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venerdì 21 gennaio 2011

Pg Cassazione: ''Ridurre la pena a Cuffaro''



21 gennaio 2011
Roma.
Deve essere ridotta la pena nei confronti dell'ex governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro, condannato in appello a 7 anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e rivelazione di segreto istruttorio emessa nell'ambito del processo 'talpe alla Ddà. Lo ha chiesto il sostituto procuratore generale Giovani Galati ai giudici della seconda Sezione penale. In particolare, il pg ha sostenuto che devono essere escluse le aggravanti che avevano fatto lievitare la pena di Cuffaro dagli iniziali cinque anni a sette. Nel dettaglio a modo di vedere della Procura di piazza Cavour deve essere annullata l'aggravante che era stata inflitta lo scorso 23 gennaio dalla Corte di Appello di Palermo a Cuffaro relativamente al favoreggiamento nei confronti di Mimmo Miceli e di Guttadauro. Rimarrebbe in piedi il favoreggiamento, consumato nel 2001, nei confronti di Aiello, un reato senza aggravanti e che si andrà a prescrivere il prossimo aprile. Se dunque la suprema Corte accoglierà le richieste della pubblica accusa, la Corte d'Appello di Palermo dovrà rideterminare notevolmente al ribasso la pena nei confronti del senatore Cuffaro. Insieme al ricorso di Salvatore Cuffaro, la seconda Sezione penale, presieduta da Antonio Esposito, dovrà esaminare anche il ricorso di altri dieci coimputati. Per ora la Procura di piazza Cavour ha chiesto di confermare la condanna inflitta in Appello all'ex manager della sanità privata Michele Aiello, ritenuto l'alter ego del boss Bernardo Provenzano nell'imprenditoria e condannato in secondo grado a 15 anni e 6 mesi per avere ordito una rete di spionaggio che svelava le notizie sulle indagini di mafia. Nei confronti dell'ex sottufficiale del Ros Giorgio Riolo, la cui pena è salita da 7 a 8 anni di carcere, il pg Galati ha chiesto un annullamento con rinvio solo relativo ai capi di imputazioni secondari relativi a rivelazioni del segreto d'ufficio che a suo dire sarebbero prescritti. Inoltre è stata richiesta la conferma della pena a 4 anni e 6 mesi per il radiologo Aldo Carcione come pure i 6 mesi inflitti ad Antonella Buttitta. Secondo la Procura della Cassazione nel processo che vede imputato Salvatore Cuffaro non è stato dimostrato dalla Corte d'appello di Palermo che l'ex governatore della Sicilia sapesse che Guttadauro era un mafioso. Da qui a suo dire l'eliminazione dell'aggravante mafia. Per cui tolta l'aggravante il reato contestato relativamente al 2001 sarebbe prescritto. A modo di vedere del pg Galati resterebbero invece in piedi il reato di introduzione nel sistema informatico e il favoreggiamento semplice ad Aiello contestato fino al 2003. Se la suprema Corte dovesse accogliere le richieste formulate dalla Procura per Cuffaro la pena si ridurrebbe notevolmente e, secondo quanto si apprende, dovrebbe essere ricalcolata intorno ai 4 anni. Per quanto riguarda gli altri imputati che hanno presentato ricorso in Cassazione insieme a Cuffaro, il pg ha inoltre chiesto l'inammissibilità del ricorso di Roberto Rotondo (1 anno); l'inammissibilità per Giacomo Venezia (3 anni). Stessa richiesta per il direttore del distretto sanitario di Bagheria Lorenzo Iannì (4 anni e 6 mesi); maturata la prescrizione per Salvatore Prestigiacomo, condannato in appello a 9 mesi. Per la Procura della Cassazione deve essere inoltre dichiarato inammissibile il ricorso di Michele Giambruno (9 mesi) mentre è da dichiararsi la prescrizione nei confronti di Angelo Calaciura (2 anni in appello). Su disposizione del presidente della seconda Sezione penale le telecamere saranno ammesse alla lettura finale del dispositivo «data la rilevanza sociale del fatto in discussione», ha detto. Il pg Giovanni Galati, invece ha rifiutato di essere ripreso durante la requisitoria.

Adnkronos


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