Contattaci

Se desideri partecipare alla realizzazione del blog mandaci il tuo articolo al nostro indirizzo mail: blogghiamolamafia@live.it .

sabato 22 gennaio 2011

''La catena di montaggio''. Il nuovo numero di Casablanca on line!

di Graziella Proto - 22 gennaio 2011Questo numero esce con qualche settimana di ritardo, chiediamo scusa, ma la nostra catena di montaggio è troppo corta.
    Corriamo, corriamo, corriamo, ma, se sta male uno di noi, Casablanca si ferma. La situazione è precaria, ma non possiamo dire ad alcuno "prendere o lasciare".
Quello del 23 dicembre è un bruttissimo accordo. La Fiat, (quindi il nostro paese, l'Italia) paga fior di quattrini - 1037 volte lo stipendio di un operaio – a Sergio Marchionne per risolvere o quanto meno preoccuparsi dei problemi del paese. Lui che fa? Usa l'arma del ricatto, riorganizza il fascismo dentro la fabbrica, crea la guerra fra i poveri. Butta veleno fra i lavoratori. Il "si" e il "no" sono stati solamente strumenti per spezzare l'unione. Il "si" e il "no", con l'avvenire della fabbrica non avevano nulla a che fare, il futuro della fiat era già segnato. Deciso. Loro ci sono cascati, se la sono presa. Qualcuno piangeva. Tutti sapevano e sanno che l'accordo è contro i lavoratori. Tuttavia ci sono state le barricate, per la paura, per l'orgoglio e la speranza.
E' difficile innanzi al rischio della fame per se e la propria famiglia alzare la testa, lo è anche ribellarsi. Anni addietro a Palermo migliaia d'operai edili scesero in piazza per la crisi e fra loro c'era chi ostentava striscioni con la scritta "MEGLIO LA MAFIA CHE CI DA POSTI DI LAVORO". Oppure, nella zona di Gela e Priolo dove alle manifestazioni gli operai urlavano meglio il cancro che la disoccupazione. L'operazione Fiat, per la quale si è esposto solo Marchionne, è stata una porcata. I lavoratori, sono stati messi di fronte ad un ricatto immane, era molto difficile sottrarsi, aggirarlo. In ogni caso è andata. Adesso si dovrà ricominciare dai diritti dei lavoratori. Come dice Don Ciotti: "Non si può negare la rappresentanza in fabbrica. Gli operai salgano in cattedra a insegnare alla politica. Non si trovano i soldi? Confischiamoli ai corrotti, 60 milardi di Euro per la Corte dei Conti". Bella idea! Certamente la globalizzazione, ma è anche vero che Marchionne vorrebbe americanizzare il mondo della fabbrica. Un mondo, all'interno del quale, non si può dimenticare ci sia un pezzo di vita. Si tratta di una collettività umana e non un mercato. Ci sono problemi d'uomini e non domanda ed offerta. Necessitano certezze di vita e non ci possono essere precarizzazioni. Una vita già irrimediabilmente precaria per fattori diversi, economici e politici. Già, la politica. In Italia la politica è troppo impegnata a parlare di culi, festini e bunga bunga. Degenerazione sessuale, comportamentale, morale, politica. Ostentata. Copiata. Vincente. La politica è troppo impegnata, per dedicarsi all'esercizio del rigore e della solidarietà dando l'esempio ad altri. Rinunciando all'esagerazione di compensi e privilegi.
Una volta esisteva la questione morale, invece, questo tema che per decenni ha avuto un suo capitolo nello statuto di partito, parecchi anni fa si è preferito abolirlo.
Modernità? Bene, si propongano come modello i giovani di cui si parla in questi giorni, si propagandi che il denaro è tutto, che se si vuole fare carriera basta pochissimo, magari solo il prostituirsi. Il rischio per chi la pensa diversamente? Fare la figura del bigotto, anche chi, in passato si è battuto per le libertà. Sotto le lenzuola non si guarda. Giusto. Nei conti correnti neppure. I soldi sono in mano a pochi. Non è solo questo. I lavoratori dipendenti devono pagare le tasse. Gli operai possono pure non mangiare, e qualcuno è già costretto a farlo. Si vive in grandi ristrettezze; ci sono nuovi poveri. Ci sono delle possibilità: Se non sei contento sali sulla gru. Se non condividi puoi occupare le piazze. Se, non hai i soldi non vai all'università. Negli anni si è trasceso molto, ogni volta si tolto un pezzettino. Resta solo l'osso. Non ci s'indigna per niente e tanta gente non è in male fede. E' passata ogni scostumatezza, più o meno tacitamente. Si è accettato la qualunque nefandezza senza neanche accorgersene. Bisognerà ricominciare tutto daccapo.
La politica dovrà iniziare ad educare e proporre modelli, essere una guida. Sarà difficile invertire la rotta. L'inizio potrebbe essere "tutti a casa, ricominciamo da zero".
Ciò sarebbe già una speranza.

Graziella Proto
 

Il nuovo numero di Casablanca on line: lesiciliane.org/casablanca


Nessun commento:

Posta un commento