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sabato 5 marzo 2011

''Gli ultimi giorni di Paolo Borsellino''. Intervista all'autore Lorenzo Baldo

da sicilia.italiadeivalori.it - 5 marzo 2011
Dipartimento Giovani Idv Sicilia. Maria Elena Manenti intervista Lorenzo Baldo: “Gli ultimi giorni di Paolo Borsellino”, la trattativa
stato-mafia e il preoccupante scontro tra politica e magistratura.

Antonio Ingroia definisce il vostro libro “un libro partigiano” che fa le sue scelte di campo e che, oltre ad essere una narrazione di fatti ed eventi, è soprattutto denuncia nero su bianco di molteplici verità spesso occultate o lasciate indugiare dietro un alone di irrisolvibile mistero. Cosa vi ha spinto a portare avanti la realizzazione di questo vostro progetto sulla figura del giudice Borsellino?
LB: C è stato fin dall’ inizio un grande desiderio di voler parlare dell’ aspetto sia umano che professionale della figura di Paolo Borsellino arrivando a toccare l’ attualità delle indagini in corso. L’ intento è stato quello di tener conto soprattutto delle più recenti inchieste sulla trattativa mafia-stato e delle nuove indagini su via d’ Amelio legate alle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza. Volevamo guardare a trecentosessanta gradi la vicenda ed il mistero che ruotano attorno a questa strage definita ”anomala” proprio per la rapidità di esecuzione (a distanza di cinquantasette giorni da quella di Capaci), considerando un’ analisi valutativa collegiale dei molteplici aspetti che la caratterizzano.
C’ è qualche aspetto che in particolar modo ha attirato la sua attenzione durante le ricerche e le indagini compiute sulla strage di via d’ Amelio?
LB: Sicuramente l’aspetto più rilevante e quello su cui ci siamo maggiormente soffermati è il mistero della sparizione dell’ agenda rossa del giudice, che è uno dei capisaldi di questa epopea, un enigma sul quale purtroppo è stata posta la pietra tombale della Cassazione. Noi, nel libro, ripercorriamo fin dall’ inizio questo mistero: attraverso il ritrovamento delle foto ritraenti il carabiniere Giovanni Arcangioli che si allontana da via d’ Amelio con la valigetta, tutto l’ iter giudiziario che ripercorre la sua iscrizione al registro degli indagati, le dichiarazioni rilasciate e le contraddizioni nelle sue testimonianze che dimostrano la non veridicità  di ciò che afferma. Viene spiegato al lettore come in un normalissimo iter giudiziario che avrebbe dovuto portare ad un dibattimento, venga invece posto uno “stop” alle indagini, mettendo addirittura in dubbio che all’  interno della valigetta ci fosse stata  realmente l’ agenda rossa scomparsa, e ritenendo, dunque, non attendibile la parola dei familiari e di chi lo conosceva da vicino. Ma quel giorno, il 19 luglio, l'agenda rossa c’ era  ed era dentro la valigetta, e ciò costituisce un dato di fatto e non un ipotesi. Pertanto teniamo molto a precisare che questo mistero non è un mistero perché l’ autore del libro lo ritiene tale, ma sono le carte che parlano, sono gli atti giudiziari, sono le sentenze di proscioglimento che lasciano dei profondi buchi neri. Questo è sicuramente quello che mi ha colpito maggiormente in tutta la vicenda, perché è uno di quei misteri che se non verrà fuori qualche altra novità di indagine o qualche evento nuovo, rimarrà tale.
