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martedì 4 gennaio 2011

''Stufi di statistiche sui suicidi al 41 bis. Ecco le statistiche dei danni della strage''



Con l’arrivo del nuovo anno 2011, puntuali come sempre, le associazioni di categoria hanno preparato una statistica relativa ai suicidi in carcere, dalla quale emergerebbe che il 4% di coloro che si tolgono la vita fra le sbarre delle prigioni italiane, è da annoverarsi fra i detenuti a “41 bis”.
Ovvero, i detenuti a “41 bis” nelle carceri italiane, sono poco meno di 700, ma incidono ben del 4% sulle morti che avvengono fra le sbarre, almeno questo dicono i politici che difendono tutti i carcerati, ma i mafiosi a “41 bis” li sostengono con un a marcia in più.
Ebbene noi abbiamo fatto la nostra di statistica e per doloroso che sia rammentarcelo, con coraggio l’abbiamo affrontata e la rendiamo pubblica.
Considerando le sole 26 famiglie quelle che di fatto hanno intrapreso causa civile contro la mafia “cosa nostra” per la strage di via dei Georgofili, composte di circa  6 persone a famiglia, ossia le persone più direttamente coinvolte nella strage, risultano 156 persone travolte in modo grave dalla mafia che voleva con il massacro di Firenze abolito il “41 bis “.
La percentuale sconvolgente che se ne trae quindi  è che il 15% dei coinvolti nella strage di via dei Georgofili in nome e per conto dell’annullamento del 41 bis, hanno subito danni gravissimi, infatti 5 sono morti nell’immediato delle strage, altri sono morti negli anni a causa dell’attentato per suicidio, tumore, gravi patologie cardiache causate dall’esplosione ecc. e altri sono oggi in serie gravissime difficoltà.
Quindi il 4% dei suicidi a “41 bis” lo riteniamo un dato più che insignificante.
Del resto basta, anche senza guardare a noi che siamo le vittime dirette di “cosa nostra” e dei suoi accoliti sotto il tritolo stragista ed eversivo del 1993, prendere in considerazione quante morti avvengono in Italia ogni giorno per gli effetti devastanti di tipo economico e sociale che le stragi del 1993 hanno causato nel Paese e ci si accorgerebbe attraverso percentuali altissime, sicuramente anche oltre il nostro personalizzato 15%,   che di mafiosi che non si pentono ne muoiono veramente troppo pochi.
Cordiali saluti

Giovanna Maggiani Chelli Presidente
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili



Precisazioni:

Fortemente interessati a difese d’ufficio contro il regime di detenzione speciale di  41 bis, ci siamo fatti fare un poco di conti e usciamo quindi il 2 gennaio 2011 con un secondo comunicato:
I radicali e le associazioni scrivono che chi è al “carcere duro” ha una probabilità 4 volte maggiore di morire suicida rispetto ai detenuti comuni. E citano questi dati: 64 sono i suicidi complessivi nel 2010 su 66 mila detenuti, pari all' 1%, 2 i suicidi al 41 bis su 64 suicidi, pari al 4%.
Ma i conti non tornano. Calcolatrice alla mano, la percentuale di 2 suicidi su 64 non e' del 4%, ma del 3,125%, ben piu' vicina al 3%.
Non solo. Dalla tipologia dei suicidi per regime detentivo evidenziata qui sotto si vede che quelli al 41 bis costituiscono il numero in assoluto piu' basso ( a parte i transessuali) a pari merito (se cosi' si puo' dire) con gli ''isolati - in transito''. Ora, e' giusto che la vita di ogni detenuto in carcere venga salvaguardata dallo Stato che la detiene, a prescindere dal regime applicato, allo stesso modo per tutti. Ma sarebbe interessante conoscere, come per il 41 bis, anche i valori assoluti dei detenuti in isolamento a cella liscia, in infermeria,  nei reparti collaboratori: forse avremmo qualche sorpresa e qualche diversa priorita', che i radicali e le associazioni si sono dimenticati di citare. 
 
I suicidi avvenuti nel 2010, per regime detentivo


26 in Regime “Comune”
10 in Isolamento (2 in cella “lisce”)
5 in Reparto Collaboratori (o ex)
5 in Reparto Infermeria
4 in Reparto “Protetti”
3 in Alta Sicurezza
3 in Grande Sorveglianza
3 in Reparto Internati (Casa di Lavoro)
2 in Reparto Transito - Isolati
2 in Regime di “41-bis”
1 in Reparto Transessuali

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