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mercoledì 8 dicembre 2010

Wikileaks: Mosca protegge la mafia russa e i reali sauditi fanno party con prostitute e alcol

Nonostante l'arresto del fondatore Julian Assange, continuano le rivelazioni di Wikileaks. L'obiettivo questa volta sono i reali sauditi e il loro modo poco ortodosso di festeggiare. In un documento diffuso oggi e pubblicato dal quotidiano britannico Guardian, funzionari del consolato Usa di Gedda raccontarono di una festa di Halloween, organizzata da un membro della famiglia reale, in cui venivano infranti tutti i tabù islamici del paese.
Alcol e prostitute alle feste dei reali sauditi
«L'alcol, rigidamente proibito dalla legge e dalla tradizione saudita, abbondava nel bel rifornito bar della festa - si legge nel cablogramma scritto dal console Martin Quinn, riportato dal Guardian - inoltre si è saputo, attraverso il passaparola, che un certo numero di ospiti erano di fatto prostitute, fatto non insolito per queste feste. Sebbene non ne siamo stati testimoni diretti, l'uso di cocaina e hashish è comune in questi giri di persone».
La strategia anti terrore passa da Desperate housewives
Un elemento inedito riguarda poi la strategia anti terrorismo da adottare in Arabia Saudita. Per evitare che i giovani si avvicinino alla jihad, alcuni informatori dell'ambasciata americana a Gedda suggeriscono di far trasmettere alle tv show televisivi come Casalinghe disperate, Friends, o talk show come Late Show with David Letterman. Gli informatori dell'ambasciata sottolineano come questi funzionino meglio dei programmi ufficiali anti estremismo dell'emittente sponsorizzata dagli Usa al-Hurra, che costano milioni di dollari ai contribuenti americani. I diplomatici Usa sottolineano come il fascino di attrici come Eva Longoria, Jennifer Aniston e David Schwimmer stimoli molto di più l'interesse dei ragazzi sauditi per tutto quel che è occidentale, molto più di tediose interviste con politici Usa trasmesse da al-Hurra (che è costata finora quasi 500 milioni di dollari).

Mafia russa coperta dal Cremlino
Altri documenti diffusi da Wikileaks e pubblicati dal quotidiano francese Le Monde riguardano invece la Russia. Secondo i documenti diplomatici americani il Cremlino proteggerebbe la mafia russa in Europa. La criminalità organizzata del paese rappresenta, secondo i diplomatici, una nuova «piovra». Le Monde cita a questo proposito alcuni file della diplomazia Usa che riportano le preoccupazioni del procuratore spagnolo Jose "Pepe" Grinda Gonzales, sottolineando come proprio la Spagna sia diventata una delle basi delle organizzazioni criminali russe. Secondo il procuratore, come riportato dalla ambasciata americana l'8 febbraio 2010, la Bielorussia, la Cecenia e la Russia sono quasi degli «stati mafiosi» e «l'Ucraina lo diventerà». Per «ciascuno di questi stati - afferma ancora il procuratore, secondo quanto riportato da Le Monde - non si può fare differenza tra le attività del governo e quelle dei gruppi della criminalità organizzata».

La stampa cubana: una delle accusatrici di Assange collabora con la Cia
Intanto continua a tener banco la vicenda giudiziaria del fondatore di Wikileaks che si è recentemente consegnato alla polizia britannica. Assange è accusato dalla giustizia svedese di aver stuprato due donne. Sull'identità delle accusatrici la stessa Wikileaks aveva espresso diversi dubbi. La tv cubana ha promesso «nuove rivelazioni» su una delle due, Anna Ardin, dopo la denuncia apparsa sul quotidiano del partito comunista Granma secondo cui «Anna la cubana» sarebbe una collaboratrice della Cia. Dopo gli hacker che hanno attaccato il sito di Mastercard (colpevole di aver bloccato i finanziamenti a Wikileaks) sembra quindi che Assange possa trovare una sponda, certamente non disinteressata, nella Cuba di Castro.

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