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martedì 8 marzo 2011

Mafia: Lumia: inaccettabile tentativo di far passare per vittime i Provenzano



8 marzo 2011
Roma.
“Confermo e ripeto: l’intervista di Angelo Provenzano non mi convince, come non accetto il tentativo di farlo passare per una vittima”.
       E’ questa la risposta del senatore del Pd Giuseppe Lumia al difensore di Bernardo Provenzano.
Per Lumia “nè lui, nè suo padre sono vittime ed egli utilizza il diritto alla salute del boss Provenzano come un espediente, perchè sa bene che non è in discussione la possibilità che suo padre sia curato ed assistito. Ma le cure vanno somministrate in regime di 41 bis e ciò è perfettamente compatibile con lo Stato di diritto. Posto questo, ribadisco: ad Angelo Provenzano sul piano penale non ho mosso alcun rilievo, ma su quello morale bisogna essere chiari e netti: il suo è un messaggio omertoso e negazionista sul ruolo che Cosa nostra ha avuto nella storia del nostro Paese, anche sotto la guida del padre; per cui ribadisco che l’unica strada da percorrere è la presa di distanza da Cosa nostra e la collaborazione con la giustizia, ma questo non emerge dalle sue parole”.

“Angelo Provenzano - continua l’esponente antimafia del Pd - abbia il coraggio di accettare tali regole di democrazia ed eserciti su suo padre tutta la forza che un figlio ha il dovere di esercitare. Sono pronto ad incontrarlo, a guardarlo negli occhi e a ribadire la ferma volontà di un rappresentante dello Stato di affermare ciò che molti pensano e condividono. Lo farò giovedì prossimo a Corleone di fronte alla lapide di Placido Rizzotto, il sindacalista che fu vittima dei corleonesi di Luciano Liggio. In quella stessa Corleone dove furono allevati Provenzano, Riina e Bagarella”.

“La maledizione morale e umana - conclude Lumia - è nelle cose, considerati gli efferati crimini, gli innumerevoli omicidi, le orribili stragi, ignorarla è da ipocriti. La collusione tra pezzi dello Stato e Cosa nostra è devastante per cui, piuttosto che giustificare la mafia, il figlio di Provenzano convinca il padre a svelarci gli autori di quelle collusioni e aiuti così la nostra società ad esercitare il diritto di conoscere le responsabilità dei mali, delle violenze e delle ingiustizie che ha dovuto subire a causa del rapporto mafia-politica”.

Visita: giuseppelumia.it


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Mafia: legale Provenzano, accuse a figli sono calunniose avv. Rosalba De Gregorio replica con una lettera a sen. Lumia

7 marzo 2011
Palermo.
  «L'accusa di omertà e complicità spetta alla magistratura che fino ad oggi l'ha esclusa, sicchè l'affermazione del senatore Lumia non può che configurarsi come calunniosa. Sul piano umano, i figli di Provenzano scontano già da anni la 'maledizione' che una parte della società progredita, quella diversa dall'800 regala anche a chi non ha colpe proprie». È una parte della lettera scritta dall'avvocato Rosalba De Gregorio, legale del boss Bernardo Provenzano, dopo l'appello rivolto dal senatore del Pd Lumia al figlio del capomafia Angelo a liberarsi della 'maledizionè che deriva dall'appartenenza alla famiglia del padrino convincendo l'anziano boss a pentirsi. «Sul piano morale - prosegue - mi permetto una osservazione e una domanda: i figli dei 'pezzi deviati delle Istituzioni e della politica' sono, anche loro, maledetti dal senatore Lumia e da coloro che ne condividono il pensiero? Come mai il senatore non si rivolge maledicente anche ad essi, accusandoli di complicità, omertà e, dunque, etichettandoli come mafiosi?». «Mi spiace davvero che le interviste del giovane Provenzano (il ragazzo chiese in un'intervista che venissero approfondite le condizioni di salute del padre detenuto al carcere duro n.d.r.) - prosegue - abbiano suscitato tale reazione del parlamentare del PD». «Il figlio del boss mafioso, che ha studiato e non vive nell'800, ritenendo di vivere in una società progredita, - spiega l'avvocato - non invoca alcuna clemenza, ma interviene sollecitato da giornalisti sul tema della salute che, nel nostro Stato di diritto è, appunto, un diritto anche dei detenuti, perfino quelli al 41 bis». «Le 'pesanti responsabilità'» di Bernardo Provenzano sono valutate dai giudici nei processi penali e la sua detenzione è affidata al circuito del 41 bis. - aggiunge - I 'conti', perciò, deve farli Bernardo Provenzano, non Angelo Provenzano che non ha nessun conto da pagare verso la società«. »Oltremodo pesante e vorrei dire minaccioso - conclude - mi appare, dunque, il messaggio espresso, neppure troppo velatamente, da Lumia: se Angelo Provenzano non 'convince' il padre a collaborare diviene 'complice' dei segreti del padre, appalesandosi 'omertoso'!?«.

ANSA
 
- Lettera aperta di Giuseppe Lumia ad Angelo Provenzano



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