22 marzo 2011
Palermo. La difesa del generale Mario Mori, processato per favoreggiamento della mafia, si oppone alla citazione chiesta dall'accusa di Massimo Ciancimino, Giovanni Brusca e Angelo Siino. Le loro testimonianze sulla «trattativa» e sulla revoca del 41 bis decisa tra la fine del 1992 e l'inizio del 1993 sono giudicate tardive, rateali oppure confuse. Secondo l'avvocato Basilio Milio, legale di Mori, nessuno dei tre collaboratori di giustizia sarebbe in grado di portare un contributo fondamentale. La difesa invece acconsente all'acquisizione dei documenti e dei verbali - oltre 1800 pagine - depositati dal pm Antonio Ingroia. Oltre a note e verbali di servizio tra quelle carte figurano le testimonianze degli ex presidenti della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi, degli ex Guardasigilli Giovanni Conso e Claudio Martelli, dell'ex segretario generale del Quirinale, Gaetano Gifuni. Il contenuto di quelle testimonianze è già stato illustrato dal pm e riguarda essenzialmente le ragioni del mancato rinnovo del 41 bis. Conso ha detto che fu una decisione personale, l'accusa sostiene che fu il frutto di una «trattativa» mediata da Vito Ciancimino. A una fase di quella «discussione», è la tesi dell'accusa, avrebbe partecipato anche Mori. Il tribunale si è riservato di decidere nell'udienza del 5 aprile.
ANSA
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