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giovedì 13 gennaio 2011

Mafia. Confiscati beni a Giacalone, uomo dei Lo Piccolo



di AMDuemila - 13 gennaio 2011
Palermo.
Un patrimonio del valore di oltre 272 milioni di euro è stato confiscato a Giovanni Battista Giacalone, 37 anni, ritenuto uomo vicino ai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo.
A disporre la confisca è stata la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo che lo scorso 16 dicembre 2009 ne aveva disposto il sequestro.

L’inchiesta aveva preso il via in seguito all’analisi delle carte dell’operazione Addiopizzo che nel 2008 aveva portato all’arresto di numerosi affiliati della cosca di Tommaso Natale tra i quali anche Giovanni Battista Giacalone.
Secondo la tesi dell'accusa, Giacalone sarebbe stato punto di riferimento del clan mafioso di San Lorenzo per gli appalti e per l'imposizione del 'pizzo’, in collegamento con gli allora latitanti Lo Piccolo. L’imprenditore palermitano, titolare con i fratelli di un'importante catena di distribuzione alimentare, si serviva delle sue numerose società, tra cui alcune fittiziamente intestate a terzi, anche per favorire le assunzioni dei soggetti indicati dai boss. A suo nome erano riconducibili supermercati, aziende, appartamenti e negozi alimentari.
«La penale responsabilità di Giacalone - dicono gli investigatori - per il reato di associazione mafiosa deriva dall'accertata attività di rilievo dallo stesso svolta all'interno della famiglia mafiosa di San Lorenzo, in seno alla quale costituiva un punto di riferimento per il controllo mafioso di lavori pubblici e per l'imposizione del pizzo alle imprese operati nella zona, nonché per aver mantenuto un costante collegamento con gli altri associati in libertà ed anche con allora latitanti di primissimo piano come Salvatore e Sandro Lo Piccolo, svolgendo funzioni direttive per la predetta organizzazione».
Tra i beni confiscati stamani vi sono i capitali sociali di diverse aziende, soprattutto di produzione di alimenti e anche 18 punti vendita di catene di distribuzione alimentare, riconducibili alla sue società: tra cui negozi “Eurospin”, “Mio discount”, “Sigma” e “Alimentaria sil”. A conferma che gli interessi di Cosa Nostra per il settore della grande distribuzione sono sempre attuali in quanto rappresentano uno dei modi più veloci per fare affari e per riciclare ingenti quantità di denaro sporco. Interessi che i boss di Tommaso Natale avevano esteso persino alla grossa catena degli hard discount.


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