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lunedì 21 marzo 2011

Rapporto sulle infiltrazioni mafiose. Umbria ''covo freddo'' delle organ. criminali


21 marzo 2011
Perugia.
L'Umbria è il «covo freddo» delle mafie. Un posto in cui le varie organizzazioni ripuliscono il denaro sporco e si insinuano.
      
Lo si legge nella relazione annuale presentata dalle associazioni Libera informazione, Legambiente, Sos Impresa, Cittadinanzattiva e Mente Glocale che hanno messo insieme dati statistici, relazioni di servizi segreti, dati estrapolati dalle indagini e dai processi. Il «rapporto sulle infiltrazioni criminali e mafiose in Umbria» è stata presentata stamattina a Perugia durante le celebrazioni per la «XVI giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime di mafia». Nel capoluogo umbro la ricorrenza è stata ricordata con una tavola rotonda alla Sala dei Notari, a cui hanno partecipato esponenti delle associazioni, delle istituzioni, e della magistratura. Il sostituto procuratore antimafia Antonella Duchini nel suo intervento ha detto tra l'altro che «la presenza della mafia in Umbria non è per nulla episodica, come sento spesso dire. Anzi, assistiamo a una progressiva mafizzazione del territorio umbro». Ha invitato a denunciare il magistrato, «non deve passare inosservata una virgola di soprusi nei concorsi pubblici, negli appalti» ha detto, perchè «le vittime della mafia non sono solo coloro che sono stati uccisi, siamo tutti noi, siete vittime di mafia giorno dopo giorno: quando non vincete un concorso perchè qualcuno viene favorito, quando non vi aggiudicate un appalto perchè è stata pagata una mazzetta». « L'Umbria non è più l'isola felice citata ancora da qualcuno»ha aggiunto poi, spiegando che due sono i fenomeni più preoccupanti: «il primo - ha detto - è che siamo destinazione finale della tratta degli esseri umani: le organizzazioni portano in territori »non a rischio« come il nostro persone per sfruttarle, ad esempio nella prostituzione di strada e non solo. Il secondo è quello delle »infiltrazioni economiche: parlo - ha spiegato ancora il pm - dell'impiego diretto o tramite soggetti apparentemente leciti di beni di organizzazioni mafiose«. »La mafia - ha concluso il magistrato - non ha più bisogno di farsi Antistato: dato che ha accumulato capitali ingentissimi ha ora bisogno di infiltrarsi, di «essere» Stato.

Adnkronos


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