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sabato 12 febbraio 2011

Commemorazione Attilio Manca, ''Il Caso Barcellona''



di Marco Letizia - 12 febbraio 2011A Barcellona Pozzo di Gotto, in occasione del settimo anniversario della morte di Attilio Manca, sono stati presenti al Palacultura Bartolo Cattafi di Barcellona P.G. diversi protagonisti della lotta anti-mafia della provincia di Messina e non solo: a presiedere l'incontro, come sempre, l'eurodeputato Sonia Alfano, presidente dell'Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia. Presenti anche L'avv Fabio Repici, Pasquale Campagna (luigi Alioto divina commedia condivide con attilio manca), fratello della vittima Graziella Campagna, Cettina Parmaliana, moglie di Adolfo Parmaliana, Gianluca Manca, fratello di Attilio Manca, i giornalisti Lo Bianco, Antonio Mazzeo, Luciano Mirone e Maria Cristina Sajia, il Senatore Beppe Lumia.
Alle 15.30 la usuale messa commemorativa, poi tutti al palazzo della Cultura Bartolo Cattafi per la conferenza che inizia con l'intervento del moderatore Benny Calasazio: "la storia di attilio Manca è una storia raccontata senza verità che rischia di chiudersi con un'archiviazione ". A rincarare la dose, l'avv Fabio Repici che, con un lungo intervento, spaziando tra vicende chiuse, fatti accertati e nuove prospettive investigative denuncia che "diventa impossibile accertare la verità se manca la volontà", riferendosi alla procura di Viterbo, titolare della vicenda Manca. A questo segue una nota di ottimismo: "L'esperienza mi fa dire che se si ha tenacia gli insabbiamenti delle indagini possono solo essere parziali. Questo è un momento importante per barcellona, è un momento molto delicato". Infatti, sostengono i convenuti, il potere mafioso che ha retto Barcellona in tutti questi anni starebbe per crollare: "lo dimostra la denuncia per diffamazione fatta da Cassata all'Associazione Familiari Vittime di Mafia e all'editore del libro su Attilio Manca", prosegue Repici. "La classe dirigente locale ha sempre bisogno di ribaltare la realtà per ottundere le menti e certificare una realtà ufficiale non corrispondente ai fatti", per questo secondo Repici "Marchetta è stato trasformato in una vittima della mafia mentre è, invece, legato a doppio filo al potere politico-mafioso di Barcellona."
"Non chiediamo verita solo perchè siamo familiari ma anche perchè siamo cittadini. cerchiamo verita perchè ci danno risposte che non ci soddisfano e desideriamo che la vicenda di Attilio venga vagliata meglio dalla procura di Viterbo", il commento di Gianluca Manca, fratello della vittima, che invita anche le istituzioni e la politica ad occuparsi di questo caso anche in Parlamento: "non esistono enigmi ma persone che ricoprono cariche istituzionali che hanno il dovere, piuttosto di diffidare associazioni o editori (Cassata, ndr), di interrogarsi su ciò che è accaduto a Barcellona". "Nania, che è di Barcellona, conoscendo queste situazione potrebbe interpellare ministri e sollevare le questioni in parlamento ma non lo fa: sono loro che creano dubbi ed enigmi".
A questo punto il giornalista Lo Bianco, elogiando le vittime di Mafia e i Barcellonesi presenti dice: "con quale forza e spirito voi siete qua dopo quello che è successo a Barcellona in questi anni, dove la presenza dello stato è stata quasi assente?" E poi aggiunge: "è scandaloso che Barsellona sia l'unico comune in italia che non riesce ad essere ancora stato sciolto per mafia".
Molto commosso l'intervento di Pasquale Campagna: "le lacrime scappano sempre quando vedo queste scene", riferendosi all'intermezzi teatrali tratti dallo spettacolo "Presa di Coscienza" che hanno fatto i ragazzi di Movimento Città Aperta. "Oggi Graziella e Attilio vivono in un mondo migliore. Alla fine Gesù è grande e darà voce anche ad Attilio come ha dato giustizia a mia figlia".
"Terre Libere e Tindaro Bellinvia ricevono la diffida da parte di magistrato Cassata. Attentare al libro è attentare all'art 21. della Costituzione, facendo terra bruciata con i pesci piccoli nella speranza di salvare un potere ormai in declino". Tagliente come sempre, Antonio Mazzeo ha parlato soprattutto delle origini massoniche della Corda Fratres :"la Corda Fratres nasce come organizzazione universitaria legata alla massoneria francese, lanciata sul territorio dal rettore Gaetano Martino, iscritto alla vecchia P2. Non c'è bisogno di fare archeologia per dimostrarlo, basta consultare ciò che scrive la guardia di finanza in un'informativa che parla di legami politici istituzionali con certi ambienti della massoneria tra cui Corda Fratres". E inoltre aggiunge: " La massoneria è il luogo dove avvengono i blocchi dei processi democratici e dove si stabiliscono le grandi manovre economiche. L'Università di Messina è stato il crogiolo dove sono stati preparati gli omicidi politico-stragisti di estrema destra degli anni settanta".
A seguito la moglie del Prof. Parmaliana annuncia che le è stato richiesto un milione di euro di risarcimento per aver fatto scrivere un libro sulla vicenda di suo marito, morto suicida in seguito alle minacce subite dopo lo sciogliemento del comune di Terme Vigliatore.
Molto importanti anche gli interventi dei Maria Cristina Sajia che ha esortato i giovani ad interessarsi a ciò che accade sul proprio territorio e del giornalista Luciano Mirone che ha anche proposto di promuovere una petizione da inviare alla procura di Viterbo affinchè non si archivi la vicenda Manca.
Infine i due interventi più significativi dal punto di vista politico: Sonia Alfano e Beppe Lumia. L'eurodeputato ha ripreso, ampliando, quanto detto da Fabio Repici: "dopo la decisione di Bisognano di collaborare con la giustizia il sistema politico-mafioso di Barcellona trema, per questo adesso stanno cercando di attuare manovre di resistenza, perchè sanno cosa Bisognano andrà a svelare. "La parola "insabbiamento" è ricorsa molto spesso nel discorso dell'Alfano, come in tutta la conferenza, ed è proprio lo strumento che "il nucleo di poter utilizza per buttar fumo in faccia alla gente". Su questa linea anche il Senatore Lumia che ha spiegato come la mafia uccida due volte "prima fisicamente e poi nella memoria". Ha proseguito poi per 20 densissimi minuti il suo discorso che ha spaziato tra ricordi, come il caso di Felicetta impastato, madre di Peppino "un esempio di dignità contro il ricatto dello Stato" e alcuni episodi che hanno visto in passato protagonisti Buzzanca, Musumeci e Nania che, forti dell'appartenenza all'MSI di Beppe Alfano " cercavano invano l'appoggio della famiglia Alfano nel momento in cui gli fu detto che la destra barcellonese nei giorni in cui Alfano combatteva la mafia, candidava Gullotti alle elezioni".

Tratto da: strill.it


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