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venerdì 20 luglio 2012

Ciao Paolo, ciao Giovanni. VENT'ANNI DOPO.


Ciao Paolo, ciao Giovanni,

sono passati vent’anni. Mi sembra giusto, doveroso scrivervi questa lettera. Vent’anni fa avevo dieci anni, i miei ricordi sono offuscati. Un po’ più nitidi quelli della strage di Capaci, un po’ meno quelli di Piazza D’Amelio. Ero piccola, la parola mafia era per me sconosciuta. Entrò in quei giorni nel mio vocabolario, con forza, con prepotenza; tanto che il vocabolario fu un supporto quasi inutile per capirne il significato. Dentro di me risuonano le parole di mio cugino dodicenne, che mi disse “Non occuparti mai di queste cose, perché vedi poi come finisce”. Disse queste parole, o qualcosa di simile. Ma il senso era quello. Per me era tutto strano, effettivamente non capivo perché due persone avessero lottato così tanto, quasi a cercarne la morte. Pensavo che, in fondo, se avessero pensato “ai fatti loro”, ora sarebbero vivi, felici e con le persone a cui volevano bene. Sapevo che c’erano già troppe insidie, come le malattie, che qualche anno prima mi avevano portato via un nonno e uno zio. Per cui se già la morte ti viene a cercare, perché andargli incontro? Davvero continuavo a non capire le vostre scelte.

Poi sono cresciuta, ho iniziato a conoscere e a lettere. Sono diventata uno spirito critico, ho attraversato la vita di diverse figure, che hanno accompagnato il mio “essere”. Da Che Guevara (quale adolescente non se ne innamora?), a Martin Luther King, passando per Gandhi e perché non San Francesco D’Assisi. Tutte persone che hanno fatto della loro vita uno strumento a servizio degli altri. Anche per me, in fondo, era diventato così. Dopo due viaggi in Africa, avevo capito che ognuno di noi è strettamente collegato agli altri. Che non puoi tirarti indietro, soprattutto quando capisci che ci sono tante cose che non puoi capire, che non ti vengono raccontate o che sono distorte. Quando capisci che, ci sono poteri forti, molto forti; che stritolano i più deboli, che li riducono a masse non pensanti. Allora ho capito cosa qual è stato il fuoco, che ha spinto la vostra impresa. Lo hai detto tu, Paolo. È stato soprattutto un atto d’amore verso una città. L’amore che vuole il cambiamento, che non si accontenta di soluzioni preconfezionate, che non si adagia al semplice dire “Si, è così. Va bene”. E’ l’amore che ti spinge a capire, ciò che viene nascosto, le dinamiche del Potere, quello con la P maiuscola. Quello che c’è, lo senti, ma non lo vedi. Era la mafia, ma non solo. Era qualcosa che andava al di là; verità che avrebbero potuto scalfire la richiesta di “sicurezza” di tutti. Dopo vent’anni non sappiamo ancora chi fosse il volto della o delle persone che hanno soffocato la vostra (e la nostra) battaglia per la Giustizia. Sappiamo chi ha schiacciato quei pulsanti, ma non chi ha voluto che qualcuno lo premesse. È come se ci fosse una linea di non ritorno, oltre la quale non si può sapere. Una per tutte, dove è finita la tua agenda rossa, Paolo? Chi l’ha presa? Cosa c’era scritto? È una sola domanda, ma ne sorgono altre mille, che portano a tanti perché a cui ancora non abbiamo risposta. State certi di una cosa, forse la Verità non la sapremo, ma il vostro esempio è stato fecondo. In tutti questi anni sono nati movimenti spontanei, non “politicamente” – o meglio “partiticamente” identificati -, che hanno urlato con forza crescente la voglia di Giustizia e di Verità. Persone comuni, vite normali, che si indignano, che si guardano attorno e che esigono risposte. Non poteva nascere niente di più bello, e di questo non posso fare altro che ringraziarvi. Ovunque voi siate, guardateci. Proteggete il nostro spirito e tenetelo lontano dall’ipocrisia e dalle risposte facili. Solo così, “le vostre idee continueranno a camminare sulle nostre gambe”.

Un grazie senza fine.
Raffaella

Palermo, scout in via D'Amelio e ignoti devastano la loro base

Nel giorno del ventennale della strage di via D'Amelio, un inquietante episodio turba la serenità della base scout di Fondo Micciulla a Palermo.
La scorsa notte, infatti, ignoti hanno devastato un muro di cinta del podere, confiscato alla mafia, e si sono introdotti devastando la base, e rubando gli zaini di una ventina di ragazzi ospitati all'interno della struttura e provenienti da tutta Italia. Proprio nelle ore del raid, gli scout si trovavano in via D'Amelio per commemorare il giudice Borsellino e i suoi agenti di scorta con un corteo e una fiaccolata.
"Si tratta dell'ennesimo gesto nei confronti della nostra base scout - ha detto il responsabile di zona Francesco Bonanno -. E' un fatto che ci inquieta, e che ci fa impressione, ma che certamente non ci distoglie da quello che abbiamo programmato per questi giorni di memoria". L'ultimo raid vandalico all'interno della base di Fondo Micciulla risale a circa un anno fa. Sul posto è intervenuta la polizia.


LINK:
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-07-19/palermo-scout-amelio-ignoti-091138.shtml?uuid=AbSdxDAG