In una cartolina di auguri inviata da Giuseppe Salvatore Cordì a Tommaso Costa, si leggono frasi come "quando l'Inter vince ti vedo rilassato in viso e ti sento chiamare Marcello" oppure "se a vincere è il Milan però non ti sento parlare". E ancora "sperate di far bene in Champions perchè dal prossimo campionato non ce ne sarà per nessuno" "il nostro presidente ha in mente acquisti strepitosi".
Ovviamente i due boss, secondo gli inquirenti, non stavano parlando realmente di pallone e partite ma si tratta di un linguaggio in codice. La lettera, spedita dal carcere ove era recluso Cordì ed indirizzata a quello dove e costretto Costa, conteneva un messaggio circa gli accordi tra le due famiglie per lasciare spazio da parte dei Cordì di Locri ai Cataldo ed ai loro alleati sidernesi Costa e Curciarello. Questo confermerebbe le ammissioni del super boss pentito Oppedisano, che aveva parlato di una pace tra le due storiche famiglie mafiose di Locri in nome degli affari. Tesi avvalorata dalle intercettazioni ambientali delle ormai celebri riunioni in lavanderia.
Secondo gli inquirenti erano in corso le trattative per una nuova pax mafiosa, dopo il rischio di una nuova guerra di mafia che aveva fatto correre ai ripari alcuni esponenti delle varie famiglie, che si erano già dotati di macchine blindate.
Una guerra messa fortunatamente da parte in nome degli ottimi affari che la tranquillità del territorio avrebbe garantito a tutti i clan.
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