Nel libro si parla di attentati commissionati non dalla mafia ma dallo Stato, di trattativa stato-mafia e vengono alla luce nomi abbastanza rilevanti che continuano a far parte della vita politica attuale; politica di uno stato che spesso vanta il raggiungimento di innumerevoli traguardi contro le organizzazioni mafiose. Durante il convegno sugl’ “ultimi giorni di Paolo Borsellino” tenutosi il 29 gennaio, Giorgio Bongiovanni parla di una nuova  Idra le cui teste sarebbero rappresentate dal potere politico, economico e criminale, Umberto Lucentini affronta la problematica dell’ informazione dei media assoggettata al potere politico. Tenendo conto di queste affermazioni, nel 2011 secondo lei, la nuova mafia post Riina e Provenzano con che volto si presenta all’ interno della nostra società e quali sono i pericoli a cui si va incontro se non si promuove un adeguato risveglio della coscienza collettiva? A parer suo, è cambiato qualcosa nella politica italiana attuale rispetto agl’ inizi degli anni 90? Cha livelli ha raggiunto l’ accordo stato-mafia?
LB: Innanzitutto io credo che la situazione politica e sociale italiana sia peggiorata rispetto al passato. Nel libro poniamo in evidenza come dalla parola “trattativa” si sia passati ad “accordo”, nel senso che non possiamo più ignorare che i famosi punti contenuti nel papello si siano per la maggior parte avverati dal punto di vista legislativo, come una sorta di attacco nei confronti della magistratura. Ciò comporta che il rischio al quale oggi assistiamo è che veramente si crei una tensione sociale talmente alta, uno scontro talmente forte da parte della politica contro la magistratura capace di trascinarsi dietro buona parte dell’ opinione pubblica. Questo è un rischio altissimo perché un magistrato che indaga sulla trattativa,  che è impegnato sulle nuove indagini di via d’ Amelio e che quindi rischia la sua incolumità ogni giorno nel cercare di portare a compimento il proprio lavoro, non può oltretutto sentirsi attaccato quotidianamente dalla classe politica, che in questo momento è davvero vergognosa per tutto quello che sta facendo emergere al suo interno. Tutto questo ci fa capire come la situazione sia peggiorata rispetto al 92, ma ci sono anche molte similitudini con quegl’ anni a livello di  tensione sociale che si respira in una fase di inquietudine in cui non si ha ben chiaro che piega prenderà questo scontro ai livelli istituzionali. In questa fase la trattativa diventa un vero e proprio accordo dove se i patti non vengono rispettati si può rialzare nuovamente il tiro, e come ha di recente dichiarato il procuratore Ingroia, non è da escludere il ritorno anche di attentati nei confronti di coloro che stanno cercando la verità. La cosa peggiore è che tutto questo sta avvenendo sotto gli occhi di un’ opinione pubblica addormentata, anestetizzata da quella stessa parte politica che molto spesso si serve dei media per sedare le coscienze e stravolgere la verità, presentando la realtà in tutt’ altra forma. Questo è il rischio maggiore!
Quali sono i progetti futuri?
LB: Con antimafia 2000 fin dal primo numero del giornale abbiamo affrontato la questione della trattativa, perciò il libro “Gli ultimi giorni di Paolo Borsellino” è sicuramente da una parte un punto di arrivo, ma dall’altra, anche un punto di partenza dal quale si deve continuare ad indagare per ricomporre i pezzi di una vicenda purtroppo non ancora conclusa. Abbiamo sicuramente in progetto di proseguire su questo filone di indagine e al momento stiamo mettendo insieme tutte le nostre ricerche, le nostre carte, e ovviamente stiamo seguendo passo passo il processo in corso tenuto a Palermo per la mancata cattura di Provenzano, che ripercorre la trattativa stato-mafia. Stiamo seguendo costantemente anche tutte le novità riguardanti le dichiarazioni legate alla mancata applicazione del 41 bis negli anni ‘90, subito dopo le stragi del continente o a cavallo delle stragi. Questi sono tutti elementi che si uniscono alla nostra ricerca e che speriamo riescano a confluire, in  futuro, in un nuovo processo o in una sorta di cerchio all’ interno del quale finalmente si possa arrivare alla verità.

Tratto da:
sicilia.italiadeivalori.it

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