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giovedì 9 dicembre 2010

Saviano: "L' Europa sta sottovalutando il fenomeno mafioso"

"La letteratura crea visioni per l'Europa di domani. Quello a cui contribuisce, non è il mercato unico, ma qualcosa di più importante: lo spirito di solidarietà europea" - così il presidente Jerzy Buzek ha aperto la cerimonia del Premio del Libro europeo, che si è tenuta martedì 8 dicembre in un'affollatissima sala del Parlamento. Abbiamo parlato a Roberto Saviano - uno dei due vincitori - nel corso della serata.

Il Premio del Libro europeo ha festeggiato ieri la sua quarta edizione, con una cerimonia presieduta da Jacques Delors, alla testa del comitato di sostegno al premio ed ex-presidente della Commissione. Insieme a lui, il presidente della Commissione  José Manuel Barroso, il leader del gruppo dei Socialisti e Democratici Martin Schulz - che ha rivelato le sue origini di libraio prima di intraprendere la carriera politica - e lo scrittore, resistente ed ex-ministro spagnolo Jorge Semprún.

I due libri premiati sono stati il romanzo "Purga" della finlandese Sofi Oksanen, e il saggio di Saviano "La bellezza e l'inferno". Buzek li ha definiti "testimoni della lotta per l'emancipazione che è parte integrante dell'identità europea".


La mafia, un fenomeno europeo

Roberto Saviano, 31 anni, scrittore e simbolo della lotta alla mafia, vive sotto scorta dal 2006, da quando le organizzazioni criminali hanno emesso contro di lui una condanna a morte per Gomorra, il libro che racconta la vita quotidiana della camorra.

"Perché la mafia ha paura delle parole di uno scrittore?", si è chiesto ieri, ritirando il premio a Bruxelles. "Perché la magia della letteratura permette a storie lontane di diventare vicine ed essere ricordate. La mafia ha paura non di chi scrive, ma di chi legge quelle storie, teme una letteratura che rompe l'isolamento di cui si circonda".

Visto che, sostiene lo scrittore, è nel silenzio che le organizzazioni criminali riescono a crescere e a diventare più potenti, specialmente in questo momento di crisi economica.

"Quando si parla di mafia non si parla soltanto di Italia", ha sottolineato. "Oggi in Europa c'è bisogno di liquidità e le mafie ne hanno moltissima. Così si stanno insinuando nel mondo degli affari europei e negli istituti di credito. L'economia criminale, capace di fatturare 100 miliardi di euro l'anno, oggi viene prima di quella legale".

Gli abbiamo parlato dopo la premiazione. Saviano, l'Europa sottovaluta la presenza e l'attività delle mafie?

Sì, moltissimo

In quali campi si muove la mafia in Europa?

È molto attiva nel narcotraffico, nell'edilizia, nei trasporti, nei rifiuti, nel turismo, nel riciclaggio, nel settore della ristorazione e anche nel tessile. Credo sia un elenco abbastanza completo.

Gli Stati europei fanno abbastanza per combattere le mafie?

A parte l'Italia, gli altri paesi europei non hanno neanche il reato di associazione mafiosa. Almeno non c'è in Inghilterra, in Spagna, in Germania, in Francia. L'unico paese ad averlo è l'Italia, che ha anche la legislazione antimafia migliore nel mondo, ma nonostante questo i problemi continuano ad esserci.

Cosa dovrebbero fare le autorità europee per contrastarla?

Creare una giurisprudenza antimafia condivisa da tutti gli Stati e una polizia unica europea per la lotta alle organizzazioni criminali. La collaborazione fra diverse polizie c'è già e funziona molto, ma servirebbe qualcosa in più, uno strumento come l'Agenzia antidroga americana, la DEA, però europeo e composto da ufficiali di tutte le nazioni.

Nel libro premiato stasera, La bellezza e l'inferno, racconta diverse storie di personaggi che hanno pagato con la propria vita il desiderio di verità, come Anna Politkovskaja. In questo contesto, come vede il furore scatenato intorno a Julian Assange?

Assange sta vivendo una vera e propria persecuzione e sono interessanti i dati venuti fuori da WikiLeaks. Da scrittore quello che sta succedendo con WikiLeaks sembra un bel capitolo scritto da un romanziere.

Le autorità dovrebbero cercare di capire quello che davvero è successo, invece di inventarsi storie di reati sessuali. Dovrebbero indagare su come è arrivato a fare quello che ha fatto. Invece quello che sta subendo oggi Assange è soltanto delegittimazione ed è inaccettabile.

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