21 gennaio 2011
Messina. «Mi complimento con la Dia di Messina per questo ennesimo colpo ai capitali di origine mafiosa solo in questo modo si può depauperare la forza economica dei clan». L'ha detto il procuratore capo di Messina, Guido Lo Forte, durante la conferenza stampa alla sede della Dia di Messina in merito al sequestro di beni per 25 milioni di euro operato nei confronti dell'imprenditore Francesco Scirocco, «legato ad altri imprenditori - ha spiegato Lo Forte - che insieme a lui hanno fatto affari con Cosa nostra palermitana e con i clan catanesi specialmente nell'edilizia e nell'eolico». «C'è un triangolo di affari - ha aggiunto - tra la mafia catanese, quella palermitana e quella della zona tirrenica del messinese. Con i loro capitali questi imprenditori drogano le regole del mercato, soffocando l'imprenditoria onesta e mettendo le loro capacità finanziarie a disposizione dei clan». «Il settore dell'eolico - ha concluso - è ritenuto molto appetibile dalle cosche e per questo stiamo continuando indagini in questo senso». «Lo spessore criminale di Scirocco - ha detto il caposezione della Dia di Messina, Danilo Nastasi - è elevato. È stato indagato nell'operazione 'Icarò perchè ritenuto faccia parte del clan dei 'Carcionè, ed è legato alle cosche di Tortorici e Barcellona Pozzo di Gotto». «Secondo quanto raccontato dal pentito Luigi Sparacio - conclude Nastasi - Scirocco gli aveva commissionato l'omicidio degli avvocati Antonio Giuffrida e Francesco Ricciardi che davano fastidio ai suoi affari, ma lui li aveva solo gambizzati». Per i due tentati omicidi Scirocco ottenne un'assoluzione e una prescrizione.
ANSA
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