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martedì 11 gennaio 2011

Processo Mori, iniziata deposizione ex pm Palermo Sabella



11 gennaio 2011
Palermo.
È iniziata con la deposizione dell'ex pm di Palermo Alfonso Sabella, oggi giudice a Roma, la nuova udienza del processo a carico del Prefetto Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu, entrambi accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra per la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano nel '95. Sabella sta ripercorrendo la sua attività investigativa tra Palermo e Firenze, in particolare sulla cosiddetta 'trattativa' tra lo Stato e Cosa nostra. «L'ipotesi del mio collega Gabriele Chelazzi - spiega Sabella - era che organi dello Stato volevano dare un segnale di 'apertura' a Cosa nostra per evitare nuove stragi dopo il '93».

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Mafia: giudice Sabella, pm Chelazzi voleva indagare Mori

11 gennaio 2011
Palermo.
Il pm di Firenze Gabriele Chelazzi, prima di morire, avrebbe voluto iscrivere il Prefetto Mario Mori «nel registro degli indagati» nell'ambito della cosiddetta 'trattativa' tra lo Stato e Cosa nostra. A confermarlo in aula, al processo Mori, è l'ex pm di Palermo Alfonso Sabella, che sta deponendo come teste dell'accusa. <<Chelazzi mi disse parecchie volte che voleva iscrivere nel registro degli indagati Mori ma io ero contrario - dice il giudice Sabella - <<So che lo aveva interrogato anche come persona informata sui fatti ma dopo l'interrogatorio non l'ho piu visto perchè è morto due o tre giorni dopo. Lo sentii solo al telefono e mi disse che aveva fatto un verbale riassuntivo molto scarno per evitare che potesse essere frainteso ciò che aveva detto Mori>>.
Il pm Gabriele Chelazzi sarebbe stato convinto che l'allora generale del Ros Mario Mori avrebbe svolto un ruolo nella trattativa tra Stato e mafia «dopo avere appreso di un incontro avvenuto tra Mori e l'allora vicedirigente del Dap Francesco Di Maggio», ha proseguito l'ex pm Alfonso Sabella. «Chelazzi disse che avessero parlato dell'ipotesi di alleggerire il 41 bis o di revocarlo ad alcuni personaggi - ha detto Sabella - so che i provvedimenti di revoca erano firmati da Andrea Calabria e Chelazzi mi chiese dove andare a prendere le carte»

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