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domenica 27 febbraio 2011

La nave della legalita' sbarca a Parigi



26 febbraio 2011
Parigi.
Si è svolto ieri a Parigi, presso il centro congressi Fiap Jean Monnet, un seminario internazionale promosso e organizzato dalla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone insieme allo European Forum for Urban Security.

Il progetto europeo: “Wave of legality, waves of  citizenship”, inserito nell’ambito del programma EACEA (Education, Audiovisual and Culture Executive Agency)  si è rivolto a numerosi studenti provenienti da dodici paesi membri della Comunità Europea. Olanda, Francia, Romania, Grecia, Ungheria, Regno Unito, Belgio, Macedonia, Bulgaria, Croazia, Lettonia, con le delegazioni dei loro studenti, hanno assistito al docufilm “Per Falcone” prodotto e da RAI Educational con le musiche del premio Oscar, Nicola Piovani. Dopo l’ovazione e la commozione generale, il seminario si è aperto con i saluti del presidente della Fondazione, Maria Falcone e del delegato generale dello European Forum for Urban Security, Michel Marcus.
Maria Falcone ha sottolineato che la lotta alla criminalità organizzata non può essere demandata soltanto alla magistratura ma deve coinvolgere l’operato dell’intera società civile. “Occorre creare una società meno acquiescente, indifferente e omertosa. La volontà di portare avanti questi seminari a livello europeo, nasce dal desiderio di proseguire con il “metodo Falcone”; cioè quello di coinvolgere tutti gli Stati occidentali per una fruttuosa cooperazione. Giovanni Falcone, fu infatti il primo, partendo da Palermo, che arrivò alle sanguinose famiglie mafiose statunitensi, proprio per la sua visione internazionale”.
Marcelle Padovani, nota giornalista e scrittrice francese, corrispondente in Italia per Nouvelle Observateur, ha moderato gli interventi dei successivi relatori. Leonardo Guarnotta, presidente del Tribunale di Palermo, ha evidenziato come la Convenzione delle Nazioni Unite abbia significato un importante passo avanti nella strategia di contrasto alla criminalità organizzata. Ha significato il riconoscimento da parte degli Stati membri della gravità dei problemi posti da una criminalità organizzata in tutte le sue declinazioni e la necessità di individuare un linguaggio comune nella persecuzione degli scopi. Ma a fronte di questo passo avanti, ha continuato:“la magistratura, nell’esercizio del suo operato, a livello europeo, paradossalmente, non goda della facilità e libertà nel varcare i confini tra uno Stato e l’altro. Per le inchieste, le frontiere nazionali sono ancora oggi un ostacolo spesso invalicabile, a differenza di un mondo in cui uomini e donne, beni, servizi e capitali circolano con grande facilità in ogni parte. In Europa tutte le persone, anche quelle dedite ad attività illecite, possono liberamente spostarsi  da uno Stato all’altro dell’Unione, praticamente senza limite alcuno. Una eccezione è costituita da poliziotti e magistrati nell’esercizio delle loro funzioni”. L’urgenza e l’auspicio di una maggiore cooperazione internazionale è stata anche sottolineata dall’intervento di Francesco Lo Voi, magistrato e attuale membro di EuroJust per l’Italia: “Giovanni Falcone fu una sorta di pioniere della cooperazione internazionale in tema di indagini giudiziarie. Ricercò le strade per creare delle forme di cooperazione con quegli Stati con cui non vi era nessuna collaborazione. EuroJust vorrebbe rappresentare lo sviluppo di una delle idee di Falcone. La visione unica nel coordinamento delle indagini. In Italia è nata la Commissione Nazionale Antimafia. Eurojust ha l’ambizione di realizzarla a livello europeo.
Nell’intervento di Michele Di Martino, direttore del Centro per la Giustizia Minorile in Sicilia, sono stati  illustrati i meccanismi organizzativi del sistema giudiziario italiano in materia di minori. E stata evidenziata la percentuale di successi, seppur minima, con i ragazzi del Centro, inseriti in un contesto lavorativo a tempo indeterminato. Come nei caso delle assunzioni in Finmeccanica. Di Martino ha poi rimarcato il ruolo delle associazioni e delle ONLUS che collaborando con il Centro Malaspina, hanno contribuito al miglioramento qualitativo dei risultati, fornendo una proposta di attività culturale di enorme rilievo. La conclusione è stata affidata a Michel Debacq, giudice francese e avvocato generale presso la Corte d’Appello di Versailles, che collaborò con Falcone per le indagini relative alla mafia marsigliese. I lavori si sono conclusi oggi, con due workshop tenuti da Rosalba Romano, responsabile per gli studi, la ricerca e le attività internazionali del Centro per la Giustizia Minorile di Palermo, e da Pietro Galluccio, presidente di InformaGiovani, network per il volontariato sociale.

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