Contattaci

Se desideri partecipare alla realizzazione del blog mandaci il tuo articolo al nostro indirizzo mail: blogghiamolamafia@live.it .

martedì 4 gennaio 2011

''Sento tanti proclami ma l'Italia non e' stata affatto determinata''



di Simone Collini - 3 gennaio 2011
Intervista a Gian Carlo Caselli
   
Il Procuratore capo di Torino «Non nutro molte speranze sulla soluzione Battisti è un criminale comune, nei processi ha avuto tutte le garanzie»
 
La storia si ripete», sospira Gian Carlo Caselli. Il procuratore della Repubblica di Torino ricorda quando esattamente due anni fa, dopo che il Brasile aveva annunciato l’intenzione di dare lo status di rifugiato politico a Cesare Battisti, il ministro degli Esteri Frattini convocò il nostro ambasciatore a Brasilia e il sottosegretario Mantica propose di cancellare la partita di calcio tra la nazionale italiana e la Seleçao. Oggi a interpretare questo «atteggiamento bellicoso», nota Caselli, è il ministro della Difesa La Russa: «Non dice spezzeremo le reni ai brasiliani, frase fuori moda e che porta anche un po’ sfiga, bensì che sono a rischio le relazioni commerciali». È il modogiusto perottenere l’estradizione di Battisti? «Adesso assistiamo a molti proclami ma non nutro molte speranze che il Brasile riveda la decisione». Perché?

«Anche lì sanno benissimo che pecunia non olet. L’Italia ha stipulato con il Brasile accordi commerciali così importanti che ci vorrà ben altro per metterli a rischio. E poi perché noi abbiamo un po’ - e anche questo lo sanno bene - il carbone bagnato».

Vale a dire?
«Già in un altro caso non abbiamo dimostrato la necessaria determinazione.
Il governo italiano ha accettato il rifiuto di estradizione di Marina Petrella da parte della Francia senza strepitare. Forse perché c’era stato l’inusuale e invasivo intervento della première dame».
Era l’estate del 2008, sei mesi dopo Battisti, dal Brasile, ha rilasciato un’intervista in cui diceva che se rientravain Italiasarebbestato ucciso.
Oggi la situazione sarebbe diversa se allora il nostro governo avesse reagito in modo più determinato? «Non sta a me dirlo, io parlo da magistrato.
Certamente quelle di Battisti sono delle falsità inaudite. Sono rimasto sconcertato che parlamentari brasiliani abbiano letto in Senato una sua lettera in cui si dichiarava innocente e denunciava l’Italia per cose false. E anche che l’allora ministro della Giustizia Tarso Genro, che ha gli strumenti per sapere, se la sia bevuta e abbia manifestato l’intenzione di concedergli asilo politico».

Perché non avrebbe dovuto?
«Perché sono i fatti a dire che Battisti è un criminale comune, responsabile di quattro omicidi, per i quali è stato condannato all’ergastolo in vari processi.
Come si può parlare di motivazioni politiche di fronte all’omicidio per rappresaglia di persone - Sabbadin e Torregiani - che avevano avuto la colpa di reagire a una rapina? Cosa c’è di politico nell’uccidere poliziotti - Santoro e Campagna - colpevoli solo di fare il loro dovere?».

Si tratta di verità accertate in processi in cui, denuncia Battisti, non è stata garantita piena possibilità di difesa.
«Su questo la sentenza della severissima Corte europea per i diritti dell’uomo ha respinto il ricorso di Battisti, riconoscendo che in tutti i processi ha potuto regolarmente difendersi, anche dopo l’evasione, tramite i suoi legali.
Mi meraviglio che intellettuali e politici, brasiliani e francesci, abbianocreduto alle menzognedi un assassino in cerca dell’impunità, anche sugli anni di piombo. L’Italia non ha mai conosciuto tribunali speciali - a differenza della Francia - o speciali campi di reclusione - senza processo, come quelli in Gran Bretagna per l’Ira. Noi per affrontare il terrorismo ci siamo dati una specializzazione giuridica, ma senza mai andare oltre il perimetro delle garanzie costituzionali».

Non sono solo intellettuali e politici francesi e brasiliani a dire che la stagione del terrorismo va superata con un gesto politico, amnistia inclusa.
«Ma un’amnistia sostanziale già è stata introdotta, è la legge sulla dissociazione.
Basta prendere un foglio, scrivere mi dissocio, e si ottiene un notevole sconto di pena, senza collaborare.
E poi un altro dato di fatto è che molti ex terroristi sono stati reinseriti anche in posti di rilievo pubblico.
Qualcuno è stato anche eletto in Parlamento.
Chi parla di giustizia vendicativa, di torture, di pericoli, dice bugie e non tiene conto diuna realtà storica che dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti. Così come sotto gli occhi di tutti dovrebbe essere il dolore dei familiari delle vittime, ai quali fino ad oggi non è stata data risposta».

Tratto da: l'Unità


Nessun commento:

Posta un commento