell'associazione è la vedova di Pino Grassi, Pina Maisano Grassi.
Il 21 gennaio 2005 Confindustria e Associazione Nazionale Magistrati organizzarono, proprio nel medesimo Teatro Biondo, un convegno per parlare del fenomeno del racket ma nessun commerciante partecipò, e la sala rimase vuota.


La risposta delle istituzioni
Le campagne del Comitato hanno avuto l'appoggio di diverse istituzioni statali e imprenditoriali siciliane:
  • "Addiopizzo" è il nome che, in onore delle iniziative del Comitato, le forze dell'ordine hanno assegnato a quattro operazioni antiracket.
  • Confindustria e Confcommercio si sono impegnate ad espellere i membri che pagano il pizzo.
  • Banca Etica si è impegnata a garantire condizioni agevolate di prestito per le imprese aderenti al Comitato.

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