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domenica 27 febbraio 2011

Grasso: ''Vera forza boss e' in relazioni con colletti bianchi''



26 febbraio 2011
Palermo.
«La vera forza della mafia è in quelle relazioni esterne che consentono a un boss mafioso potente sul territorio di andare ad acquistare una società in Lussemburgo, o un pacchetto azionario alle Cayman o milioni di metri cubi di gas in Ucraina. Tutto questo può avvenire perchè il boss ha dei 'consulentì che gli fanno fare delle scelte di mercato tali da giustificare un interventi fruttuoso». È la denuncia del Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, a Palermo per partecipare a un seminario su mafia e colletti bianchi. «Ma questo è un discorso vecchio ormai - prosegue Grasso - che facciamo ormai da anni». E ha poi aggiunto: «Così come i mafiosi non potrebbero appropriarsi degli appalti pubblici senza una pletora di commercialisti, architetti, ingegneri, o funzionari regionali o pubblici che fanno come le tre scimmiette: non sentono, non vedono non parlano». Per Grasso «questa è una realtà che ancora non si riesce a debellare».

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''Evitare di candidare chi ha contatto indecenti''

26 febbraio 2011
Palermo.
Il presidente della Commissione nazionale antimafia Beppe Pisanu, che ha denunciato la violazione del Codice di autodisciplina dei partiti «sta andando nella giusta direzione. Bisogna adottare preventivamente delle soluzioni per evitare che coloro che sono già considerati nell'ambiente con contatti cosiddetti 'indecentì vengano candidati alle elezioni, locali o nazionali che siano». È il monito del Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, a Palermo per partecipare a un incontro sulle collusioni tra colletti bianchi e Cosa nostra. «Indubbiamente - ha proseguito Grasso - in passato si è visto che il Codice deontologico sottoscritto dai vari partiti non sempre ha prodotto gli effetti sperati». Secondo Grasso «bisognerebbe trovare una legge che impedisse l'accesso alle candidature a chi ha determinate pendenze, pur nella presunzione di innocenza che prevale. Ma sarebbe opportuno aspettare che la situazione personale del candidato venga risolta, d'altra parte sarebbe importante che tutto avvenisse nel minore tempo possibile».

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''Ordini professionali intervengano su indagati''

26 febbraio 2011
Palermo.
«Auspicherei un maggiore intervento degli Ordini professionali» sugli indagati per mafia che «troppo spesso aspettano la sentenza definitiva per intervenire sugli iscritti». È la denuncia del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso a Palermo oggi per parecipare a un convegno su colletti bianchi e mafia. Secondo Grasso «gli ordini professionali dovrebbero colpire dei comportamenti, delle relazioni e collegamenti dei loro iscritti indipendentemente se si tratta di reati penali». E ha ricordato che in diversi casi «ci sono state delle discrasie, così accade che se un professionista collabora allora viene sospeso, se è invece un imputato e non collabora si aspetta la sentenza definitiva per intervenire sullo stesso iscritto. Questa disparità di trattamento ha portato in passato spaccature negli Ordini professionali. Anche sotto questo profilo ci vogliono maggiori regole di deontologia professionale come ad esempio negli Stati Uniti dove gli ordini hanno la forza che gli consente di espellere chi non ha comportamenti adeguati».

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''Necessario intervento del legislatore sul Concorso esterno''

26 febbraio 2011

Palermo.
«Il reato di concorso esterno all'associazione mafiosa presenta delle oscillazioni della giurisprudenza, ci sono valutazioni contrastanti. Ecco perchè sarebbe necessario un intervento del legislatore». Lo ha detto il Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso parlando con i giornalisti a margine di un seminario a Palermo in memoria del prefetto Roberto Sorge. In particolare, parlando della recente sentenza di assoluzione in appello dell'ex deputato regionale di Forza Italia Giovanni Mercandante,condannato in primo grado a 10 anni e 8 mesi, ha spiegato: «Abbiamo una giurprudenza oscillante e riuscire a fare rientrare i comportamenti entro quelle categoria ci sono valutaizoni contrastanti che comportanto decisioni contrastanti. Aspettiamo comunque di leggere le motivazioni della sentenza per capire meglio questa decisione di assoluzione. Comunque le scelte di perseguire il fatto concreto alla fine possono avere effetti più produttivi». Insomma, per Grasso «sarebbe meglio tipizzare i comportamenti e fare una legge che considerasse delle condotte ben specifiche come reato».

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