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domenica 20 marzo 2011

Anniversario Ilaria Alpi - Mira Hrovatin



da ilariaalpi.it - 20 marzo 2011
Il caso Alpi/Hrovatin comincia così, con queste poche righe, ancora frammentarie, battute dall'agenzia Ansa alle 14.43 del 20 marzo 1994: "Somalia: uccisi due giornalisti italiani a Mogadiscio – Mogadiscio, 20 marzo – La giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e il suo operatore del quale non si conosce ancora il nome, sono stati uccisi oggi pomeriggio a Mogadiscio nord in circostanze non ancora chiarite. Lo ha reso noto Giancarlo Marocchino, un autotrasportatore italiano che vive a Mogadiscio da dieci anni". Ilaria Alpi, giornalista del Tg3 ed il suo operatore, Miran Hrovatin, in Somalia al seguito dell’operazione militare multinazionale, sotto egida ONU, Restor Hope, fortemente voluta dagli americani, stavano indagando proprio su  traffici - armi e rifiuti tossici, in particolare - dentro i quali apparati politico-diplomatico-militari dello Stato italiano erano dentro fino al collo. Il 4 Luglio 1994 - Giorgio Alpi, padre di Ilaria, sostiene che si è trattato di una vera e propria esecuzione. Spiega che la figlia aveva intervistato il sultano di Bosaso e aveva annotato tutto su un taccuino misteriosamente scomparso durante il rimpatrio della sua salma. Il 25 giugno 1996 – l’inchiesta giudiziaria - che procede quanto mai a rilento - dispone una nuova perizia balistica, la seconda, la quale stabilisce che il colpo che ha ucciso Ilaria fu sparato a bruciapelo da distanza ravvicinata.
Sono passati 17 anni dall’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin a Mogadiscio. Un’esecuzione su commissione: questo è quanto è emerso da tutte le inchieste giornalistiche, della magistratura e delle commissioni d’inchiesta che ne hanno evidenziato anche il movente. “Impedire che le notizie raccolte dalla Alpi e dal Hrovatin in ordine ai traffici di armi e di rifiuti tossici…venissero portati a conoscenza dell’opinione pubblica…”
Francesco Neri nell’audizione del 18.1.2005 davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi ha raccontato della sua indagine sui rifiuti tossici e sulle navi, iniziata nel 1994. Ha spiegato dettagliatamente della perquisizione a casa di Giorgio Comerio, noto trafficante di armi, e coinvolto secondo gli investigatori nel piano per smaltire illecitamente rifiuti tossico nocivi che, con la sua Oceanic Disposal Management (Odm), una società registrata alle Isole Vergini Britanniche, prevedeva la messa in custodia di rifiuti radioattivi delle centrali nucleari in appositi contenitori e il loro ammaramento.
Mariangela Gritta Grainer ,portavoce associazione Ilaria Alpi, ha scritto:
''Sarebbe bello che questa nostra ricerca testarda proseguita in tutti questi anni senza tregua accanto a Luciana e Giorgio trovasse finalmente una sponda istituzionale perché verità e giustizia trionfino. Sarebbe un “segno” per rilanciare uno spirito “costituente” e uscire da una spirale pericolosa in cui il paese è stato precipitato; un segno per festeggiare con onore i 150 anni dell’unità d’Italia.Un segno che renderebbe un po’ meno triste questo 20 marzo.Non è con noi Giorgio il papà di Ilaria: ci ha lasciati domenica 11 luglio 2010. Chissà, forse da qualche parte si sarà ritrovato con la sua Ilaria: quando ne parlava lo faceva con amore, orgoglio e con infinita tristezza constatando che il tempo passa in fretta… “e io di tempo non ne ho molto”, diceva sempre soprattutto negli ultimi mesi della sua vita.Abbracciamo forte Luciana in moltissimi, tutti quelli che in questi 17 anni (6205 lunghissimi giorni) si sono impegnati, hanno seguito, trepidato, sofferto per la verità e la giustizia che ancora non ci sono: vogliamo che senta tutto il nostro amore oltre al nostro impegno. Vogliamo che non si senta sola perché sola non è''.

Tratto da:
ilariaalpi.it


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