«È tempo che ciascuno di noi - ha affermato Grasso - con forza, con energia, con determinazione, attui la propria rivolta morale, naturalmente usando i metodi della democrazia, non altro. Rivolta morale contro tutte le mafie, contro quelle istituzioni che mirano a togliere ai cittadini ogni libertà di pensiero e di iniziativa, che favoriscono la cultura dell'immagine del singolo anzichè l'etica della solidarietà». «Rivolta morale - ha proseguito Grasso - contro quella classe dirigente che invece di servire le istituzioni talvolta se ne è servita per la propria libidine di potere o di rapace guadagno; quella classe dirigente che della propria discrezionalità ha fatto arbitrio e che del proprio arbitrio ha fatto spesso legge, che dal denaro pubblico ha tratto fondi per i propri vizi, che della dignità della persona ha fatto trampolino per le proprie ambizioni». «Rivolta morale - ha detto ancora Grasso nel suo intervento - contro quella massa di sudditi, perchè non si può parlare di cittadini, quella massa di pecore pronte a servire tutti, a baciare le mani che le bastonano, grati se è consentito loro mendicare qualche favore dai potenti». «Rivolta morale - ha aggiunto - contro quegli ideali di accatto, contro l'inerzia codarda, contro la rassegnazione vigliacca, l'affarismo più equivoco, la falsità e la calunnia urlate spesso come verità». «'Basta!' direbbe nonno Nino», ha detto Grasso riferendosi ad Antonino Caponnetto. «Non vi sono più liberatori come nonno Nino, come Falcone, come Borsellino», ha concluso il procuratore nazionale salutato da un lungo applauso e da una standing ovation.(ANSA)
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